l'intervista
Mulè (FI): “Coraggio Italia? È il parmesan della politica”
"Berlusconi ha fatto il suo tempo? Nessuno è più moderno di lui. La crasi tra Brugnaro e Toti è Bruto. Pronti a tradire e pugnalare il presidente". Parla il sottosegretario alla Difesa di Forza Italia
Forza Italia s’è scissa. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e il presidente della Liguria Giovanni Toti hanno appena annunciato la costituzione del nuovo gruppo del centrodestra alla Camera. E ciononostante, facendo un colpo di telefono a Giorgio Mulè, ex direttore di Panorama dal 2018 in Parlamento con FI, al massimo la reazione che si raccoglie è di piena noncuranza. “Vuoi parlare dell’argomento del giorno. Qual è, Carla Fracci?”. Ma no, sottosegretario, lo sa benissimo cos’hanno fatto alcuni suoi compagni di partito. “Come si chiamano: Coraggio italia? Cavoli!”. Sù, non finga indifferenza. Leggo dalle agenzie che siete entrati in fibrillazione per lo scippo di 12 parlamentari. Che poi in realtà sono undici perché la deputata col nome più bello dell’emiciclo (Fucsia Nissoli Fitzgerald) s’è tirata indietro all’ultimo. O no? “Guardi, l’unica fibrillazione che provo oggi è per l’approvazione della legge sui defibrillatori. Fibrillazioni politiche non ne vedo. Del resto, basta guardare alla composizione di questo nuovo gruppo di transfughi multicolore che arrivano da ogni dove”.
E allora studiamola più da vicino, questa compagine bislacca. Ci sono ex forzisti come Michela Biancofiore, Osvaldo Napoli, Stefano Mugnai e Matteo Dall’Osso. Martina Parisse arriva dal M5s. In quota grillini espulsi c’è Marco Rizzone (che un anno fa dava a Toti della “capra ignorante” su Facebook). Mentre dalla Lega si è aggiunta Tiziana Piccolo. Una riedizione dei responsabili per Conte? “Le dico com’è andata. Ieri ero a cena con quattro colleghi. Abbiamo letto di un nostro deputato che sarebbe passato al nuovo gruppo, ma che a pranzo aveva smentito. Lo chiamiamo e ci fa: ‘Mi hanno chiesto di essere il ventesimo, altrimenti non riescono a partire’. Insomma un misto tra utilitarismo e tripli salti carpiati”.
Anche se nella conferenza stampa di ieri sembrano essere stati molto perentori: a Forza Italia bisogna dire solo grazie, ma oramai ha fatto il suo tempo. “Una prova di scarsa riconoscenza verso Berlusconi, senza il quale gran parte di questi personaggi non in cerca d’autore ma di poltrone non sarebbero dove sono. Quello che fa più male è il tradimento del mandato degli elettori, che avevano votato una coalizione e se ne ritrovano un’altra”, s’adira un poco Mulè. Andranno lontano? “Sa cosa mi sembra tutta questa operazione, a partire dal nome?”. Prego. “Quelle imitazioni che all’estero fanno dei prodotti italiani, l’italian sounding dietro alle cinesate che spacciano per Made in Italy ma che sono delle imitazioni posticce, senza valore. Ecco, sono il parmesan della politica”.
Cosa intende dire. Toti e Brugnaro non erano vostri compagni di viaggio, persone che stimavate? “Io so soltanto che Cambiamo, la lista di Toti che avrebbe dovuto scompaginare il centro, al di fuori della Liguria ha preso percentuali da prefisso telefonico. E’ chiaro che se quella esperienza, che ricorda molto le diaspore che sempre ci sono state a sinistra, ha fallito non si capisce come possa funzionare adesso”. Beh, però c’è anche il sindaco di Venezia Brugnaro, col suo pedigree da uomo del fare. Cosa pensa di un movimento che nasce con al vertice non uno ma ben due leader? “Che la crasi tra Brugnaro e Toti è Bruto! E cioè chi ha accoltellato alle spalle il presidente Berlusconi. Credo che tra loro litigheranno per primeggiare. Si presentano dicendo ‘non vogliamo ripetere gli errori di Forza Italia’. Ma quali? Non mi sembra che sulle tasse, sull’opinione che abbiamo dell’uomo in società, abbiano ricette diverse. Qual è la funzione di innovazione in termini di contenuti? Non vedo una sola idea che apporti qualcosa di nuovo”.
Il presidente Berlusconi ha espresso in una nota il forte rammarico per l’addio dei due. “E’ un grave errore”, avrebbe confidato a chi lo ha sentito in queste ore. E la lettura che ne fa Mulè, infatti, è consequenziale. “Fa male pensare che in un momento così delicato per il presidente gli voltino le spalle. Ma la storia ha dimostrato che tutti quelli che si sono allontanati da Berlusconi hanno fallito e sono spariti. Ha fatto il suo tempo? Ma se nessuno è moderno come l’originale”.