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editoriali

Dare un motore alla diligenza della Pa

Brunetta vorrebbe farne una Ferrari. Ma basterebbe anche meno

La riforma della Pubblica amministrazione è la prima a partire, anche perché tutte le altre, legate al Recovery plan, potranno essere realizzate nei tempi rigidamente indicati dalle norme europee solo se saranno incardinate e controllate da un apparato dello stato efficiente e rapido. Spetta a Renato Brunetta affrontare questa materia complicata, in condizioni assai migliori di quelle in cui si trovò a guidare lo stesso ministero nel 2008. Questa volta c’è più disponibilità a finanziare la riforma, il che ha consentito di rinnovare i contratti del pubblico impiego e a stipulare con i sindacati un “patto per l’innovazione del lavoro pubblico e per la coesione sociale”. Sono partiti i concorsi, con l’obiettivo di un consistente ricambio del personale, 500 mila addetti in cinque anni, il che dovrebbe assicurare un ringiovanimento e un migliore livello professionale. Il ritmo è buono e le necessarie precauzioni sanitarie sono state approntate. Le proteste giovanil-egualitarie che contestano i requisiti minimi per partecipare ai concorsi sono infondate. Si potrà rivedere le condizioni di accesso ma non certo nella logica anti meritocratica del “todos caballeros”.

 

Il ricambio del personale è un dato positivo, ma non garantisce di per sé quel miglioramento dell’efficienza che è necessario. Una Pa che risente ancora delle rigidità sabaude e del pressapochismo borbonico, per funzionare nel Terzo millennio deve fare un salto di qualità. Brunetta dice che sogna una Pa che funzioni come una Ferrari, ma basterebbe dotare di un motore a scoppio la diligenza a cavalli di cui disponiamo ora. Un apparato pubblico che sappia dialogare con i cittadini e gli utenti senza considerarli sudditi e che sia in grado di utilizzare i moderni sistemi di gestione dei dati e di adattarli alle circostanze dei diversi servizi darebbe un impulso importante, per certi aspetti decisivo, alla ripresa di un paese che dopo la pandemia non deve tornare a essere com’era, ma deve funzionare molto meglio. 

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