l'intervista
Tesei: "Il lockdown di Pasqua? Spero sia l'ultimo sacrificio"
"Per il ritorno alla normalità i vaccini sono i nostri più grandi alleati. La ripartenza? Con il rispetto dei protocolli, si può riaprire già da aprile-maggio". Parla il presidente dell'Umbria
Da presidente della regione che per prima ha dovuto convivere con l’irrompere delle varianti, Donatella Tesei, avvocato leghista, valuta per telefono dall’Umbria le nuove restrizioni che il governo ha approvato per arginare la diffusione del virus. Blindando l’Italia anche a Pasqua. “Purtroppo i dati sono preoccupanti. Spero sia davvero l’ultimo sacrificio che chiediamo agli italiani, in vista di un ritorno alla normalità già dalla primavera”, dice al Foglio. “Quello che abbiamo ribadito come governatori è che con il nuovo decreto-legge possano essere erogati immediatamente i nuovi ristori per tutte le attività che devono restare chiuse, con effetto retroattivo. È essenziale una risposta sui congedi e i bonus baby-sitter che servono alle famiglie che continuano a lavorare. Non è che ci divertiamo a chiudere, sia chiaro”. Le nuove restrizioni consolidano il sistema delle diverse fasce di rischio. Crede che si sarebbe dovuto puntare di più sulle chiusure chirurgiche, come avete fatto voi soprattutto nell’area del perugino? “Ma la possibilità di intervenire sui territori, i singoli comuni, rimane. È evidente che quello che emerge dal decreto legge è un irrigidimento generalizzato. Superare la classificazione in zone non era nostro interesse. In questo momento, con una diffusione del virus in gran parte delle regioni, probabilmente i parametri non potevano essere cambiati. Di fronte a questo andamento del contagio il parere dei comitati tecnici-scientifici induce i governatori ad adottare delle misure e delle ordinanze che sono consequenziali: non è che si ha molta libertà di scelta. Bisogna avere riguardo di quello che la Sanità sia regionale che nazionale ti dice di fare. E’ un paradigma che non possiamo trascurare”.
Il governo precedente aveva optato per una specie di lockdown natalizio, con l’obiettivo di allentare gradualmente le misure. Questa ulteriore stretta rischia di essere un colpo di grazia per le categorie più provate? “Rispetto a Natale l’elemento che non potevamo prevedere sono le varianti. Ma è anche vero che i nostri alleati adesso sono i vaccini. Se si porta avanti una campagna massiva diventa una specie di cordone di sicurezza che ci aiuta anche nell’efficacia delle nuove misure. Mi auguro che già dopo Pasqua si possa tornare a un po’ di normalità”. Il dialogo tra governo e regioni è migliorato con Draghi? “In questo lungo anno c’è capitato di conoscere il contenuto di un dpcm qualche minuto prima che venisse reso pubblico. Oggi abbiamo iniziato un’interlocuzione e stiamo ragionando, facendo le nostre proposte. Vediamo che sul tema dei ristori, che io ho posto con forza, ma non solo, il governo ci sta dando delle garanzie che fanno ben sperare”. Quello di Pasqua sarà l’ultimo lockdown? “Lo spero, ma chi può dirlo adesso?”.