Passeggiate romane
Meloni scommette su Salvini fuori dal governo dopo il Colle
Il Pd teme i sondaggi di Raggi. Renzi si muove per il Quirinale, come “garante della legislatura”
Allarme giallo nel Pd. Un ultimo sondaggio riservato dà Virginia Raggi in ascesa nei sondaggi. Come se non bastasse, nelle periferie, cioè dove si gioca e si vince la partita del Campidoglio, i dem non riescono a risalire la china. E anche il candidato dato per vincente alle primarie, Roberto Gualtieri da quelle parti non gode di grandi consensi. Perciò dal Nazareno è partita l’indicazione di lavorare ventre a terra per recuperare il terreno perduto.
Anche perché arrivare al ballottaggio per i dem è essenziale, convinti come sono che la mancata candidatura di Bertolaso possa favorire il competitore del centrodestra al secondo turno. “La destra – è il ragionamento che fanno nel Pd – sarà costretta a candidare esponenti di partito, molto targati e collocati nel mondo degli ex An, come Gasparri o Rampelli, che quindi non potranno mai attirare i consensi dei moderati”.
Enrico Letta ha dato vita a un comitato politico composto da una quarantina di membri. Dentro ci sono ministri, ex ministri, capigruppo e alcune personalità come Pierluigi Castagnetti, Goffredo Bettini e Anna Finocchiaro. Un modo per coinvolgere tutto il partito e anche chi non fa più politica attiva ma resta ascoltato nel Pd e non solo (vedasi Castagnetti, in buoni rapporti con il Quirinale, o Bettini che ha una frequentazione quotidiana con Giuseppe Conte).
Non solo il Pd è convinto che Matteo Salvini punti alle elezioni nel 2022. Anche la sua alleata Giorgia Meloni ritiene che il leader leghista abbia in mente il voto anticipato. “Mi vuole stoppare”, ha detto ai suoi l’altro giorno. Ma la leader di Fratelli d’Italia ha tutte le intenzioni di non concedere al gran capo della Lega questo vantaggio. Per Meloni altri due anni di governo Draghi infatti indeboliranno Salvini e consentiranno al suo partito di sorpassare la Lega nei consensi.
Sulle elezioni, per una volta tanto, i due Mattei non vanno d’accordo. Infatti se Salvini punta al voto anticipato, Renzi vuole che si arrivi alla scadenza naturale della legislatura. Per questa ragione il leader di Iv si sta muovendo per condizionare la partita del Quirinale. L’andata di Mario Draghi al Colle, come sollecitato dal leader della Lega, può equivalere allo scioglimento della legislatura. Per questa ragione i dem e Renzi marciano compatti per convincere i parlamentari e ministri di Forza Italia a non seguire il leader della Lega.
Roberto Fico non si candiderà a Napoli, perciò adesso il Pd e il M5s puntano sull’ex ministro dell’Università Gaetano Manfredi. Ma nel capoluogo partenopeo raccontano che il potente governatore della Campania Vincenzo De Luca non sarebbe favorevole nemmeno a questa candidatura. Per questa ragione continua a invocare le primarie e non ha detto ancora una parola ufficiale di sostegno a Manfredi.
Raccontano che Mario Draghi si sia stufato delle liti ormai quasi quotidiane tra Matteo Salvini ed Enrico Letta. Il premier aveva previsto che il leader leghista assumesse un atteggiamento battagliero (Giancarlo Giorgetti viene comunque considerato una garanzia di stabilità). Pare che invece il premier si aspettasse dal Pd un comportamento diverso, non con una tendenza alla polemica continua.
L'editoriale dell'elefantino