Il pantheon di un premier
Draghi di valori: 25 aprile, morale, coscienza. Di parte senza prendere parte
"Non scegliere è immorale". La lezione
Un Draghi patriottico, ma anche di valori. Dal richiamo alla coscienza al 25 aprile, dove non tutti "furono brava gente"
“Con che coscienza si supera la fila?”, “non tutti gli italiani furono brava gente” e poi “non scegliere è immorale”. La morale? E’ che senza fare la morale, Mario Draghi sta riempiendo di significato parole che lo avevano perso. Prima del suo richiamo alla coscienza, di coscienza se ne abusava. E infatti, medici obiettori, obiezione dei partiti su temi etici… E però, non ha forse ragione lui?
Togliere una dose a un anziano fragile, anche se non è un reato, non è forse ancora peggio? Non è uno scandalo di (buona) educazione? Ebbene, ci voleva un economista per rilanciare la filosofia. Il problema non è dunque (o almeno non sono solo) cosa fanno le regioni. Voleva dire che superare la fila precede il malcostume. Quando si è discusso sulla cancellazione delle cartelle ha avuto la forza di chiamarla per quello che era, “si, è un condono”, salvo spiegare che “lo stato non ha funzionato”. La verità è un valore ma chi se la può permettere? Chi non è di parte ma sa quando è il momento di prendere parte. Qual è stata la prima uscita pubblica di Draghi? Non è stato un nastro da tagliare. E’ andato a Bergamo, per commemorare le vittime, nella città che “è simbolo di dolore” e per confermare che “lo stato c’è e ci sarà”. Ogni giorno che passa si scopre un Draghi, uomo di valori, che è una novità e che smentisce l’idea che i tecnici non hanno anima. C’è più animo in Draghi e solo malanimo in chi lo dice. Senza fare polemiche, va fatto notare una cosa. Giuseppe Conte, in occasione del 25 aprile, ha scoperto che è questa la giornata dell’impegno. Due anni fa, al contrario, quando governava con Matteo Salvini, chiedeva di non politicizzare la festa.
Draghi dice invece che “non tutti gli italiani hanno scelto bene e che il linguaggio d’odio sfocia spesso nel razzismo e nell’antisemitismo, contiene sempre i germi di potenziali azione violente. E’ una malapianta”. Perché funziona? Perché convince? Perché Draghi non milita. Nel Recovery manca una riforma: è la riforma del coraggio. In tutti i suoi interventi (scegliere è sempre un esercizio di coraggio) c’è un riferimento al coraggio che è diverso dall’incoscienza. Le aperture di oggi sono “un rischio ragionato”. La sua lezione del 25 aprile dimostra che si possono esprimere tensioni di sinistra sapendo stimolare la destra. Dire che “non fummo tutti brava gente” è un altro modo di smontare uno stereotipo da strapaese. Argomentare alla commissione che l’Italia si impegna e rispetterà quanto dice di fare è un modo di disinnescare i populismi perché “l’Europa è una scelta irreversibile”. Cosa faranno un giorno Borghi e Bagnai? C’è una politica che rincorre un’agenda che non tutti riescono a comprendere e poi c’è un premier che si occupa di riforme, burocrazia, giustizia. Non il premier bacchettone ma, “buongiorno signore preside”, la severità senza rimprovero e l’occhiolino che incoraggia.