video
Gli odg per abolirlo non passano ma il coprifuoco sarà rivisto a maggio. Per Salvini "è una conquista"
La Camera respinge le proposte di FdI che chiedevano la proroga o la fine delle restrizioni alle 22. Ma Lega e Forza Italia non votano e la maggioranza si spacca. La contestazione di Pd, M5S e Leu: "Essere al governo significa poter fare valere le nostre ragioni, potere incidere
La Camera ha respinto l'ordine del giorno Fratelli d'Italia al decreto Covid che puntava ad abolire l'attuale coprifuoco alle 22 e a far rimanere i ristoranti aperti, nelle zone gialle, fino a mezzanotte. Il documento è stato respinto con 233 no e 8 astenuti (48 i voti favorevoli). Lega e Forza Italia non hanno votato: una scelta contestata in Aula dai capigruppo Pd, M5S e Leu. Con l'intervento del premier Mario Draghi si è raggiunta infine una mediazione che ha portato all'accordo. Il nuovo testo nell'odg della maggioranza "impegna il governo a valutare nel mese di maggio sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico oltre che dell'avanzamento della campagna vaccinale l'aggiornamento delle decisioni prese con il decreto 52 del 2021, anche rivedendo i limiti temporali e di spostamento". Insomma, le restrizioni saranno riviste a maggio. L'Assemblea ha bocciato poi un secondo odg di FdI che chiedeva direttamente la soppressione del coprifuoco. Anche in questo caso la componente di centrodestra della maggioranza non ha partecipato al voto (i no sono stati 222, con 4 astenuti e 44 favorevoli).
Per il capogruppo del Movimento cinque stelle alla Camera, Davide Crippa, quella di Lega e Fi è una mossa di "mero tornaconto personale", mentre la capogruppo del Pd Debora Serracchiani dice che "non può esserci una maggioranza 'a la carte', che decide se stare dentro o fuori". "Mi fido degli italiani", dice invece Matteo Salvini uscendo dall'Aula. "E se il trend dell'andamento pandemico resterà positivo, è fondamentale tornare alla vita e al lavoro e alla libertà. Vedere se i dati migliorano già da maggio è una conquista per gli italiani, non per la Lega. Essere al governo significa poter fare valere le nostre ragioni, potere incidere".
La prossima Commissione