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“Calenda sarebbe un buon candidato per Roma ma il centrodestra non lo sceglierà”

Gianluca De Rosa

"Ricorda Alfio Marchini alla prima maniera", dice il consigliere capitolino Alessandro Onorato 

“Calenda è sicuramente un candidato di rottura e di alto profilo, mi ricorda un po’ il Marchini alla prima maniera”. Sono pochi i romani che hanno dimenticato quei grandi cartelloni che tappezzarono per settimane la Capitale. La cartina della città disegnata in rosso a formare un cuore e la scritta inequivocabile “Roma ti amo”. Alfio Marchini, imprenditore romano con ambizioni da sindaco, non ha mai vinto, ma lui e Alessandro Onorato per due volte sono entrati in Aula Giulio Cesare come consiglieri. Oggi Onorato ricorda la prima solitaria, ma decisa, candidatura e si lascia andare a un paragone: “Come Alfio nel 2013 anche Calenda oggi è al di fuori delle logiche dei grandi partiti e sogna soltanto di mettere la propria competenza al servizio della città. Marchini non fu ascoltato e anche a Calenda mi pare non sia andata benissimo”.

 

Nel 2016, però, Marchini divenne uno dei due candidati del centrodestra. Adesso il Movimento 5 stelle ha ufficializzato il suo appoggio al Raggi bis, il Pd ha scelto Roberto Gualtieri, mentre il centrodestra è alla ricerca spasmodica ma infruttuosa di un candidato. E se proprio Carlo Calenda fosse la persona giusta per vincere? “Personalmente – precisa Onorato – non lo conosco, a me piace, mi sembra una persona competente e capace, ma francamente non penso che il centrodestra possa sostenerlo e, soprattutto, credo che lui non sia interessato. Si ritiene un uomo di sinistra e guarda da quel lato. Penso che alla fine, come Alfio la prima volta, andrà da solo. Poi al secondo turno sosterrà il candidato del Pd”.

 

Niente Calenda dunque. Onorato e Marchini invece dopo due tentativi di scalata a palazzo Senatorio che cosa faranno? “Abbiamo investito energie e idee sulla città che non vogliamo buttare via. Vogliamo esserci anche questa volta, ma siamo in attesa di capire che cosa accadrà. Quello che abbiamo imparato cinque anni fa è che bisogna evitare le divisioni. L’obiettivo primario deve assolutamente essere quello unire”. Il consigliere della lista Marchini ricorda poi amareggiato come finì nel 2016. “Alla seconda candidatura di Alfio avevamo fatto di tutto per cementare il fronte, ma quelli di Fratelli d’Italia si imputarono e fecero candidare Giorgia Meloni nonostante fosse incinta. Alla fine ha vinto la Raggi”.