Parla il ministro della pubblica amministrazione

Brunetta al Foglio: “Sì, Draghi deve andare al Quirinale”

Claudio Cerasa

Gli strappi necessari per cambiare il paese su burocrazia, appalti, ambiente, giustizia. E poi il futuro: “Non nascondiamoci: Draghi al Colle sarebbe un’assicurazione sulla vita dell’Italia”

"Io la chiamerei la logica dello strappo ed è la logica con cui stiamo provando a governare”. Gli strappi, ministro, possono permettere di fare uno scatto in avanti, ma non c’è strappo che non sia traumatico. Il governo è pronto a entrare nella fase dei traumi? “Togliere un cerotto può creare un dolore, ma togliere tutti i cerotti insieme, in modo sincronico, può produrre conseguenze positive e molteplici ed è quello che con il governo stiamo provando a fare: rimarginare le ferite provando a ri-ossigenare l’Italia”. Renato Brunetta – ministro della Funzione pubblica, parlamentare di Forza Italia, il più anziano tra i ministri del governo Draghi, compirà 71 anni il prossimo 26 maggio – ieri pomeriggio ha accettato di dialogare per un’oretta buona con il Foglio e assieme a noi ha provato ad approfondire alcuni temi interessanti che riguardano il futuro delle riforme, il futuro delle semplificazioni, il futuro della Pa, il futuro del governo e il futuro della legislatura. “Dobbiamo tenere a mente, oggi, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, che quello offerto dall’Europa sul Recovery non è un piano, ma è un contratto, un patto che  se non viene rispettato, nei tempi, nelle modalità, nelle indicazioni, porterà a chiudere i rubinetti del denaro europeo”.  

 

I tempi, ministro, dicono che “gli interventi di semplificazione più urgenti, a partire da quelli strumentali alla realizzazione dei progetti finanziati nell’ambito del Pnrr, saranno adottati attraverso un decreto legge che sarà approvato dal Consiglio dei ministri entro maggio”. Mancano quindici giorni alla fine di maggio e del decreto non c’e traccia. “Il testo c’è, eccome. Ci stiamo lavorando da almeno due mesi e rispetteremo i tempi. La prossima settimana, contestualmente all’approvazione del “Sostegni 2”, arriverà il testo sulle semplificazioni e sarà approvato. E la settimana successiva sarà approvato l’altro decreto, quello sulla governance del Pnrr”. In verità, ministro, anche il presidente della Repubblica sembra essere preoccupato per i tempi, e non le sarà sfuggita la convocazione al Quirinale per il presidente della Camera e il presidente del Senato. “Mattarella ha fatto benissimo a verificare, con i presidenti delle Camere, i tempi del Recovery, anche in vista dei prossimi dibattiti parlamentari. E ha ragione a essere attento su questo tema”.
 

“Non vorrei che in ragione di una maggioranza così ampia i partiti siano indotti alla guerriglia per piantare bandierine ideologiche. Di guerriglia in guerriglia, di bandierina in bandierina, si rischia l’incidente parlamentare, soprattutto man mano che ci avvicineremo alle amministrative. Occorre raccogliere l’invito alla responsabilità e al rispetto dei tempi. Il Parlamento è centrale, ma non sia luogo di esercitazione guerrigliera”. Un dato interessante del Pnrr: provare a rovesciare il rapporto tra lo stato e i cittadini e suggerire che il compito di uno stato moderno sia quello di non far più sentire ogni cittadino colpevole fino a prova contraria. E’ un elemento ricorrente nelle pagine del Recovery, ministro, ma per non essere troppo vaghi: cosa vuol dire, per fare un esempio, che “la corruzione può trovare alimento nell’eccesso e nella complicazione delle leggi?”.

