Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani (foto LaPresse)

Un ministro vestito di canapa e fieno

Maurizio Milani

Il boom di like per la transizione ai boschi verticali e agli sfollagente di bambù. L’intesa con Jovanotti  e la delusione di Greta Thunberg. Dall’Amazzonia al Bahrein, il Green Tour di Roberto Cingolani (e non è la solita cronaca)

Roberto Cingolani, futuro premier (primo governo Cingolani). Attuale ministro per la Transizione (dal vapore al treno a levitazione magnetica). Infatti la prima foto (su Instagram) vede Cingolani alla Breda ferroviaria. L’azienda va riconvertita entro domani. Si passerà dal treno monorotaia a quello che arriva sempre in ritardo.

Proseguiamo. Il ministro con un gruppo di “campesinos” che frequentano uno stage di “Terra Madre” slow food. Ecco il colloquio: “Amici, da dove arrivate?”
“Dall’Honduras”.
“Cosa coltivate?”.
“La noce di cocco, che ultimamente viene mangiata prima del raccolto da un insetto mai visto prima”.
“Perché non usate il ddt?”.
“Noi vorremmo! Ma i miliardari comunisti che sono i proprietari dei nostri terreni non vogliono”.
“Hanno ragione!”.
“Ma non scherziamo. La scorza della noce di cocco fa da barriera. Il frutto trattato con ddt non ha problemi”.
“Sono d’accordo, un conto è usarlo su piante erbacee…”.
 

Altra foto su Facebook: Cingolani con Greta Thunberg al Salone Nautico di Genova. Cingolani mostra all’attivista le nuove motovedette che vigileranno sul Po. Saranno in dotazione alla polizia fluviale, corpo militare recentemente istituito dal governo. Le barche sulla fiancata hanno scritto: “Salviamo il pianeta”. Per il resto sono uguali alle normali barche a motore. Greta si lamenta sia con il sindaco di Genova che con il prefetto. I due prendono atto. Ecco i due documenti che lo certificano: Delibera del comune n. 1231: Greta si è offesa. Ordinanza di S.E. il Prefetto: “La signorina Thunberg non ha approvato le nuove barche da fiume che sono entrate in servizio ieri”.

Dal ministero dell’Interno a Roma rispondono: “Un cittadino estero non deve interferire su decisioni dell’esecutivo. Dite alla signorina di andare a lamentarsi a casa sua. Non siamo al circo, con rispetto parlando”.
 

 

Cingolani in visita allo stabilimento della Snia-Viscosa di Cesano Moderno. Foto su TikTok. Il ministro pretende di adattare i macchinari alla lavorazione della canapa per uso tessile. Per questo mette foto dove indossa pantaloni di canapa, maglione di canapa e pantofole di fieno essiccato (vietate in Ghana perché il fieno deve essere usato per alimentare il bestiame, non per fashion). Il delegato Cgil incontra il ministro, si arriva a un compromesso. Fino al 2099 lo stabilimento andrà avanti a produrre fibre che con la natura, giustamente, non c’entrano niente. Poi con calma vediamo. Al primo posto c’è il tutelare le maestranze e metterle al riparo da tagli occupazionali. Anche perché bisogna convincere chi adesso semina tabacco a metter giù il caucciù. Ma hanno già detto di no.

Andiamo su Twitter. Vediamo Cingolani su un iceberg staccato per global warming. Con lui c’è Ludovico Einaudi – il grande pianista sta girando un video per promuovere il suo disco. Come “location” ha scelto l’iceberg accanto a quello dove sta Cingolani. I due si salutano. Le riprese dall’elicottero (vedi foto) sono bellissime. Fanno scappare gli orsi. Di fianco al pianoforte di Einaudi compare un enorme striscione: “No CO2! Sì GreenPeace” – e poi un altro: “Cremonese in serie A”. Fa sempre piacere vedere un artista che si impegna per la tutela del pianeta.

 

Cingolani è molto attivo su Facebook. Centinaia di foto. Bella è quella di lui con Al Gore sul lago d’Aral, o meglio, sul deserto che c’è al suo posto. Al Gore: “Roberto! Ma anche a fare apposta, come si fa ad asciugare un lago che aveva le dimensioni di mezza Europa?”.
Cingolani: “Me lo chiedo anch’io Al! Hanno sbarrato con dighe tutto quello che entrava. Il risultato è questo magnifico spettacolo”.
Al Gore: “Dovreste fare così anche voi con il lago Trasimeno”.
Cingolani: “I ministri della Lega sono contro, ma sono d’accordo con te: il Trasimeno va bonificato”.
Al Gore: “Sì, certo! Certo! Anche perché il terreno agricolo conquistato sarebbe molto fertile per la coltivazione delle zucchine ogm della Monsanto”.
Cingolani: “Telefono subito ai miei colleghi ministri per convincerli. Anche perché un lago così scarso come il Trasimeno non ha più senso nell’era del 5G”.
 

