(foto LaPresse)

Il racconto

"Giù le mascherine e il virus scompare". Tra i no vax che vogliono diventare sindaci

Non più di quattrocento manifestanti. Sul palco gli ex grillini Cunial e Barillari: "Li manderemo tutti al rogo"

Simone Canettieri

A Roma il raduno del partito 3V, tra uomini vestiti da siringhe e cartelli con la scritta: "Il vaccino è come uno stupro". E intanto ci si organizza per le prossime amministrative

Ore 14, prima occhiata da lontano, altezza Teatro di  Marcello: alla Bocca della Verità si vede un’enorme siringa umana che cammina avanti e indietro sotto il palco. E’ molto fotografata. Ancora: trenta bandiere bianche con la scritta 3 V che svolazzano e cinque cartelli giganti indicano le regioni feudo: Veneto, Campania, Toscana, Marche e Lazio. Il traffico non è chiuso in via Petroselli: gli autobus dell’Atac rimbalzano sui sampietrini come sempre. Quattrocento persone, dice il funzionario della polizia rassegnato e ben protetto. Quattrocento mattoidi? “Non posso commentare”. Mancano, rispetto all’ultima manifestazione dello scorso settembre, i gilet arancioni del mitologico generale Pappalardo, ma anche l’estrema destra di Forza Nuova con frange ultras dallo schiaffone facile. Allora erano quasi duemila.

 

Oggi a contestare la dittatura sanitaria, l’obbligo vaccinale e il green pass è rimasto lo zoccolo duro. Ma attenzione: sono agguerritissimi e organizzati. Età media: tra i quaranta e cinquanta. Si sono autoconvocati a questo open-day della contro-scienza, dell’anti-informazione, della rabbia, dell’apocalisse e del complotto. Parola d’ordine: “Il virus deve diffondersi, basta obblighi, da piccoli ci attaccavamo la varicella tra di noi”, dice per esempio una signora di Pesaro, in marcia tutta felice verso la piccola reunion no-vax e no-mask. (teoria già  propugnata da chi adesso è un’alta carica dello stato per il M5s). Comunque bisogna farsi coraggio e buttarsi tra la gente. Per magliette e cartelli la letteratura non manca d’ingegno: “Covidioti mascherati finirete soffocati”.  Oppure: “Il vaccino è come uno stupro: giù le mani dal mio corpo”. Nell’immersione si va comunque oltre il folclore dell’uomo-siringa e di un altro vestito – ci risponde con garbo – “da morte nera”. 

 

 

La notizia è che alle amministrative “ci saremo anche noi e prenderemo a calci tutti”, dice da sotto e sopra il palco il ferrarese Luca Teodori, segretario del Movimento 3 V, partito che  somiglia alla schiuma delle origini che generò i grillini, a cui adesso si mandano maledizioni con la rabbia di chi  è stato tradito. Un esaltato se la prende con una cronista di un sito, come in piazze già viste. Ma  non ci sono quelle folle elettriche in visibilio  che adoravano un comico riccioluto. Fermi tutti: “Adesso sale sul palco la donna che salverà la nostra democrazia”, annuncia il segretario. E spunta Sara Cunial, deputata eletta nel M5s e poi cacciata: “Non fatevi toccare da nessuno, li metteremo al rogo appena saremo saliti al potere”. Il compare della Cunial in simili scorribande è Davide Barillari, consigliere regionale ed ex grillino anche lui: “Dobbiamo essere certi che il vaccino non lo vorremo mai”. 

 

 

Si citano studi, si spolverano strani magheggi sul conteggio delle vittime e sull’incidenza dei morti causati dai vaccini. Siccome vale tutto, c’è chi dice che i tamponi siano tutti fasulli e chi – come sostiene sempre il Nobel Barillari – “se domani tutti ci abbassiamo le mascherine e violiamo il coprifuoco il virus scompare”. Oplà. Urla e applausi. C’è un banchetto dove con 10 euro ci si può iscrivere al partito, che ovviamente nasce come movimento orizzontale “senza capi”.  Sul palco si urlano slogan scombiccherati – “tra il no e il sì c'è di mezzo il free” – in piazza si fanno selfie. “Corri, corri: c’è l’avvocato Polacco”, si danno di gomito due signore venete. Chi? “Ma come? Non hai mai visto i suoi video su Facebook?”. No. L’avvocato Edoardo Polacco dice come difendersi dalle leggi liberticide, ricorsi alla mano.  Dispensa consigli (“se qualcuno si avvicina con una siringa dagli un pugno”), ascolta madri disperate (“mia figlia mi ha sempre dato retta, adesso si vuole vaccinare: con chi posso farla parlare?). In mezzo a questa baraonda, ecco il testimonial d’eccezione: Enrico Montesano “Uniamoci, dobbiamo fare gli stati generali, siamo la nuova resistenza”. Non fa ridere.

 

Sul palco vengono presentati i candidati alle prossime amministrative. Ecco i sindaci 3V: Ugo Rossi a Trieste, Paolo Alonge a Torino, Luca Bandini a Sesto Fiorentino, Matteo Angelini a Rimini, Emanuele Panizza a Ravenna, Giovanni Moscarella a Napoli, Andrea Tosatto a Bologna, Teodosio De Bonis a Milano. Non c’è ancora quello per Roma, ma forse come per la destra i tempi non sono ancora maturi. Il raduno si scioglie, ma  prima del bagno nell’amuchina un addetto stampa  ricorda: “Alle ultime regionali in Veneto abbiamo preso lo 0,9 per cento, siamo andati meglio di Italia Viva”.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.