Edoardo Rixi (foto Ansa)

l'intervista

Rixi (Lega): “Porti aperti? Ma se con noi Conte era sovranista!”

Luca Roberto

"L'ex premier è camaleontico: si adatta al colore dell'alleato di turno. È passato dal verde al rosso ma è solo trasformismo esasperato", ci dice il viceministro alle Infrastrutture del governo gialloverde

Quando l’altro giorno ha detto: “Non è mai successo con un mio governo che un porto rimanesse chiuso”, lì per lì s’è pensato che volesse sdrammatizzare. E invece dal tono dell’ex premier Giuseppe Conte non è trasparito un grammo di autoironia. Così serio che la viceministra Teresa Bellanova lo ha accusato di essere “senza pudore” e Matteo Orfini ha tentato di ostentare una calma zen (“ci vuole molta pazienza”). Eppure su quest’improvvisa rivendicazione di un diritto all’oblio, per non dire rimozione coatta, i più titolati a esprimersi sono coloro che quella stagione di porti chiusi con l’ex presidente del Consiglio l’hanno condivisa gomito a gomito. “L’uscita di Conte la trovo surreale, anche perché in realtà tra il suo primo e secondo governo c’è stata una certa continuità nella gestione delle politiche migratorie, almeno fino alla modifica dei decreti sicurezza, sotto le pressioni della sinistra radicale”, racconta al Foglio il deputato della Lega Edoardo Rixi, che nell’epoca gialloverde era il viceministro ai Trasporti.

Cos’è, il capo politico in pectore dei Cinque stelle si vergogna di aver lavorato con voi al punto da spingersi a tentare un’operazione di redwashing? “In realtà Conte soffre di camaleontismo, che è una forma di trasformismo esasperato. Prende il colore dell’alleato di turno, estremizzandolo. Con Salvini è stato un leader sovranista, a favore del pugno duro sugli sbarchi. Poi in un’alleanza che coinvolgeva anche Leu s’è fatto il più rosso possibile. Ma in questi anni è stato anche rosa, una tiepida via di mezzo”. Non è forse la cifra di un movimento che nonostante cerchi in tutti i modi di rendere organica l’alleanza con il Pd, continua a definirsi né di destra né di sinistra? “Sono capaci di qualsiasi giravolta, sostenendo l’insostenibile. Un caso eclatante è l’atteggiamento dell’ex ministro Toninelli nel procedimento contro Salvini: dopo averci lavorato insieme ha detto di non ricordare nulla”. Voi però, onorevole, non sembrate aver rimosso quell’intervallo di 15 mesi tra il 2018 e il 2019. “Anzi, abbiamo fatto cose utili come il decreto Genova, con cui siamo riusciti a costruire un’opera in tempi record per tutta Europa. Così come sulle politiche migratorie siamo riusciti a ridurre le morti in mare in maniera esponenziale”. Vuole dire che chi è venuto dopo ha sbagliato approccio? “Guardi, durante il Conte II ci sono stati molti casi di navi costrette a rimanere a largo e a non attraccare, più a lungo di quanto non accadesse nel governo precedente. Ciò che è cambiato è l’enfasi con cui se sono occupati i giornali. E se guardiamo alla scelta di rivedere i decreti sicurezza in inverno, non è stata casuale ma ponderata, basata sul fatto che in quella stagione ci sono meno partenze”, dice Rixi.

 

Sempre guardando indietro, anche sulle Ong, che un tempo per Di Maio erano “taxi del mare”, pare esserci stato un movimento assiale. “Ma tanto hanno cambiato idea su tutto. Hanno una lucida incoscienza che consente loro di non essere mai imbarazzati, neanche dopo l’ultimo video di Grillo. Io al loro posto lo sarei. Noi la pensiamo sempre allo stesso modo: e cioè che senza un coordinamento europeo e senza rivendicare la preminenza della Guardia costiera sulle Ong continueremo a essere il ventre molle dell’Europa. Questo governo ha altre priorità ma prima o poi il tema andrà posto di nuovo”. Poi però a Rixi viene da fare un’aggiunta, doverosa dice lui, che dovette dimettersi per un’inchiesta su presunte spese pazze in Regione Liguria ed è stato puntualmente assolto. “I grillini fecero una campagna per massacrarmi e togliermi di mezzo come avversario politico, Di Maio in primis. Conte invece è stato l’unico che mi ha scritto dopo l’assoluzione. Gli riconosco un’ottima forma a cospetto di una mancanza di sostanza. Gli altri non hanno ancora capito cosa voglia dire comportarsi al di fuori della giungla”.

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