Foto su Instagram: Al Gore presenta a Mario Draghi Roberto Cingolani. La foto è stata scattata ieri. Sembra strano ma nella fretta di mettere in piedi il governo Mario Draghi non aveva ancora conosciuto di persona il suo ministro. Draghi: “Finalmente! Che piacere”.
Cingolani: “Onore mio, presidente”.
Draghi: “Mi raccomando non smantelliamo il sistema industriale per le stramberie di Grillo”.
Cingolani: “Ha ragione presidente. Quello grida ‘Acqua pubblica, bene primario da tutelare’ e ha una piscina piena tutto l’anno”.
Draghi ride: “Che userà se va bene due volte a stagione”.
Cingolani: “Ma la colpa non è la sua ma di chi l’ha votato”.
Al Gore: “Avrei voglia di fare una bella nuotata, ma senza tanta gente intorno… Dov’è questa piscina?!”.
Cingolani: “Telefono a Grillo! – Beppe, c’è Al Gore a cui farebbe piacere un tuffo in piscina da te”.
Grillo: “Vi aspetto! Venite con un aereo taxi?”.
Cingolani: “Per forza…”.
Arrivano a tarda sera. La piscina è tutta illuminata. Ci sono anche i Negramaro in concerto.
Cingolani: “E’ bellissima!”.
Grillo: “La tengo illuminata fissa notte e giorno. Sai, produco energia elettrica dalla collina qui davanti che ho riempito di specchi solari”.
Al Gore: “Giustissimo!” – e si sbatte in acqua.
Cingolani: “Prima cosa c’era?”.
Grillo: “Macchia mediterranea, ma non era il caso di tenerla. Anche per gli incendi”.
Al Gore: “Ottima scelta!”.

 

Instagram. Cingolani al largo della California, in mezzo al settimo continente, quello delle plastiche che per via delle correnti oceaniche… Twitta, tra lo sconcerto di tutti: “Ormai questa enorme distesa di plastica galleggiante c’è”. Poi argomenta: “Perché non produrre carburante dalla combustione? L’introduzione di batteri mangia plastica è stata provata. Risultati deludenti. Anzi, è aumentata la plastica. A questo punto direi di lasciare questo nuovo continente in balia del caso, aspettando che qualche start-up ci dia la soluzione”. Interviene su Twitter Jovanotti: “Ma quale start-up: sono tutti soldi pubblici buttati via per finanziare iniziative demenziali, come i robot alti come nanetti che digeriscono al posto del tuo cane”.

Cingolani telefona subito al mitico Lorenzo: “Jova, cosa c’è che non va, pensavo eri con noi per la trasformazione green dell’Italia”.
Jovanotti: “Guarda Roberto, dopo il mio tour estivo non posso più vedere gli ambientalisti”.
Cingolani: “Motivo?”.
Jovanotti: “Mi hanno fatto diventare matto. Avevo dato fondi per finanziare le varie Legambiente, Italia Nostra e balle varie. Avevano scelto loro posti dove fare i concerti per non disturbare la deposizione delle uova delle tartarughe e del gallo cedrone (che l’ultimo l’hanno visto a Orbetello nel 1895), per cui non si capisce perché dovrebbe metter giù l’ovo nel sito del mio show”.
Cingolani: “Continua Lorenzo, sono molto interessato”.
Jovanotti: “Non gli andava bene niente. Una volta i cetacei si spiaggiavano se sentivano: ‘Mamma come mi diverto’, un’altra volta i filari di cozze saltavano già dai pali dove vengono coltivate. Alla fine torno ai mega concerti sulle piste degli aeroporti dismessi con hangar con tetto in eternit”.
Cingolani: “Ma non esageriamo, l’eternit se non lo sbricioli dura secoli”.
Jovanotti: “Ma infatti! Cosa rompono le balle con l’eternit, se lo togli poi lo devi mettere da un’altra parte. Tanto vale lasciarlo dov’è”.
Cingolani: “Sono d’accordo! Per toglierlo devi usare un flessibile, e lì sì che diventa pericoloso”.

Facebook, foto n. 2: il ministro Cingolani al Gran Premio del Bahrein di Formula E. E’ in tribuna con l’emiro.
Emiro: “Cingolani! Voi europei non fate scherzi con la riconversione energetica, va bene questa baracconata ma noi abbiamo miliardi di barili di petrolio da estrarre”.
Cingolani: “Sì, è una transizione molto soft”.
Emiro: “A chi vendiamo tutto questo petrolio, se voi ragionate green?”.
Cingolani: “Le ripeto emiro, stia tranquillo, il fabbisogno dell’occidente sarà 91 per cento basato sul petrolio, e il resto sulle baracconate, come le ha giustamente definite”.
Cingolani in Amazzonia con il presidente Bolsonaro. Visitano un villaggio dove lavorano il bambù. Qualche ambientalista posta sotto la foto: “Sarebbe bello che tutte le polizie del mondo adottassero lo sfollagente di bambù invece che di plastica dura. Fa male uguale ma è più cool. Alcune polizie del terzo mondo hanno anche gli scudi di bambù”.
Cingolani: “Aggiungo giustamente! Ne parlo al prossimo consiglio dei ministri”.

