Nomi e ruoli
In 4 mosse Draghi ha archiviato la gestione Conte. La nuova macchina che combatte la pandemia
Franco Locatelli e Silvio Brusaferro al Comitato tecnico scientifico, Fabrizio Curcio alla Protezione Civile e Paolo Figliuolo nel ruolo di commissario straordinario. E poi Franco Gabrielli sottosegretario ai servizi. Così il premier prova a cambiare passo nella lotta al virus
Un pezzo alla volta prende forma la macchina di Mario Draghi. Dal 13 febbraio, data del giuramento del nuovo premier, è passato poco più di un mese, abbastanza per stravolgere in maniera radicale la squadra che fino a poco fa era stata in prima fila nella gestione della pandemia.
L'ultimo colpo al “metodo” Conte è arrivato ieri con la nomina del professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, a coordinatore del Comitato tecnico scientifico al posto del dimissionario Agostino Miozzo (affiancherà, al ministero dell’Istruzione, il neoministro Patrizio Bianchi). Il Cts dunque cambia faccia, si fa più snello e più agile, assumendo una voce unica e nuove competenze: i membri scendono a 12, si arricchiscono di nuove professionalità, non solo legate al mondo al mondo scientifico-sanitario, mentre Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità, sarà il portavoce, l'unico delegato a parlare.
Ma quelli del Cts sono solo gli ultimi movimenti che riguardano la catena di comando chiamata a combattere il virus. Il primo a saltare, in questo senso, era stato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, che era in carica dal 2017. Al suo posto, il 26 febbraio, Draghi ha nominato l'ingegnere Fabrizio Curcio, grande conoscitore della Protezione civile di cui era stato a capo della sezione Gestione emergenze nell’èra Bertolaso, durante il terremoto dell’Aquila.
Pochi giorni dopo, è l'1 marzo, arriva il turno di Domenico Arcuri fino ad allora commissario straordinario per la lotta al Covid-19. A prendere il suo ruolo c'è il generale Francesco Paolo Figliuolo, una scelta che rappresenta un netto cambio di rotta nella gestione della campagna vaccinale, appoggiata ora alle competenze e alla logistica di stampo militare, per imprimere una svolta netta alla gestione Arcuri.
Il nuovo disegno di Draghi però non si esaurisce nelle nomine di carattere tecnico-scientifico, e tra i cambiamenti che hanno segnato una certa discontinuità con il governo precedente rientra anche la nomina di Franco Gabrielli, ex capo della Polizia, a sottosegretario con delega ai servizi segreti. La stessa che Giuseppe Conte aveva tenuto per sé, scatenando polemiche nelle opposizioni, e non solo, e poi aveva affidato all'ambasciatore Pietro Benassi, rimasto in carica solo per pochi giorni prima della caduta del governo. A Gabrielli non spetteranno solo le questioni strettamente legate all'intelligence. Infatti, essendo il suo un ruolo che riguarda in maniera più vasta la sicurezza nazionale, è facile ipotizzare il coinvolgimento nelle scelte relative all'emergenza sanitaria, tra cui quelle del piano vaccinale.
Quanto efficaci possano essere queste nuove scelte, lo dirà solo il tempo. Ma è chiaro che il cambio di rotta voluto da Mario Draghi delinea una differenza importante rispetto al recente passato, la volontà di segnare una fase nuova, nel metodo e nel merito: parlare di meno, agire di più. E, si spera, in maniera tempestiva.