Il caso Giorgianni

Una procura per la toga no vax. Il Csm non lo sanziona ma valuta se premiarlo

L'autore del libro "Strage di Stato" annuncia la sua candidatura

Luciano Capone e Carmelo Caruso

Angelo Giorgianni, autore del libro negazionista "Strage di Stato" è in corsa per fare il procuratore capo a Caltanissetta. Lo annuncia lui stesso in un'intervista. Il Csm sarà a chiamato a valutare. C'è il rischio che venga perfino promosso

Roma. Il Csm sentirà  Angelo Giorgianni. Non per sanzionarlo per i deliri complottisti su Covid e vaccini, ma per valutare se promuoverlo a più alti incarichi. Scaricato da Nicola Gratteri che in pratica lo ha definito un turlupinatore (“la mia prefazione nasce da un abstract non del tutto corrispondente” al libro, versione smentita da Giorgianni: “il pdf del libro inviato al dottor Gratteri, fatto salvo  l’editing finale, è fedele al testo pubblicato”), redarguito da magistrati e intellettuali, ebbene, non solo il giudice complottista né si pente né si dissocia dal co-autore antisemita ma il vero guaio è che rilancia. La notizia la dà  lo stesso Giorgianni, l’autore del libraccio “Strage di Stato – Le verità nascoste della Covid 19”, un testo dai contenuti tanto guasti che   anche il prefatore Gratteri ha dovuto prendere le distanze. Intervistato da TgCom, annuncia che verrà audito dal Csm e che è in corsa per fare il procuratore capo di Caltanissetta.


Non è una procura qualsiasi. Caltanissetta ha la competenza sulle indagini che coinvolgono le toghe di Palermo, di Agrigento. Nel gergo dei magistrati si chiama “articolo 11”. Non solo. Da qui passa il processo sulla strage di via D’Amelio, sul  depistaggio e  Scarantino. A Caltanissetta si è celebrato il processo sull’antimafia di Montante, sul sistema Saguto. Sono enormità che chi segue la cronaca giudiziaria conosce e teme. Come può il Csm ascoltarlo e prendere in considerazione la sua candidatura?

 

La procura è stata lasciata libera lo scorso settembre da Amedeo Bertone ed è retta al momento da Gaetano Paci che è il procuratore aggiunto e che oggi concorre. Ha legittime ambizioni un altro importante magistrato di Palermo. Si chiama Salvatore De Luca. Insomma, in tempi normali non si prenderebbe sul serio la candidatura che Giorgianni ha formulato. Ma se finora è stato libero di straparlare di “Strage di stato”, di sposare le tesi più squinternate del suo coautore Pasquale Bacco, di fare video su Facebook e girare per convegni e piazze No-mask con chi parla di “lobby ebraica” e “vaccini acqua di fogna” senza che il Csm abbia mai fatto un plissé, come si può essere sicuri che non ci riesca? Dice un importante magistrato, uno di quelli che prima di scrivere si informa e legge, che  non c’è da ridicolizzare. La faccenda va presa sul serio. “Credetemi, il rischio è che qualcuno che gli vada dietro, Giorgianni lo trovi”.


Ha inoltrato formale  candidatura e punta tutto sulla sua anzianità. Come funziona? Di fatto, e per fortuna, Giorgianni deve essere valutato. Si tratta di un esame sul lavoro e le funzioni ricoperte. Non è previsto “l’esame psicologico” o il “test psichiatrico” sui cui hanno ragionato Carlo Nordio e  Giuseppe Ayala. Ma ci sarebbe da rivolgere una domanda al Csm: non sarebbe forse il caso di valutare prima i libri e le esternazioni pubbliche e dopo le procure che si candida a guidare? Una breve sintesi per ricordare la sua carriera. Da magistrato a Messina, oggi è alla Corte d’Appello, si è meritato il titolo di “Di Pietro del Sud”. E’ saltato in politica dove ha cercato la candidatura prima con i Ds (rifiutata) e dopo con Rinnovamento Italiano di Dini. E’ riuscito a ottenere un sottosegretariato salvo essere tirato in ballo da un imprenditore e costretto alle dimissioni da Romano Prodi. Dopo le scuse di Gratteri, Giorgianni si è mai pentito? Macché.

 

Nell’intervista “intima” a Tgcom ripete che il suo libro è un capolavoro d’inchiesta e che con Bacco si è  limitato a registrare quanto hanno detto personalità ben più autorevoli di lui: Donald Trump e monsignor Viganò. Rivendica persino la denuncia depositata alla Corte dell’Aia: chiede che il governo italiano venga giudicato per “crimini contro l’umanità”. Ha pure diffidato Draghi sui vaccini. Il Csm finora ha dormito, ora valuterà addirittura se affidargli una procura.
 

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