 

Foto 502, Instagram: Bolsonaro e Cingolani a Brasilia, la capitale costruita dal niente pochi decenni fa. Cingolani twitta: “Che magnifica ‘urbe’. Perché in Italia ci ostiniamo a conservare il passato? Perché dove adesso c’è Pompei non costruire una città nuova con edilizia biodinamica, usando laterizi senza sapere della provenienza, per cui non certificati? Snelliamo la burocrazia. Solo così il paese ripartirà. No alla licenza edilizia! Costruiamo in piena libertà!”.
Cingolani per queste dichiarazioni viene richiamato a Palazzo Chigi. Il colloquio è riservato. All’uscita il ministro Cingolani twitta: “Sì ai boschi verticali, uno (minimo) in ogni città sopra i 30 mila abitanti. Questo per legge. Nulla vieta che un paesino dell’Appennino possa costruire un grattacielo (che per moda chiamiamo bosco verticale). C’è guadagno per tutti: per il comune con gli oneri di urbanizzazione, e per il costruttore. Per cui… in marcia Italia. W Macron”. I like sono molti sotto questo post. Mai visti così tanti.
Facebook, foto n. 4: il ministro Cingolani ammira il panorama dal terrazzo della skyway, la più bella funivia del mondo in Val d’Aosta. Nuovissima. Commenta: “Che armonia questa opera d’ingegno. Non intacca per niente il paesaggio. Anzi, è più bello. Anche perché costruita con materiali di ultima generazione (in pratica ferro). Perché non costruirne altre cento? Sulle cento vette italiane più importanti…”. I 5 stelle si lamentano e minacciano di ritirare la fiducia al governo per le esternazioni montane di Cingolani. Interviene Renzi a difendere Cingolani. I 5 stelle a quel punto ritornano nei ranghi.
 

Foto n. 209, Instagram. Roberto Cingolani all’inaugurazione del nuovo Sambodromo di Milano (quello vecchio era in disuso ed è stato fatto esplodere ieri. Le macerie gettate nel canale Villoresi). Cingolani twitta: “Mi hanno garantito che in questa struttura sfileranno solo le gonnelline intrecciate da tribù tropicali e che le ballerine saranno sotto tutela Enpals. Per quanto riguarda i maschi, uguale. Con vergogne gentilmente coperte. Il Sambodromo potrà essere usato anche per altre attività, ad esempio deposito fumogeni ultras del Como. La squadra lariana disputerà le partite in casa qui. Il vecchio stadio verrà demolito. Le macerie verranno di notte scaricate nel lago di Varese ormai biologicamente neutro a causa sversamenti delle concerie. Ma cosa fai? Le chiudi? E i tintori dove vanno a lavorare? Hanno tutti più di quarant’anni. E’ difficile riconvertirsi. Si riconverta lei, con rispetto parlando. Ma neanche”. Ministro! Sono con lei! È giusto transitare da un sistema economico sprecone a uno uguale ma all’apparenza diverso. Con stima. Intanto i canali di Venezia sono asciutti. Ministro, smontiamo il Mose e i rottami gettiamoli al largo della Corsica in acque internazionali ma che comunque non si potrebbe. Però di notte non ti vede nessuno. Poi anche in questo caso dai lavoro alla gente.
 

Finalmente vediamo il ministro a Roma nel suo ufficio. Riceve un delegato degli enologi abusivi italiani: “Ministro, grazie per l’appuntamento”.
Cingolani: “Dovere mio!”.
Enologi: “Sappiamo che ha come obiettivo quello di togliere i solfiti che aiutano a fare un buon vino”.
Cingolani: “Ebbene?”.
Enologi: “Noi siamo contro!”.
Cingolani: “State tranquilli! Per adesso rimane la possibilità di usarli. Anzi, vorrei obbligare chi non ne ritiene opportuno l’uso”.
Enologi: “Lei è molto gentile, ministro”.
Cingolani: “Si però non esagerate con i solfiti… Mettete anche un po’ di mosto!”.
Enologi: “In che misura?”.
Cingolani: “La legge parla di 5 per cento di solfiti”.
Enologi: “Non si può aumentare qualcosa?”.
Cingolani: “Facciamo 70 per cento di solfiti e il resto di mosto. Più di così non posso”.
Enologi: “Va bene, anzi…”.
Cingolani: “Mi mandi un fiasco di quello che producete sulle rive del Lambro”.
Enologi: “Certo! E’ doc, igp e tutta la certificazione che c’è in giro. Noi l’abbiamo”.
Cingolani: “Abusiva?”.
Enologi: “Si, ma neanche, alcune sono vere”.
Cingolani: “Ma non dica così, poi c’è gente che ci crede”.

  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.