Il retroscena

Le telefonate tra Conte e Prodi per parlare del futuro del nuovo M5s

Intanto il prossimo leader grillino è alle prese con Casaleggio che punta a un contratto di servizio da 1,2 milioni di euro. Ma la rottura è dietro l'angolo. Ieri l'incontro con i capigruppo di Camera e Senato

Simone Canettieri

Da due anni l'ex premier ha un rapporto stretto con il padre del centrosinistra: i contattati continuano anche in queste settimane. Così l'ex Avvocato del popolo punta all'egemonia dei progressisti

Gli chiede consigli. Lo cerca. Si scambiano opinioni. Lo facevano prima dell’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi, ma adesso ancora di più: Giuseppe Conte e Romano Prodi sono in contatto. Roma chiama Bologna. L’ultima telefonata pochi giorni fa. Eccoli: il futuro leader del M5s e il padre nobile dell’ultima esperienza del centrosinistra al governo, un altro che ha saggiato quanto possa essere autodistruttivo il Pd. 

 

Il Prof. ama scherzare con l’ex Avvocato del popolo così: “D’altronde, ormai dal Pd mi chiamano in pochi”.  

 

Conte in questa fase con una mano prova a uscire dalle pastoie legali con Davide Casaleggio e con l’altra cerca di dare “profondità” al manifesto programmatico con il quale vuole rigirare come un calzino il mondo grillino (con l’obiettivo di egemonizzare il campo progressista). 

 

Conte si è connesso sulla lunghezza d’onda di Prodi nel settembre del 2019, quando cambiò maggioranza di governo, lasciando la Lega per abbracciare il Pd. Da quel momento il rapporto è diventato “denso”, ma “segreto”. Con scambi frequenti di vedute sulla politica interna ed estera, passando ovviamente per l’economia. Un filo che resiste anche ora. In una fase cruciale per l’ex premier rossogiallo convinto che il suo progetto abbia bisogno di un respiro ampio che esca fuori dal recinto grillino. Ecco perché “l’amico Romano” è diventato una persona molto ascoltata da Conte. Alle prese con la piattaforma programmatica del suo nuovo M5s, ma anche il rovello della democrazia diretta made in Rousseau: si può superare? E come? Attraverso altre piattaforme? E dunque va a lezione da Prodi, lui che ne è sempre stato definito l’erede appunto “il nuovo Prodi”, ragiona un amico di entrambi. Non è l’unica figura autorevole nel campo del centrosinistra consultata da Conte in queste ultime settimane.  

 

Fin qui i grandi pensieri e la teoria. Poi c’è l’attualità: come uscire dal gorgo in cui si è ficcato il M5s con Rousseau e Davide Casaleggio? Ieri l’ex premier ha visto i capigruppo di Camera e Senato del M5s, Davide Crippa ed Ettore Licheri. “Mi serve almeno tutto marzo, sto svolgendo una due diligence sul Movimento: dallo statuto alle cause pendenti, fino al rapporto con Davide. Quando partirò non voglio zavorre di alcun tipo”. 

 

Come rivelato dal Foglio , l’associazione Rousseau vanta poco meno di mezzo milione di euro di crediti nei confronti del M5s. Un ammanco, secondo il figlio di Gianroberto, che non fa accendere i motori della piattaforma Rousseau, paralizzando qualsiasi decisione. Si tratta delle mancate donazioni mensili dei parlamentari che nel frattempo hanno cambiato casacca (cento su trecento eletti nel 2018). 

 
Una vicenda che sta per finire a carte bollate, Kramer contro Kramer, se non si arriverà a una conciliazione extragiudiziaria. 
Da ieri Casaleggio è a Roma e non è escluso che alla fine incontri anche Conte per l’ultima mediazione. I pontieri sono in azione. Il presidente di Rousseau, racconta chi lo conosce bene, è combattuto. Da una parte vorrebbe chiudere i conti e salutare tutti con la speranza di mettere al servizio di altri partiti la sua piattaforma (magari all’estero). Dall’altra, invece, non ci sta a veder finito così il sogno del padre e quindi si sente più di un semplice fornitore di servizi. Ecco come si spiega il lancio del manifesto Controvento. E un attivismo sfrenato: oggi, in concomitanza dell’anniversario della morte del padre, Casaleggio promuove la Giornata nazionale della cittadinanza digitale. E dunque non si arrende. E nel frattempo blocca qualsiasi tipo di svolta nella governance del Movimento (ancora in attesa di votare i cinque nomi del nuovo direttorio). Conte ha fretta e inizia a pensare a una rottura: sa che tutti i parlamentari e i big sono ormai dalla sua parte. E che lo seguirebbero anche in un divorzio doloroso con la casa madre di Milano.

 

In questo continuo oscillare di cattivi pensieri e utopie infrante, Casaleggio ha anche proposto un contratto di servizio annuale al M5s da 1,2 milioni all’anno. Ma Conte sa che difficilmente il presidente di Rousseau rimarrebbe in silenzio. La guerra è totale come certifica anche la vicenda della Regione Lazio: con un post Vito Crimi dice che, sentito il parere di Beppe Grillo, autorizza l’ingresso del M5s nella giunta di Nicola Zingaretti (due posti: Roberta Lombardi e Valentina Corrado).   La rottura è a un passo: gli avvocati sono allertati. E Prodi di tanto in tanto dice la sua anche sul futuro del Movimento, in attesa che nel Pd arrivi Enrico Letta, altra persona che stima e che potrebbe presto chiamare. 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.