il ribaltone in campidoglio
La fuga di De Vito dal M5s. Ora la Raggi è senza maggioranza
Il presidente dell'Assemblea capitolina lascia il partito e già si parla di una sua candidatura con Fratelli d'Italia. I grillini perdono il controllo dell'aula Giulio Cesare
Probabilmente non cambierà nulla, ma sull’ultimo scorcio della prima consiliatura di Virginia Raggi in Campidoglio da oggi c’è una nuova incognita. Nelle prossime ore il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito formalizzerà il suo addio al gruppo consiliare del M5s.
L’annuncio, in stile Masterchef, lo ha affidato alla sua pagina Facebook: “Il mio percorso nel M5S finisce qui”. La necessaria conseguenza è che De Vito lascerà adesso anche il gruppo consiliare “volontariamente e non da espulso”.
Senza di lui la sindaca Raggi sarà formalmente senza maggioranza in aula Giulio Cesare, con 24 consiglieri - contando se stessa - su 49. In potenza una bomba ad orologeria piazzata sotto palazzo Senatorio, in pratica un fatto archiviabile a nuova preoccupazione, a situazione da tenere sotto controllo. Anche perché De Vito da quando è tornato in aula Giulio Cesare dopo i mesi dell’arresto sul dossier stadio, gioca da outsider: a volte votando con la maggioranza, altre astenendosi e talvolta anche votando in dissenso rispetto al gruppo grillino.
De Vito, dicevano, si aggiunge a una lista già lunga. Cristina Grancio, Monica Montella, Maria Agnese Catini, Simona Ficcardi e Gemma Guerrini. Una sequela di addii che nel corso dei quasi cinque anni ha trasformato la bulgara maggioranza 5 stelle a più rilevante minoranza del consiglio comunale della Capitale.
Qualcuno leggendo il lungo post del presidente dell’Assemblea capitolina che ripercorre le “capriole ideologiche” eseguite dal M5S negli ultimi due anni e riduce Beppe Grillo a “sedicente elevato” avrà senz’altro notato che De Vito non dimentica però i suoi elettori. “Ringrazio le quasi 7000 persone che hanno scritto il mio nome sulla scheda il 4 giugno 2016, conferendomi quel mandato che onorerò sino alla fine, con conoscenza della macchina amministrativa, del territorio, della sua politica”. Più che la minaccia di staccare la spina la promessa di un arrivederci. Con chi? I beni informati dicono Fratelli d’Italia.