La seconda vita di MicroMega

La sinistra, il Pd, Draghi, il revival degli appelli. Parla Flores d'Arcais

La rivista riparte con una campagna di sostegno, il suo direttore trova che i partiti "a monte di Draghi" siano "origine del male"

Marianna Rizzini

Zingaretti e Letta, Zagrebelsky e la società civile. Da dove si riparte

La seconda vita di MicroMega, storica rivista della sinistra, comincia con entusiasmo ma anche con preoccupazione: il direttore Paolo Flores d’Arcais si trova infatti, dice, in una situazione che non avrebbe mai pensato “di dover fronteggiare”, per motivi editoriali prima ancora che politici. E se è vero che Flores teme “che il governo Draghi non riesca ad allontanare lo spettro di un futuro governo Salvini-Meloni-Berlusconi”, e però non è ora tra gli animatori del revival di appelli in difesa della democrazia e della Costituzione alla Gustavo Zagrebelsky (che ieri sul Fatto ne inaugurava appunto uno simile a quelli del passato, ma con Draghi come minaccia al posto di B. o Renzi), è anche vero che lo stesso Flores, negli ultimi tempi, racconta, è stato costretto a una “lunga assenza per via di una complessa trattativa per la nostra sopravvivenza come rivista, nata nel 1986 con il gruppo Caracciolo-Espresso-Repubblica”.

 

L’antefatto affonda nei rivolgimenti proprietari nel gruppo Gedi: “La nuova proprietà di Gedi, con azionista di riferimento la famiglia Agnelli-Elkann, ha deciso di chiudere la pubblicazione di MicroMega con il 31 dicembre del 2020 in previsione della pianificazione industriale ed editoriale”, dice Flores. “E però noi non ci siamo dati per vinti. Non volevo rassegnarmi alla fine di questa storia e al nostro impegno, fatto di pensiero critico e spirito illuminista”. E insomma a quel punto Flores ha fondato la società non profit “MicroMega edizioni impresa sociale s.r.l.” (che pubblicherà la rivista senza distribuire utili fra i soci, ma “reinvestendo nella rivista stessa e nelle sue attività). Le condizioni per rilevare la testata sono “gravose”, dice il direttore: “Come la proibizione di avere, per quattro anni, anche come soci di minoranza, società editrici italiane e non o soci di società editrici. Dobbiamo quindi inventarci editori di noi stessi, partendo da zero, cosa che come ho detto non avrei mai pensato di dover fare, e con enormi difficoltà che stiamo sperimentando ogni giorno”.

 

Motivo per cui la rivista ha lanciato, dall’indirizzo www.micromegaedizioni.net, una “campagna di sostegno per iniziare la nuova avventura”. “Abbiamo bisogno di lettori esigenti, come sempre”, dice Flores, “ma anche partecipi, aggiungo ora, lettori simpatizzanti e perché no antipatizzanti, convinti che la nostra presenza sia importante nell’ambito di una democrazia pluralistica”. E ora il direttore si trova a dover inaugurare la “fase due” di una “rivista esplicitamente di sinistra, ma eretica verso le forze che si dichiarano di sinistra”, proprio nel momento in cui il governo Draghi muove i primi passi e il Pd affronta le dimissioni del segretario Nicola Zingaretti.

 

“Attenzione”, dice Flores: “Se uno si oppone a Draghi – e certo a me il suo governo non piace – non deve farlo appoggiando questi partiti, partiti che sono la causa del male”. Nel giudizio è compreso il Pd: “Non c’entra nulla con la sinistra, il Pd. E dire che la sinistra ora è al governo è una frase falsa: non c’è nessuna forza che si batta per avere più eguaglianza e perché non vengano toccate le libertà civili. La sinistra è ancora presente, semmai, nella società civile”. Riecco gli appelli, quindi? “Dipende quali. Come dicevo è inutile opporsi a Draghi se poi si salva quello che c’è a monte. Draghi è una conseguenza. E si pensa che Enrico Letta possa risolvere? La verità è che sono tutti giochi da partitocrati. Se c’è una lezione della pandemia è proprio questa: il virus ci ha trovati impreparati perché sono decenni che non si lavora per ridurre le diseguaglianze”.

 

“Finché c’è lotta c’è speranza”, dice Flores ai suoi lettori, dopo aver chiuso un numero sui cento anni dalla fondazione del Pci, e mentre prepara un’edizione doppia per il trentacinquesimo compleanno di MicroMega.
  

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.