Draghi presenta il Recovery in Parlamento
L'informativa del presidente del Consiglio dopo l'approvazione del piano europeo in Consiglio dei ministri. Il voto previsto in serata
Mario Draghi presenta il Recovery alla Camera
Sarà un discorso in stile Draghi. Asciutto, pragmatico. Quello con cui oggi il premier, dalle ore 16, presenterà alla Camera il Piano nazionale di ripresa e resilienza firmato dal governo. Un'informativa che arriva dopo la trasmissione degli atti alle Camere, avvenuta nella giornata di sabato, e cioè quando il piano ha ottenuto il primo via libera in Consiglio dei ministri. Approvazione ritardata per alcune ore dalle perplessità di Bruxelles sulla capacità dell'Italia di approntare un piano di riforme nel breve-medio periodo, e sciolte da un colloquio tra lo stesso Draghi e la presidente della Commissione europeo Ursula Von der Leyen.
Cosa prevede il Recovery
Sul Foglio abbiamo pubblicato in esclusiva l'introduzione che il presidente del Consiglio Draghi ha apposto alle bozze non definitive del Pnrr italiano. Prevede, tra le altre cose, quattro grandi riforme: pubblica amministrazione, giustizia, promozione della concorrenza e semplificazione della legislazione. In aggiunta, il governo ha posto il tema di una riforma fiscale che prevede la revisione delle aliquote Irpef. Come ha scritto il premier per sintetizzare le principali linee di intervento, "il Pnrr è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del paese. Il governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute. L’Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale", Mentre per quanto riguarda la governance, la struttura incaricata di coordinare le varie fasi del Recovery sarà incardinata sul ministero dell'Economia. Mentre una cabina di regia sarà istituita a Palazzo Chigi. Come si evince sempre dalle bozze di cui il Foglio è entrato in possesso, l'obiettivo del governo sarebbe quello di accelerare sul fronte della crescita. Gli interventi, infatti, dovrebbero produrre uno spostamento del tasso di crescita potenziale dell’economia dallo 0,6 all’1,4 per cento all’anno, abbassando il tasso di disoccupazione in una forbice tra il 7,1 e il 7,5 per cento, a livello della media europea. Con un impatto sul pil pari a 3,6 punti percentuali nell’anno finale del piano.
Le varie voci di spesa
Il Pnrr approvato in prima battuta dal governo prevede, in accordo con i principi stabiliti dalla Commissione europea, che da qui al 2026 verranno spesi oltre 222 miliardi di euro. Nel dettaglio, come abbiamo anticipato sul Foglio la settimana scorsa, saranno così ripartiti: 48,925 miliardi alla transizione digitale, 69,1 miliardi alla transizione ecologica, 31,9 miliardi alle infrastrutture, 22,3 miliardi alla coesione sociale e territoriale. 32 miliardi andranno all'Istruzione, 18 miliardi alla Sanità.