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Borghi: "I ristoranti non sono vettori del virus e il lockdown non serve. Non lo dico io..."
Il deputato della Lega commenta le ultime indicazioni delle autorità sanitarie: "Lo conferma la maggior parte degli studi". E cita la ricerca dell'epidemiologo Ioannidis
"Rilevo che dove ci sono stati i lockdown e dove i ristoranti sono restati aperti, anche senza indicazioni di distanza, la maggior parte degli studi concludono che i ristoranti non sono vettori di epidemia", così Claudio Borghi, esponente della Lega commenta le ultime indicazioni delle autorità sanitarie, in base alle quali nei locali senza mascherina (come durante un pasto in trattoria) si dovrebbe mantenere un distanziamento di almeno due metri. Un'indicazione che metterebbe a serio rischio la riapertura di locali e ristoranti.
"Anche su questo tema si sta scherzando con il fuoco", continua Borghi. "Chiudere i ristoranti non ha nessun impatto sul contenimento della pandemia, così come non lo aveva la chiusura degli impianti da sci. In Svizzera era tutto aperto e non è morto nessuno". E quindi bisognerebbe abbassare l'asticella del prinicipio di precauzione? "Bisognerebbe seguire gli studi che dicono che il lockdown non serve", ha concluso il leghista. "Non lo dico io, ma anche uno dei più grandi epidemiologi del mondo, John Ioannidis. (professore di medicina della Stanford University, di cui scrivevamo qui ndr), dice che il lockdown non serve".