Renzi e Mancini, galeotto fu il cagotto

Luciano Capone

Una spy story tra servizi segreti e servizi igienici. La fantastica versione di Report sull’origine del video dell'incontro tra l'ex presidente del Consiglio e lo 007: merito di una diarrea

Galeotto fu il cagotto (non il canotto, come cantava Renato Zero). Se siamo venuti a conoscenza di quello che potrebbe essere il complotto, di cui parlava anche Goffredo Bettini, ordito per far cadere il governo di Giuseppe Conte, è sì grazie al giornalismo investigativo di “Report”, ma è soprattutto merito di un forte e prolungato attacco intestinale che ha colpito uno sconosciuto signore in viaggio lungo l’Autostrada del Sole. E’ la fermata d’emergenza all’Autogrill di Fiano Romano che consente di assistere, a fine dicembre, all’incontro segreto tra Matteo Renzi e un alto dirigente dei servizi segreti, Marco Mancini, proprio quando si discutono le nomine dei servizi e il leader di Italia viva sta elaborando la sua trama contro Conte. Che non ci sia l’opera dei servizi segreti dietro alla caduta dell’Avvocato del popolo?

 

Renzi dice che Mancini era lì per regalargli i “Babbi”, prelibati wafer romagnoli, per Natale. E’ una spiegazione ovviamente poco credibile, ma sicuramente più verosimile dell’incredibile spiegazione fornita da “Report” su chi, come e perché abbia osservato e registrato quell’incontro di oltre quattro mesi fa. La versione del testimone, come riportata da Report, è questa. Mentre viaggia in autostrada, un’insegnante ha il padre che inizia a sentirsi male, ha bisogno della toilette. Per fortuna si trovano a duecento metri dall’Autogrill di Fiano Romano e si fermano per usufruire dei servizi igienici. Se i disturbi si fossero manifestati qualche manciata di secondi dopo avrebbero dovuto puntare sull’area di servizio successiva e non avremmo mai saputo dell’intrigo. “E’ stato un caso fortuito”, dice l’insegnante. Una volta fermi nella piazzola di sosta, mentre è in attesa del padre chiuso in bagno, la testimone nota una persona fuori dall’auto con “i capelli brizzolati”. L’insegnante, certamente preoccupata del padre a cui è andata a prendere una camomilla per idratarlo tra una scarica e l’altra, è ancor più preoccupata della presenza nel parcheggio di questo tizio. E si mette a osservarlo perché “dava l’impressione che fosse un personaggio losco”, dice. E infatti poco dopo arriva un’auto da cui esce Matteo Renzi. Evidentemente si tratta della conferma che quel personaggio fosse losco davvero. I due si mettono a parlare e l’insegnante, intuendo che sta succedendo qualcosa di grave, o comunque di losco, li fotografa e li filma. Il caso vuole che i problemi intestinali del padre siano prolungati, cosicché la figlia può assistere a tutta la conversazione tra Renzi e Mancini, che dura “circa 40 minuti”.

 

 

Alla fine i due si salutano, con l’uomo brizzolato che dice a Renzi di essere a disposizione. Anche in questo caso si tratta di un altro colpo di fortuna, dato che la donna riesce ad ascoltare queste parole solo perché i due si lasciano avvicinandosi alla sua macchina che aveva il finestrino “leggermente abbassato nonostante fosse inverno, lo tenevo così per areare un po’ l’abitacolo”. Cosa comprensibile dati i problemi gastrointestinali del papà, la cui diarrea fortunatamente si interrompe in contemporanea alla fine del colloquio Renzi-Mancini e la donna, rimettendosi alla guida, riesce a notare che uno prosegue verso Firenze e l’altro ritorna verso Roma.

 

Ma perché salta fuori ora questo video? La donna non ha idea che il tipo losco sia Mancini, anche perché la sua unica foto pubblica è di 15 anni fa e all’Autogrill indossava una mascherina. Ma vede la puntata di Report del 12 aprile in cui si parla di scandali finanziari del Vaticano, di monsignor Becciu e di contrasti nei servizi segreti in vista delle nomine del governo (tra i personaggi citati da “Report” c’è Mancini) e anche di un personaggio che ha passato qualche Capodanno con Licio Gelli (quindi ne ha ereditato i superpoteri) che afferma di aver promesso 1 milione di voti a Maria Elena Boschi se Italia viva avesse fatto cadere il governo Conte. L’insegnate, dicevamo, guarda questo fritto misto e, dopo l’intuizione di dicembre che l’ha portata ad accendere la telecamera nell’Autogrill di Fiano Romano, ne ha un’altra: vuoi vedere che Renzi c’entra qualcosa? E allora prende quel video di quattro mesi prima e lo manda a “Report”, che identifica il tipo losco nello 007 Mancini di cui, manco a farlo apposta, aveva parlato nella puntata del 12 aprile.

 

 

Ovviamente i più scettici sono ben liberi di non credere a questa storia, ma è così che è stato scoperto il presunto complotto contro il governo Conte: per un colpo di culo. Galeotto fu il cagotto.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali