"Il nuovo Pd di Letta guarda al modello Ursula". Pittella ci spiega perché ha lasciato Base Riformista
L'incontro Letta-Renzi e il veto di Iv sul M5s? "Non un veto ma un disaccordo. Il Movimento antisistema non c'è più. Mi auguro che arrivi a posizioni che contraddicano il M5s delle origini persino su Giustizia e infrastrutture"
Pochi giorni fa il senatore dem Gianni Pittella ha lasciato la corrente "Base Riformista" del Pd. “L'elezione di Letta alla guida del Pd cambia lo scenario politico”, dice. “Letta interpreta una linea più riformista e voglio contribuire a questa nuova fase da persona libera e autonoma da affiliazioni di corrente. Non demonizzo le correnti ma voglio dare il mio contributo come individuo”. Le correnti sono in declino? “Se le aree politiche sono espressioni di idee, di posizioni culturali e ideali non devono morire. Anzi, un partito deve garantire il pluralismo interno. Mantengo ottimi rapporti con Base riformista e con gli esponenti del Pd”. La strada di Letta è in salita. “Enrico Letta ha un compito impervio, si è assunto una sfida imperiosa: quella di ricostruire un partito democratico molto largo e uno schieramento ampio e plurale che vada da Leu a M5s a Calenda, Renzi, Bonino, direi anche a un pezzo di Forza Italia. Un largo schieramento come quello che ha votato al Parlamento Europeo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen”. Questa mattina Letta ha incontrato Renzi. C'è stato un veto di Renzi sul M5s? “Non un veto ma un disaccordo. Sono cose che vanno meditate: se guardiamo com'era il M5s qualche hanno fa è del tutto cambiato. Era un movimento antisistema, oggi è un pezzo di sistema che si è cimentato con il governo del paese e si sta ammodernando. Mi auguro che ciò porti a posizioni ancora più riformiste e contraddicano il M5s delle origini perfino sul tema della Giustizia e delle infrastrutture. Auspico che questo Movimento possa portare nel centrosinistra posizioni compatibili con una visione garantista e riformista della società italiana”.