“E’ una frase che mi sento di condividere al cento per cento e rispecchia lo spirito di una ampia e recente letteratura sull'organizzazione dei sistemi complessi secondo la quale gli investimenti efficaci per essere tali devono avvenire in un ambiente non ostile. Nel caso specifico, bisogna riconoscere che sì, la corruzione si annida in ogni curva, in ogni passaggio burocratico, e compito di uno stato e di un governo all’altezza di queste sfide è eliminare le curve e lavorare ai rettilinei combattendo tutto ciò che contribuisce a creare occasioni di corruzione: la lentezza, la complessità, la non trasparenza, l’opacità, i tempi morti, l’incultura burocratica, l’incertezza amministrativa. Con il Recovery, e con il nostro governo, cambierà tutto, cambierà il vecchio paradigma”.

 

La cornice è chiara, ma ci fa un esempio concreto? Cosa intende il Pnrr quando dice che all’interno della Pa saranno “riviste e razionalizzate le norme sui controlli pubblici di attività private, come le ispezioni, che da antidoti alla corruzione sono divenute spesso occasione di corruzione”? “Significa due cose. La prima: nei paesi civili, quando un’amministrazione pubblica organizza un’ispezione, quell’amministrazione lo fa preparando l’ispezione nel tempo, invitando coloro che devono essere ispezionati a preparare la documentazione necessaria e sollecitando in maniera preventiva la totale collaborazione. In Italia, fino a oggi, le ispezioni sono avvenute con una modalità diversa, quella del blitz con le mitragliette. Uno stato che si fida dei suoi cittadini è uno stato che non tratta i cittadini come se fossero preventivamente dei furfanti fino a prova contraria. Secondo punto: cambiare la logica degli adempimenti. Oggi, il concetto di adempimento coincide con la necessità da parte del singolo cittadino di dover presentare, in ogni occasione, carte, documenti, certificati. Cambieremo impostazione: lo stato sa quasi tutto dei suoi cittadini e quello che lo stato dovrebbe sapere dei cittadini che chiedono un permesso non verrà richiesto una seconda volta. Vuoi attivare un bonus? Vuoi usufruire di una legge? Lo stato non ti chiederà più quello che dovrebbe già sapere di te”. Semplificare significa, come si diceva, produrre degli strappi e strappare a volte significa imprimere delle discontinuità con il passato. Ci sarà discontinuità sul codice appalti? “Il codice appalti italiano è una derivata di una direttiva europea. Alcune norme verranno sospese temporaneamente o semplificate. Nel frattempo lavoreremo a una complessiva riscrittura, in modo da poter verificare, con la dovuta serietà, quali sono le norme che funzionano e quelle che non funzionano”.

Lo stesso varrà per le leggi che hanno a che fare con il danno erariale, i vincoli ambientali e l’abuso di ufficio? “Il criterio sarà sempre lo stesso. Sarà il pragmatismo dello strappo, che ci sarà anche qui, e sarà l’idea di evitare che la tutela di un diritto, penso per esempio all’ambiente, possa mettere la difesa del bene comune su un piedistallo più importante del diritto al fare impresa. Occorre trovare un punto di equilibrio, ma non c’è da nascondersi: compito di questo governo è combattere, in tutti i modi possibili, la cattiva burocrazia. Vale anche per tutto il resto: per i vincoli ambientali, il danno erariale, l’abuso d’ufficio e il silenzio assenso”. Pausa. “Lo stesso approccio, pragmatico, se mi permette, vale per i concorsi e per la riforma che abbiamo appena approvato al Senato, e sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto: abbiamo cambiato le modalità di svolgimento dei concorsi pubblici, abbiamo creato una procedura totalmente digitalizzata, siamo passati da concorsi che duravano tra i quattro e i cinque anni a concorsi che durano al massimo cento giorni, abbiamo spinto il paese verso una strada alternativa a quella del gigantismo da concorso, abbiamo creato delle condizioni affinché per l'accesso al pubblico sia più importante la formazione e i titoli di studio conseguiti piuttosto che il quiz logico-matematico e abbiamo fatto fare al paese un salto dall’Ottocento alla modernità. Non mi pare poco”. Messaggio chiaro: snellire la burocrazia, provando a renderla più efficiente. Sarebbe curioso se il governo, per combattere la cattiva burocrazia, creasse una governance caratterizzata da un sovrappiù di burocrazia proprio per monitorare i passaggi necessari per cambiare la burocrazia italiana.

