Diplomazie
L'America o la Cina. I grillini da che parte stanno?
Di Maio cerca in tutti i modi di compiacere Biden-Blinken. Dall'altro Beppe Grillo continua a fare da megafono alla propaganda di Pechino. Conte che farà?
La priorità dell’America di Joe Biden contro la Cina sono le alleanze. In Italia il Movimento cinque stelle si dice atlantista, e però pubblica la propaganda di Pechino sui vaccini e sullo Xinjiang
La priorità dell’America è la Cina. E la priorità dell’America di Joe Biden contro la Cina sono le alleanze. E’ in corso un’offensiva diplomatica da parte di Washington per ripristinare il fronte anti-cinese internazionale che si era un po’ perso durante gli anni della diplomazia via Twitter di Donald Trump. Il rafforzamento di queste alleanze passa soprattutto per l’Europa. In Italia, però, l’America si trova ad affrontare una forza di governo non proprio coerente nelle sue posizioni con Pechino. “In questo periodo di sfide globali senza precedenti – dal Covid-19 ai cambiamenti climatici, dall’autoritarismo agli sconvolgimenti economici e tecnologici – la forza del partenariato tra l’Italia e gli Stati Uniti non è mai stata così importante”. Scrivono così, in una lettera cofirmata pubblicata ieri da Repubblica, il segretario di stato americano Antony Blinken e il suo collega italiano Luigi Di Maio. Blinken, che è atteso in primavera a Roma, arriva in un momento in cui l’ex leader del M5s sembra riconvertito all’atlantismo: lo ripete sempre, in ogni occasione pubblica. Eppure è stato lui, nel marzo del 2019, a firmare l’ingresso dell’Italia, primo e unico paese del G7, nel mega progetto strategico cinese della Via della Seta, nonostante i dubbi degli americani. Ed è stato Di Maio, neanche un anno fa, a dire che “chi ci ha deriso sulla Via della Seta ora deve ammettere che investire in questa amicizia ci ha permesso salvare vite in Italia”.
Di Maio celebrava gli aiuti da parte della Cina e dava fin troppo spazio alla propaganda cinese – visto che aiuti disinteressati non erano: il 90 per cento dei contratti d’emergenza del primo periodo dell’epidemia (più di un miliardo di euro) li abbiamo firmati con la Cina.
Se Di Maio sta facendo di tutto per togliersi di dosso i vestiti dell’orbaniano, che vola a Shanghai a trattare con i cinesi per la vendita di industrie strategiche come l’Ilva oppure del porto di Trieste, d’altra parte, sul sacro blog del M5s – il luogo dove si teorizza la direzione politica del suo partito – la Cina è la salvatrice, Biden-Blinken invece un “duo pericoloso”. Mercoledì scorso sul blog di Beppe Grillo è stato pubblicato l’ennesimo articolo di propaganda cinese firmato da tale Fabio Massimo Parenti, “Foreign Associate Professor di Economia Politica Internazionale alla China Foreign Affairs University, Beijing”, scrive nella sua biografia di cui si sanno ben pochi altri dettagli. Parenti, che il mese scorso, sempre sul sito di Grillo, aveva scritto che era ora che l’Europa si affidasse ai vaccini cinesi, ora scrive che “le accuse sullo Xinjiang si basano su ‘fonti’ inaffidabili e ‘dati’ inverificabili”, ripetendo praticamente con le stesse parole quello che i funzionari cinesi ripetono da quando l’Unione europea ha deciso di sanzionare la Cina per violazione dei diritti umani nella regione autonoma a maggioranza uigura. Sanzioni votate pure dall’Italia, e quindi dal M5s: eppure sono in molti ancora a credere al “grande complotto americano” contro la Cina, soprattutto tra i sostenitori dei grillini.
L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che nel 2019 si contendeva con il ministero dello Sviluppo economico la gestione diretta dei rapporti con la Cina, ha annunciato la “rifondazione” del Movimento cinque stelle. Eppure è difficile immaginare il Movimento con una nuova, chiara e coerente direzione di politica estera. Se Conte chiuderà davvero con Davide Casaleggio, è possibile che l’unico blog che gli resterà sarà davvero quello di Grillo. Quello che pubblica, con scadenza regolare quasi sospetta, la propaganda cinese. Più che sbandierare il nuovo ritrovato atlantismo, sono i fatti a dimostrare da che parte sta il M5s.