Emiliano si infila nelle chat delle mamme per dire "non andate a scuola"
Il governatore della Puglia raggira Draghi: piani vaccinali dribblati e sulla scuola libero di agire come vuole. Speranza, ci sei?
Erano state nette le parole del presidente Draghi durante la conferenza stampa per la presentazione del decreto del 26 marzo, con cui annunciava la riapertura delle scuole dopo Pasqua anche in zona rossa: “Ci sono state scelte di chiusura della scuola da parte dei governatori che dovranno essere riconsiderate alla luce della scelta del governo di dare priorità alla scuola”. Si riferiva alle ordinanze con cui alcuni presidenti di regione, tra tutti Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, hanno chiuso in questi mesi le scuole indipendentemente dall’indice di contagio e dal colore di rischio della zona.
L’Unicef ha contato i giorni di presenza nell’ultimo anno scolastico: i bambini di Milano sono andati a scuola 112 giorni, a Napoli 70 e a Bari 48. Proprio le regioni del Sud, con più alta dispersione scolastica e più basso livello socioeconomico, si sono concessi, per scelta dei loro presidenti, di tenere più a lungo i bambini a casa. All’ennesimo ricorso perso e ordinanza bocciata, Emiliano, che quanto a furbizia è imbattibile, si è inventato una soluzione tutta pugliese: la didattica a “la carte”. In sostanza in Puglia chi vuole va a scuola e chi non vuole resta a casa. “Ma io invito i genitori che tengono alla salute della famiglia a non mandare i bambini a scuola” ha detto dal primo momento terrorizzandoli e criminalizzando chi invece decideva di portarli, accusati dagli altri di non voler bene ai propri figli. A mettere fuoco tra loro proprio il presidente, che addirittura si è fatto inserire nelle chat delle mamme perché “vorrei conoscere le vostre opinioni sulla opportunità di riprendere la didattica in presenza”.
Altro che scienza, come per la xylella, contagio che continua ad avanzare e a distruggere il paesaggio e l’economia di Puglia, anche per il Covid le scelte di Emiliano nascono dalla pancia degli elettori. “Non capisco perché il governo non ha adottato la stessa tattica della Puglia lasciando liberi i genitori di decidere”, ha detto il governatore senza che gli venisse in mente come mai questa soluzione l’ha trovata solo lui. L’istruzione non è solo un diritto, è un obbligo, proprio perché non può essere lasciato alla decisione delle famiglie. Con il rischio che proprio quelle più deboli, dal punto di vista socio economico e culturale, con le mamme a casa, sono quelle che tengono i bambini a scuola. “Nessuno meglio di un genitore può decidere sulla salute del figlio” secondo Emiliano.
C’è un video che a Capodanno ha fatto il giro d’Italia: un bambino di un quartiere popolare di Taranto che spara dal balcone minacciando Conte. Tutti lo hanno commentato inorriditi e si sono indignati, nessuno si è chiesto se la mamma di quel bambino avesse deciso di tenerlo in dad o mandarlo a scuola. Dove sicuramente avrebbe avuto occasione di riflessione ed educazione, in uno scambio di relazioni ed esperienze che non si può fare da casa col computer. Ma a questo Emiliano non ci pensa per lui “il governo deve garantire il diritto alla dad, perché durante un’epidemia imporre di andare a scuola significa violare la Costituzione e il diritto alla salute”. Eppure nonostante i bambini a casa da ottobre, la Puglia oggi è prima nella classifica del rischio e ultima nell’indice You trend. E mentre il Lazio continua a fornire tamponi gratuiti per tutti gli studenti a richiesta, in Puglia intere famiglie sono ancora oggi segretate e abbandonate 20 giorni in casa in attesa di un molecolare per contatto stretto (l’assessore Lopalco non ha mai consegnato gli antigenici di Arcuri ai medici di base). Frutto della strategia di Lopalco, unica in Italia, di combattere quella che lui ha chiamato “la tamponite”. Nella penultima ordinanza sulla scuola (ne ha fatte 19) Emiliano scriveva “saranno sicure solo con i vaccini quindi ora le chiudiamo fino al 14 marzo data entro cui vaccineremo tutto il personale scolastico”.
La corsa alla vaccinazione effettivamente per quella categoria c’è stata, ma ha rallentato tutte le altre. Cosi oggi abbiamo gli insegnati vaccinati, gli anziani per niente, le scuole chiuse, e gli ospedali senza posti letto. La campagna vaccinale pugliese è “a la carte” come la didattica. Non c’è un piano trasparente e pubblico con le categorie che vengono vaccinate giorno per giorno e il decreto Speranza e il piano Figliuolo non sono mai arrivati. Mentre gli under 80 inizieranno solo il 12 aprile e fragili e domiciliari non hanno ancora una data, 230 mila dosi giacciono in frigorifero. La Puglia è l’ultima per settantenni vaccinati, secondo Lopalco perché non ci sono dosi. Che invece abbiamo per continuare la programmazione per categorie: sacerdoti, dipendenti regionali, comunali, confcommercio, associazioni varie ed eventuali, tutte vaccinate con priorità ma senza che venga indicato ufficialmente. Ci chiediamo cosa aspetti Speranza a usare poteri sostitutivi sulla Puglia. Ma Emiliano, che frega sempre tutti, ha nominato un consulente per i rapporti con Speranza: è il segretario regionale di Articolo Uno Ernesto Abaterusso, già nominato da Arcuri presidente della fallita Italia Navigando, consigliere regionale uscente dalemiano, non rieletto alle elezioni e subito ripescato trade union tra Speranza ed Emiliano. Non ce l’hanno un dalemiano in Lombardia? Altrimenti gli mandiamo Lopalco.