 

“Non succederà, glielo garantisco, e vedrà che alla fine tutto sarà semplice e alla fine vedrà che la governance, sul Pnrr, non presenterà sorprese e sarà costruita anche qui seguendo un modello europeo: il ministero dell’Economia avrà il compito di monitorare i flussi e il Consiglio dei ministri sarà il luogo in cui si monitorerà, passo dopo passo, la bontà delle riforme che verranno costruite”. Vale per oggi, con Draghi, ma un domani senza Draghi non pensa che il Recovery potrebbe essere rimesso in discussione dai nazionalismi, che oggi sono dormienti ma domani chissà? “Onestamente, penso che il Piano nazionale di ripresa e di resilienza abbia messo i nazionalismi fuori gioco nel nostro paese per un arco di tempo molto ma molto lungo. Non so se vi è chiaro, ma chiunque andrà a governare, da qui ai prossimi sei anni, sarà costretto, grazie ai preziosi vincoli imposti dal contratto firmato con l’Europa, a rispettare degli impegni precisi. L’Europa è entrata in quella che definirei, a beneficio degli amanti del momento Hamilton, in un momento Merkel, in cui la stagione dell’austerità è stata sostituita dalla stagione degli investimenti, della ricostruzione, della solidarietà comune, e all’interno di questa cornice se in  futuro i nazionalisti vorranno tornare a fare i nazionalisti sanno che per farlo dovranno pagare un prezzo: rinunciare alla solidarietà dell’Europa. Vedrà che non succederà. Vedrà che il Recovery, insieme con Draghi, sarà la grande assicurazione sulla vita, sulla crescita e sulla prosperità del nostro paese”. Il Mes non le interessa più? “Sul Mes resto della stessa idea che avevo prima della nascita di questo governo: io lo avrei preso tutto, subito, per le spese sanitarie, e lo avrei messo al servizio del rafforzamento del sistema sanitario. Prendo atto che, oggi come ieri, il tema è divisivo, e me ne faccio una ragione”. 

Draghi, si diceva, è un’assicurazione sulla vita, per l’Italia. Ma se davvero è così, non varrebbe la pena mettere in campo un whatever it takes per evitare che l'esperienza di Draghi possa esaurirsi con questa legislatura? “E’ quello che penso anche io”. Pensa che sia meglio un anno più sette piuttosto che un anno più uno? “Penso che all’interno di questa felice congiuntura astrale in cui si trova l’Italia in Europa, momento Merkel, solidarietà, miliardi da spendere, riforme da fare, penso sia inevitabile chiedersi quale sia il modo per avere un campione come Mario Draghi alla guida delle istituzioni del paese il più a lungo possibile”. Pensa a un Draghi al Quirinale?Ma certo che lo penso. Penso, come direbbe lei, a una formula uno più sette, un anno di governo più sette al Quirinale, non incompatibile con l’altra formula che lei citava, uno più uno, cioè due anni di Draghi a Palazzo Chigi”. In che senso? “Nel senso che con un Draghi come capo dello stato l’Italia potrebbe realizzare nei fatti qualcosa di simile a una rivoluzione sul modello francese, con il capo dello stato che avrebbe la possibilità, in una stagione come quella del Recovery, di scegliere come capo del governo qualcuno capace di creare una sorta di simbiosi tra Quirinale e Palazzo Chigi. Sette anni di Draghi al Quirinale, più un governo scelto da Draghi per arrivare alla fine della legislatura, credo che possano essere un modo per mettere a terra le riforme, comprese quelle istituzionali, io resto un convinto sostenitore della riforma elettorale proporzionale, e per dare al sistema politico il tempo di ristrutturarsi, di riqualificarsi, di prepararsi alla stagione che sarà.  E se le premesse sono quelle che vediamo oggi, riforme, coraggio, coesione, solidarietà, non ci sarà strappo che non possa permettere al paese di fare ogni giorno un passo in avanti”.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.