Poteri speciali contro le regioni ribelli. Chiacchierata con Speranza

Claudio Cerasa

Niente sconti ai governatori che non rispettano i piani. E poi un orizzonte per rivedere la luce. Parla il ministro della Salute: “Entro  giugno tutti i fragili vaccinati”

La conferenza stampa di Mario Draghi è finita da qualche minuto e tra le molte domande a cui ha risposto il presidente del Consiglio ce n’è una che è rimasta inevasa: ma concretamente che cosa può fare il governo per evitare che in giro per l’Italia vi sia, in alcune regioni, una sostanziale anarchia nello stabilire le priorità per la somministrazione delle vaccinazioni? L’anarchia è quella che si desume con chiarezza andando a osservare le differenze che esistono tra regione e regione relativamente al numero di over 70 vaccinati. E se è vero che l’Italia non è così indietro rispetto al resto d’Europa nella vaccinazione degli over 80 (gli over 80 che hanno ricevuto almeno una dose sono il 61,8 per cento, la media europea è del 62,9 per cento) è invece vero che l’Italia si trova ancora indietro nella somministrazione dei vaccini alla popolazione che si trova tra i 70 e i 79 anni (ad aver ricevuto una prima dose è il 13,4 per cento, in Francia, che ha il 62,4 per cento di over 80 vaccinati, la popolazione vaccinata che si trova tra i 70 e i 79 anni è pari al 49,3 per cento). E il ritardo lo si spiega con alcune asimmetrie che si trovano in giro per l’Italia: ci sono regioni virtuose che in questa fascia di popolazione hanno vaccinato più della media italiana (il Lazio, il Veneto, la Sicilia, la Campania e anche la Toscana) e ci sono invece regioni che hanno sottratto vaccini a questa fascia d’età per offrirli a qualcun altro (sotto la media nazionale si trovano con ritardi più o meno gravi Liguria, Calabria, Sardegna, Piemonte, Lombardia, Abruzzo, Marche, Umbria, Puglia, Basilicata).

 

Gira che ti rigira il punto è sempre lì: che fare per evitare il rischio non poco diffuso dell’anarchia regionale? E quanto ci vorrà a capire che il problema  non sono i giovani che saltano la fila, come suggerito ieri dal premier, ma sono le regioni che costruiscono file alternative a quelle chieste dal governo? Il Foglio ieri ha chiamato al telefono il ministro della Salute Roberto Speranza per insistere su questo tema e il ministro ci ha offerto qualche spunto. “Io dico che laddove verranno riscontrate anomalie nell’esecuzione del piano vaccinale e nella messa a punto delle priorità individuate dal governo è giusto che lo stato faccia tutto ciò che è nei suoi poteri fare per raddrizzare la rotta”. Quando il ministro dice che lo stato deve utilizzare tutti i poteri di cui dispone si riferisce ovviamente anche alla possibilità che il commissario straordinario chieda al governo di utilizzare un articolo importante previsto nell’ultima legge di Bilancio, il numero 1, comma numero 458, che prevede la possibilità di trasferire allo stato centrale i poteri sostitutivi per “l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica”. Speranza non si augura  che si debba arrivare a questo ma ci dice che “nessuna opzione può essere esclusa perché la priorità del governo oggi è chiara e non ci possono essere equivoci: le regioni devono vaccinare chi ha una priorità oggettiva e chi oggi ha una priorità oggettiva sono gli over 70 e i fragili”. La strada dei poteri speciali non è dunque un tabù (anche se la linea del governo al momento è quella  di punire le regioni inadempienti ritardando le aperture per chi non rispetta il piano vaccinale). Così come non può essere un tabù neppure provare a fissare sul calendario una data superata la quale sarà possibile ripensare alcune delle restrizioni necessarie oggi per governare la pandemia. 


Io dico che entro la fine di giugno tutta la popolazione fragile e la popolazione composta dagli over 70 sarà vaccinata e una volta raggiunto quell’obiettivo sono ottimista sul fatto che si possano superare molti dei vincoli attuali”. Come si arriva alla data di fine giugno è presto detto: da qui al 30 giugno, dice Speranza, “l’Italia riceverà circa 50 milioni di vaccini. Vogliamo essere pessimisti? Diciamo che ne riceveremo 45 milioni. Di questi sette milioni saranno quelli monodose di Johnson & Johnson. Restano 38 milioni di dosi. Dividiamole per due e abbiamo 19 milioni di persone che potranno essere immunizzate tra prima e seconda dose. Significa che da qui a fine giugno possiamo rendere immuni 27 milioni di persone”. I calcoli sono presto fatti. Ci sono 1,9 milioni di over 80 che una dose la devono ancora ricevere. Ci sono 5 milioni di over 70 che una dose la devono ancora ricevere. Ci sono circa 1,8 milioni di persone dai 70 anni in su che devono ricevere una sola dose. E poi, a volerci allargare, ci sono circa 5 milioni di persone che si trovano tra i 60 e i 70 anni e che devono ancora ricevere una dose.

 

L’obiettivo di giugno non è irrealistico e una volta che si raggiungerà quell’obiettivo Speranza pensa che sia opportuno ragionare non solo sulla rimodulazione di alcune restrizioni ma anche su una svolta da imprimere alla campagna vaccinale: “Una volta vaccinata la popolazione più fragile credo abbia senso riflettere se non sia opportuno liberalizzare tutte le vaccinazioni nel senso di dare la possibilità di vaccinarsi a tutti quelli che lo desiderano senza stabilire più fasce d’età. Ma per arrivare a quel traguardo occorre essere più che mai vigili e intervenire con prontezza laddove si andranno a verificare asimmetrie inaccettabili per uno stato che vuole proteggere i suoi cittadini”. 

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.