Letta alla stampa estera: "Presto inconterò Conte. Non sono un commissario. L'obiettivo è vincere nel 2023"

redazione

Il nuovo segretario del Pd ha parlato ai giornalisti esteri in Italia. "Ius soli? Un modo per affrontare l'inverno demografico"

"La fine della pandemia dovrà scatenare tanti entusiasmi come capitò con il crollo del Muro di Berlino. Perché ho citato il tema degli stranieri che nascono in Italia e del voto ai 16enni? Perché l'entusiasmo per guardare al futuro deve partire dalla consapevolezza che il nostro paese è in un disastro, un inverno demografico. Non ci sarà nessuna ripartenza se non affronteremo questo tema: dando più forza ai giovani. E' importante che nei pesi elettorali i giovani siano forti, altrimenti le loro istanze peseranno sempre meno". Sono alcune delle frasi che ha pronunciato il nuovo segretario del Pd Enrico Letta nel corso dell'incontro odierno con la stampa estera. "Credo che in Europa ci sia un paese che ha affrontato con intelligenza e lungimiranza la questione dell'inclusione: la Germania. Si è resa conto dell'inverno demografico che l'aspettava e ha fatto scelte intelligenti che guardavano al futuro. In Italia purtroppo, complice la propaganda della destra, si continua a ragionare su questi temi con propaganda. Si racconta la questione in modo sbagliato, E' giusto che le persone che sono nate qui abbiano un giorno la cittadinanza. Per me è il modo di riprendere un filo che si era interrotto. Il nostro è un paese che deve considerarsi guardando al futuro. Sono flessibile sugli strumenti purché si arrivi al risultato. A me interessa in questo momento spingere sull'acceleratore di un messaggio per il futuro. L'Italia vive un inverno demografico, che la porterà a un declino", ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio. Che nel corso del colloquio da remoto ha avuto modo di toccare vari temi: sia di politica interna che per quel che riguarda il rapporto con l'Europa e gli altri paesi del continente. 

"C'è una questione che riguarda il futuro del patto di stabilità: comincia una discussione guidata dal nostro commissario europeo Paolo Gentiloni. Il futuro patto di stabilità dovrà essere un patto di stabilità e sostenibilità.  Sostenibilità che oggi in Europa è quella ambientale e sociale. Il Pd sarà all'appuntamento di una discussione forte e profonda. E' molto importante che si metta mano a un cambiamento, c'è il tempo per farlo", ha confessato Letta. 

Per quanto riguarda la riorganizzazione del Pd, l'ex docente a SciencesPò ha detto: "Ho lanciato la proposta delle agorà democratiche, che partiranno appena le condizioni lo permetteranno. Non è malato soltanto il Pd, è malata la democrazia italiana. Propongo una discussione sul futuro dei partiti politici, perché oggi viviamo una situazione in cui o sono partiti leaderistici, a cui io non credo. O come il M5s, con un modello che batteva sulla democrazia orizzontale: credo che nessuno dei due modelli sia la via giusta. Voglio aprire una discussione tra di noi, un dibattito culturale e politico, su cosa deve essere la democrazia domani. A partire dal ruolo fondamentale del digitale, che sarà il cuore di queste nostre agorà democratiche. Quale idea di terza via abbiamo? Il nostro è un partito di popolo. Ecco perché la proposta contenuta nel mio intervento di domenica l'ho inviata ai circoli, che lo discuteranno nelle prossime settimane. Questa discussione non è di proprietà del Pd sul Pd, ma sul futuro della democrazia. La prima riforma che proporrò? Quella dei regolamenti parlamentari. Raccontando agli stranieri la crisi la cosa che lascia esterrefatti è l'esistenza del Gruppo misto, dei cambi di casacca, del trasformismo. Immagino che per voi il racconto delle crisi politiche italiane sia molto difficile. 200 cambi di casacca in tre anni di legislatura è indice di una democrazia malata. Dobbiamo farcene carico". 

 

A proposito delle polemiche sul vaccino, in particolare rispondendo a una domanda sulla necessità di utilizzare il vaccino Sputnik, Letta ha specificato di fidarsi  "di chi ha le competenze. Non è una decisione come sulla formazione di calcio. Su queste cose mi fido delle autorità, del governo, non ho una mia idea su questo punto. Invidio Matteo Salvini che ha un'idea su qualsiasi cosa: credo che sia una cosa che abbia fatto dei danni. La pandemia ha dimostrato che è necessario fidarsi dei competenti".

Altro tema affrontato quello del nuovo governo, che rischia paradossalmente di colpire più il Pd di quanto non stia nuocendo alla Lega. "Il governo Draghi lo appoggiamo convintamente, anche perché non troviamo nessun imbarazzo nel suo programma. È Salvini che deve motivare il suo sì, non noi. Quando ho visto Salvini fare la virata, mi è sembrato come se il Papa andasse in Piazza San Pietro e dicesse: 'Abbiamo scoperto che Dio non esiste, però non è così importante'. Ecco Salvini ha scoperto che l'Europa non è la causa di tutti i mali, però facciamo finta di niente e andiamo avanti. Io sono qui per preparare il dopo. Non sono un commissario che rende il Pd più con la testa chinata nei confronti del governo Draghi. Ritengo che il Pd sia a casa sua con il nuovo governo. Ma sono qui per preparare l'alleanza che vincerà le elezioni nel 2023". 

Che rapporto ha con Renzi e i renziani? Risposta: "Renzi non fa parte del Pd. In questi giorni ho parlato con tante persone che sono democratiche. Credo che 'renziani' sia una categoria del passato". L'attivismo di alcuni governatori le da fastidio? "Noi siamo il partito dei territori. I governatori sono una risorsa. Ho deciso di dare a una persona la responsabilità di questa missione trasversale che è la prossimità. Nel tempo post Covid prossimità è una delle caratteristiche principali: vuol dire essere in grado di far funzionare le cose grazie a una rete di relazioni". 

Poi l'agenda degli incontri a venire. "Nei prossimi giorni incontrerò Giuseppe Conte. Penso sia una buona notizia il suo impegno politico con i Cinque stelle", ha commentato Letta. "Vedremo cosa saranno i Cinque stelle guidati da Conte. Io sarò disponibile a capire meglio. Siamo interessati a stabilire un confronto con loro. Secondo me alle prossime elezioni politiche si confronteranno due grandi campi: da una parte le destre di Salvini e Meloni, dall'altra un'alleanza di centrosinistra guidata dal Pd che dialogerà con i Cinque stelle. Noi dovremo lavorare e discutere del nostro futuro avendo la forza di non dover rispondere a una domanda molto difficile: come potrete immaginare di governare insieme quando siete uno al governo e gli altri all'opposizione? Adesso Salvini e Meloni sono uno all'opposizione dell'altro. Credo che le contraddizioni nella destra, che sono già evidentissime, esploderanno. Mentre il campo del centrosinistra sarà un campo largo e vincente".

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