la nuova sfida
Miozzo lascia il Cts. Si occuperà di scuola con il ministro Bianchi
Le dimissioni, condivise con il ministro Speranza, in una lettera a Mario Draghi: "Il mio incarico può ritenersi compiuto. Credo di potermi dedicare ora ad un'altra emergenza, quella scolastica. Spero di poter dare un fattivo contributo a quel settore che considero strategico"
“Credo di potermi dedicare ora ad un'altra emergenza, quella scolastica”. Agostino Miozzo lascia il Comitato tecnico scientifico, di cui è stato fino a ieri coordinatore, per occuparsi si scuola: più volte si era detto favorevole alla riapertura della scuola in presenza, affiancherà ora il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi.
La decisione, come ricostruito dal Corriere della sera, è stata concordata con il ministro della Salute Roberto Speranza e con Palazzo Chigi. Ed è stata ufficializzata ieri con una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi, nella quale lo stesso Miozzo annunciava le dimissioni, sottolineando "la decisa accelerazione e riorganizzazione della campagna vaccinale imposta dal nuovo commissario per la gestione dell'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo supportato dal Capo dipartimento della Protezione Civile, Curcio, che ha, finalmente, riportato il sistema nazionale di Protezione civile alle sue originali competenze ed al ruolo della struttura istituzionalmente preposta al coordinamento della gestione delle crisi".
Un cambio di marcia e di prospettiva, che rende necessaria una “sostanziale rivisitazione del suo mandato”, dopo che già il ruolo e le competenze della cabina di regia erano state progressivamente modificate nel tempo. Per questo, si legge ancora nella lettera, si può "considerare che anche il mio incarico di coordinatore possa ritenersi compiuto. Credo di potermi dedicare ora ad un'altra emergenza che, nel corso della pandemia, ha imposto una particolare attenzione viste le enormi e, per certi aspetti insormontabili, difficoltà nelle quali il mondo della scuola si è trovato”.
Più volte, nei mesi scorsi, Miozzo si era speso sul mondo dell'istruzione, formulando proposte organizzative rimaste spesso inascoltate ed esprimendo perplessità sulle modalità della Dad. Ma considerando sempre la scuola come elemento essenziale della ripartenza: proprio su queste pagine, a novembre, aveva “fermamente” riproposto le sue tesi sull'apertura degli istituti, “perché se dipendesse da me consentirei la scuola in presenza al 100 per cento degli studenti”, in quanto tra i luoghi “più sicuri per i ragazzi”. Aveva inoltre parlato di “rischio calcolato del contagio scolastico” che potrebbe essere adeguatamente monitorato "con la disponibilità di effettuare ai ragazzi tamponi rapidi per identificare i possibili contagi, isolarli, e consentire agli altri di continuare le lezioni”. Mettendo infine in guardia sui rischi “di carattere psicologico che si stanno generando in una intera generazione di futuri adulti che stanno crescendo nel terrore di affrontare l’esterno e il mondo reale”.
Adesso, la nuova sfida a fianco del ministro Bianchi: “Il mondo della scuola ha sofferto moltissimo l'impatto della pandemia e continua a pagare un prezzo altissimo – si legge ancora nella lettera di dimissioni - nell'attesa che l'emergenza arrivi ad una fase di controllo che consenta a più di dieci milioni tra studenti e personale docente e non di tornare alla normalità. Con l'esperienza maturata al Cts, cui si sommano i tanti anni di lavoro in Protezione civile, spero di poter dare un fattivo contributo a quel settore che considero strategico”.