La parentopoli grillina in Campidoglio che imbarazza Virginia Raggi

Gianluca De Rosa

L'assunzione della compagna dell'assessore Gianni Lemmetti come consulente all'Urbanistica fa infuriare la sindaca, e alla fine Silvia Di Manno si dimette. Ma quella di Lemmetti e Di Manno non è l'unica coppia grillina impegnata nella politica romana 

Un bacio e un sorriso ripresi di sbieco e in scarsa qualità. Tanto basta però a indicare un affetto che ha imbarazzato il Campidoglio. L’assessore all’Urbanistica Luca Montuori alcuni giorni fa aveva assunto come sua consulente, Silvia Di Manno, libraia, ma, soprattutto, compagna di un altro assessore, quello al Bilancio, il toscano Gianni Lemmetti. Oggi dopo ore di polemiche portate avanti dalle opposizioni e della parte più critica della maggioranza grillina, Di Manno ha seguito l’ordine arrivato direttamente dalla sindaca Virginia Raggi rassegnando le sue dimissioni. 

 

L’assunzione faceva parte di un pacchetto d’incarichi a tempo determinato negli staff di diversi assessori ratificato in una delle ultime riunioni della giunta capitolina. Un’infornata di 12 persone per lo più con curriculum nel campo del marketing e della comunicazione che – secondo le opposizioni dell’aula Giulio Cesare – servirà a potenziare la forza mediatica del Campidoglio grillino in vista delle elezioni amministrative.

 

Silvia Di Manno è la titolare di una libreria a Pietrasante città d’arte della Versilia a pochi chilometri da Camaiore, paese d’origine di Lemmetti. La scelta di assumerla con un contratto da 23mila euro aveva fatto “infuriare Virginia Raggi. La sindaca, infatti, non avrebbe partecipato alla riunione di giunta incriminata, scoprendo la nomina direttamente dalla stampa. Quindi, ieri, l’ordine all’assessore: “La tua compagna si deve dimettere immediatamente”. Ore di mugugni e tentate giustificazioni, poi, oggi pomeriggio, la resa: Di Manno si dimette. 

 

Anche perché di “amici di Lemmetti” in Campidoglio ne sono arrivati nel tempo parecchi. Forse troppi. La maggior parte da Livorno dove Lemmetti è stato assessore. A partire da Filippo Nogarin (ora andato via) che di quella giunta era il sindaco. Ci sono poi altri due esponenti della vecchia amministrazione livornese, Alessandro Aurigi e Francesca Martini (finiti entrambi alcuni mesi fa nello staff dell’assessora al Verde Laura Fiorini). Mentre sempre in questi giorni una delibera ha aumentato a 90mila euro all’anno il compenso di Cristiano Battaglini, allenatore di pallavolo a Camaiore e vecchio amico di Lemmetti.

 

Sulla compagna e su Battaglini il Pd ha chiesto la convocazione urgente di una commissione Trasparenza, mentre il consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Figliomeni ha presentato un’interrogazione urgente alla sindaca.

 

Raggi comunque sembra intanto intenzionata a imporre lo stop alla nomina di Di Manno. Una scelta il linea con il pensiero del suo capostaff, Massimiliano Bugani, che nel 2011 dalle pagine del blog di Beppe Grillo tuonava contro i nepotismi nel M5s chiedendo di pubblicare “i rapporti di parentela o affinità fino al terzo grado con eletti e cariche politiche”.

 

Eppure coppie e politica nel M5s s’incrociano con costanza da sempre. E Roma certamente non fa eccezione. Anzi. L’anno scorso in uno degli ennesimi cambi di giunta Virginia Raggi promosse Veronica Mammì assessore alle Politiche sociali e alla Scuola, una scelta che da molti fu vista come un tentativo di accontentare il consigliere ultra-critico Enrico Stefàno. Mammì, infatti, è sua moglie. Così come Giovanna Tadonio, assessore al III municipio grillino fino alla caduta della giunta, lo è del presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito.

 

D'altronde – va riconosciuto – molto spesso la militanza 5 stelle in città è cresciuta in famiglia. Al ritmo di banchetti e meet-up. Tra le altre coppie ci sono il presidente della commissione Ambiente Daniele Diaco e la moglie Silvia Crescimanno, presidente grillina del municipio XII. Poi, la consigliera comunale Simona Ficcardi e il compagno, presidente della commissione Rifiuti della Regione Lazio, Marco Cacciatore. Una coppia cementata sulle battaglie contro la discarica di Malagrotta e che proprio sul fallimento rifiuti ha deciso di abbandonare il M5s per trasmigrare nei Verdi.

 

Amore e politica però non si traducono sempre in incarichi più o meno speculari tra moglie e marito. C’è anche chi rimane fuori, chi preferisce stare un passo indietro. Spesso si tratta dei mariti delle donne di successo dell’universo grillino. Come Virginia Raggi. Il marito Andrea Severini nel 2013 prese solo 124 preferenze e non riuscì ad entrare in aula Giulio Cesare. Per lui nessun incarico, ma soltanto un ruolo da first gentelman e cane da guardia social per difendere “la grande donna” dagli attacchi, soprattutto quelli che arrivano dai nemici interni. Un ruolo simile, con toni minori, se lo è ritagliato anche Adriano El Ricano Monti, compagno di Monica Lozzi, attivissima presidente del VIII municipio, ormai ex grillina (è passata al movimento euroscettico di Gianluigi Paragone) e candidata sindaco per Revoluzione civile. Proprio i due compagni nei mesi dell’addio di Lozzi al M5s furono protagonisti di epici (si fa per ridere) scontri su Facebook in difesa delle rispettive consorti.

 

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