Il racconto

In tenda con Draghi: "Le dosi dei vaccini triplicheranno, ma aspettate il vostro turno"

Pronto un altro scostamento di bilancio di almeno 20 miliardi di euro per il sostegno alle famiglie. La maggioranza rumoreggia: non ci fa vedere nemmeno una carta

Simone Canettieri

Il premier in visita all'hub di Fiumicino nel giorno in cui il Consiglio dei ministri vara un'altra stretta: "Ma aiuteremo subito le famiglie"

Una smorfia di soddisfazione gli attraversa la guance. Sorride. Parla di “speranza” e dice che “ne usciremo”. Addirittura Mario Draghi scherza: “Smart working, baby sitting… chissà perché tutti questi termini in inglese”. La prima uscita pubblica del premier è nel centro vaccinale della Croce Rossa a Fiumicino, con gli aerei (pochi) che passano sopra a questi tendoni, marchiati dalle primule arcuriane, segno visivo del passato.  Via la mascherina, inizia a braccio, parla dodici minuti, dà   notizie e suggestioni. C’è perfino l’illusione – leggenda metropolitana – che accetti le domande della stampa. “Ma no, era solo uno speech”, dice la portavoce. E se ne va. 
 E’ una giornata particolare. Di prima mattina il Consiglio dei ministri - con un decreto e non con un dpcm - ha varato di fatto un’altra stretta da qui a Pasqua. Tutte le zone gialle diventeranno arancioni da lunedì e sempre da lunedì dieci regioni si tingeranno di rosso. Dal 3  al 5 aprile, per le feste pasquali, sarà di nuovo lockdown come a Natale. Draghi è reduce da un consiglio dei ministri in cui la Lega ha dovuto accettare la serrata delle attività commerciali e anche l’inedito trio Cartabia-Lamorgese-Carfagna ha visto andare a vuoto la richiesta di permettere le visite ai parenti durante la Pasqua. Una vittoria per Roberto Speranza che sta qui, in prima fila, con il governatore Nicola Zingaretti, elogiato dal premier per il lavoro svolto nel Lazio. Draghi fa capire che questo sarà l’ultimo sacrificio: ecco perché il suo messaggio è denso di forza e fiducia. Le nuove restrizioni, dice il presidente del Consiglio, “sono necessarie per evitare un peggioramento che renderebbe inevitabili provvedimenti ancora più stringenti. Ma, a queste misure, si accompagna l’azione di governo a sostegno di famiglie e imprese e l’accelerazione della campagna vaccinale”. Su quest’ultimo punto dice due cose. Prima chiede a tutti di “aspettare il proprio turno”, come ha fatto il capo dello stato, poi annuncia che la somministrazione quotidiana dei vaccini, ora di circa 170 mila dosi giornaliere, è destinata a “triplicare”.

E su AstraZeneca si raccomanda: niente panico. “Per l’Aifa non c’è alcuna relazione tra la somministrazione e gli incidenti delle ultime ore”. Quanto ai ristori, che così non si chiamano più ma prendono il nome di sostegni, il premier annuncia che “saranno corposi” e che copriranno “una platea più ampia e arriveranno rapidamente”. Tra i provvedimenti più significativi, c’è il prolungamento della cassa integrazione, un più ampio finanziamento degli strumenti di contrasto alla povertà, “per sostenere i nuovi poveri”.  Ci sarà dunque un altro scostamento di bilancio, non inferiore ad almeno 20 miliardi di euro. E anche la maggioranza, che inizia a rumoreggiare, sarà coinvolta. D’altronde  ieri proprio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha fissato per lunedì una riunione tra i capigruppo e il titolare del Mef, Daniele Franco. Un modo per placare i primi malumori  sul “qui non ci fanno vedere nemmeno una carta”. Ma Draghi è a Fiumicino per i vaccini: tanti, veloci e ovunque. Non solo in hub come questi, ma anche nelle palestre e nelle aziende, con l’aiuto di medici e dentisti. Una speranza in giacca e cravatta che alle 15.40 termina il discorso, saluta tutti e se ne va.
 

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