il retroscena

I dubbi di Dombrovskis e le richieste delle regioni. Draghi alla prova del Recovery

La riunione col commissario europeo al Commercio. Il vertice convocato dal Nazareno: "Saremo i mediatori tra Roma e gli enti locali". Il 26 aprile il premier illustrerà il Pnrr alle Camere

Valerio Valentini

Lo stallo tedesco che minaccia i tempi di erogazione degli anticipi. Le proteste delle regioni sulla governance e la mediazione della Gelmini ("C'è la piena volontà di coinvolgervi"). Letta prepara la strategia del Pd sul Pnrr. E il premier si preparara alla sfida europea

Che di tempo per i contorcimenti della politica non ce ne sia molto, lo ha confermato a modo suo anche Valdis Dombrovskis. Il quale ieri mattina, in una riunione riservata con alcuni parlamentari europei, interrogato sui paventati ritardi nell’erogazione degli anticipi del Recovery plan (per l’Italia si tratta di quasi 21 miliardi), s’è lasciato scappare un mezzo mugugno sul fatto che sì, difficilmente arriveranno prima di settembre. Il ritardo, una volta tanto, parrebbe soprattutto tedesco: coi rappresentanti del Bundestag che hanno tentato di illustrare ai colleghi, sotto l’occhio severo del commissario europeo al Commercio, lo stallo tra le loro assemblee legislative che hanno approvato il piano comunitario e il non expedit giunto invece dalla Corte suprema, precisando che si tratta di un precedente abbastanza insolito e sulla cui risoluzione è dunque proibitivo indicare delle scadenze.

 

E però gli inciampi altrui non dovrebbero diventare un alibi per noi, che di credibilità da sperperare ne abbiamo assai meno della Germania. Per questo Mario Draghi spera che l’incontro con le regioni di oggi, non inneschi nuove conflittualità. Mariastella Gelmini, che prenderà parte al vertice insieme al ministro Daniele Franco, nel suo ruolo di mediatrice tra Roma e la periferia ha mandato ai governatori delle rassicurazioni proprio sul tema che a loro sta più a cuore: la governance. “L’esecutivo ha tutto l’interesse di avviare un forte coinvolgimento della Conferenza delle regioni, e questa riunione ne è la prova”, ha spiegato la ministra, come a cercare di sottrarre il Recovery dalla baruffa permanente intorno alle riaperture e ai colori connessi.

 

Ma la verità è che quello tra regioni e governo, sul Recovery, è un equilibrio che andrà trovato strada facendo, cercando di convincere i governatori che no, nessuno vuole espropriarli delle loro prerogative. “Di certo non potrebbero farlo sui capitoli su cui la Costituzione ci attribuisce potestà di spesa”, ha messo le mani avanti, parlando coi colleghi, Donatella Tesei, la presidente dell’Umbria che, per il centrodestra, segue il dossier. E dunque sulla sanità, così come sulle politiche attive e sulla riforma degli Istituti tecnici superiori, i governatori faranno sentire la loro voce. Sulle altre istanze da rivendicare, invece, decideranno oggi pomeriggio, nella riunione che Stefano Bonaccini ha convocato  in preparazione del vertice con Draghi, con l’obiettivo di evitare le fughe in avanti di alcuni suoi omologhi più scalpitanti, che nei mesi passati, dal Piemonte alla Basilicata, si sono già lanciati in operazioni fantasiose come la redazione di un “Pnrr regionale”.

 

Ma che il tema della governance, che andrà definita con un decreto nelle prossime settimane, resti scivoloso, lo sanno anche al Mef, dove verrà incardinata la cabina di regia del Recovery. Se ne è accorto anche Enrico Letta, che martedì  ha riunito i membri della sua segreteria per parlare, insieme alle nuove capogruppo di Camera e Senato, di come il Pd dovrà agire sul Recovery. E Roberto Gualtieri, con l’aria di chi rivendica il lavoro svolto, ha difeso l’impianto del Pnrr licenziato ai tempi del BisConte, quando non a caso s’era deciso di valorizzare il Ciae, il Comitato interministeriale che contemplava il coinvolgimento di regioni e comuni. Draghi pare gradire poco l’idea di una task force troppo allargata, con una rappresentanza fissa degli enti locali. E però, prima di escluderla del tutto, vuole appunto confrontarsi coi governatori: che, oltre alle scarsa partecipazione in fase di programmazione, paventano anche il rischio di essere esautorati da commissari speciali con poteri sostitutivi. “Ma il coinvolgimento e la responsabilizzazione degli enti locali su questa partita, deve essere anche una nostra battaglia”, ha insistito il deputato dem Fabio Melilli. E Letta, chiudendo l’incontro, ha sposato la causa. Sapendo che, tra le richieste che arriveranno da sindaci e assessori, ci sarà sicuramente quella del superamento del Codice degli appalti. Ma per quello se ne riparlerà a fine aprile: dopo il 26, quando la versione definitiva del Pnrr verrà illustrata da Draghi in persona alle Camere, prima di inviarla a Bruxelles.

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.