Dal consiglio europeo

Così Draghi predica in Europa la creazione degli eurobond

Valerio Valentini

Non solo vaccini. Il premier chiede alla Von der Leyen di agire di fronte alle inadempienze delle case farmaceutiche. Ma poi offre la ricetta per il futuro: unione bancaria completa e titoli comuni europei, sul modello degli Usa. Il caso AstraZeneca sul tavolo della Commissione

Nel breve periodo, i vaccini. Ma se guarda più in là, a come l'Europa deve uscire dall'emergenza economica causata dal Covid, Mario Draghi vede molto di più. "Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale che sia in grado di portarci fuori dalla crisi", dice il presidente del Consiglio italiano nel corso della discussione all’Eurosummit sul ruolo internazionale dell’euro. E non basta, però, perché Draghi si spinge molto più in là. E invita, riferiscono fonti Ue rilanciate da Palazzo Chigi, a prendere esempio dagli Stati Uniti. "Negli Usa hanno un’unione dei mercati dei capitali, un’unione bancaria completa, e un safe asset", ha notato Draghi, aggiungendo che questi elementi sono la chiave del ruolo internazionale del dollaro.

 

E' un po' la ricetta che mr "whatever it takes" predicava nella fase finale del suo mandato alla Bce, e ancor più durante il suo periodo di transizione tra l'Eurotower e Palazzo Chigi. E però ribadita oggi, nei panni di un premier italiano in carico, con Angela Merkel che s'avvia a lasciare la guida della Germania ed Emmanuel Macron già impelagato nella battaglie elettorale che verrà per la sua riconferma all'Eliseo, hanno evidentemente un peso diverso. E' la necessità di creare un titolo comune europeo, infatti, il tema su cui Draghi insiste con più fermezza nel corso della conferenza coi suoi omologhi del vecchio continente. "Lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. E' un obbiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico".

 

Se questa la prospettiva tracciata, c'è poi l'incombenza della pandemia che preme. E anche sul fronte della campagna vaccinale, Draghi interviene con fermezza nel corso del Consiglio europeo dedicato al Covid-19. Sostiene innanzitutto la necessità di non restare inermi di fronte agli impegni non onorati  da alcune case farmaceutiche. “I cittadini europei hanno la sensazione di essere stati ingannati da alcune case farmaceutiche”, dice il premier, che ripercorre poi i punti salienti della vicenda dei vaccini AstraZeneca conservati nello stabilimento di Anagni. E così arriva a chiedere a Ursula von der Leyen se ritiene giusto che le dosi di vaccini localizzate in Belgio e in Olanda restino destinate all’Unione europea, in tutto o in parte. La replica della presidente della Commissione non si fa attendere: e così la von der Leyen rassicura i capi di stato e di governo europei che le dosi prodotte in Ue saranno destinate agli stati membri.  Infine, sempre stando alle ricostruzioni provenienti da fonti Ue e validate da Palazzo Chigi, Draghi condivide pienamente la proposta della Commissione europea di introdurre un certificato verde digitale, invitando anche ad approfondire alcuni possibili ostacoli all’esecuzione del progetto. “Gli Stati membri avranno bisogno di tutto l’aiuto che la Commissione può dare”, spiega il premier, “perché avere piattaforme nazionali e renderle interoperabili non è un risultato banale”.

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.