Matteo Salvini, leader della Lega (Ansa)

Salvini al Foglio: "Se Di Maio è davvero cambiato mi aiuti a riformare la giustizia"

Matteo Salvini

"È troppo facile esprimere solidarietà, se però non si muove un dito per cambiare la situazione. Propongo al ministro degli Esteri un impegno per sostenere i referendum che stiamo preparando con il Partito radicale". Lettera del leader della Lega

Al direttore - Ho letto con grande attenzione il contributo del ministro Luigi Di Maio che ieri si è pubblicamente scusato con l’allora sindaco di Lodi, Simone Uggetti, uscito pulito dopo anni di indagini e processi finiti nel nulla. Di Maio si è rammaricato perché il Movimento 5 stelle aveva usato toni durissimi contro il primo cittadino. Io stesso, pochi giorni fa, avevo espresso solidarietà a Uggetti che anche la Lega aveva criticato aspramente. Sono però convinto che, oltre alle scuse, servano azioni concrete.

 

Mi spiego meglio: è troppo facile esprimere solidarietà per l’ennesimo caso di malagiustizia, se però non si muove un dito per cambiare la situazione. Credo che i tempi siano finalmente maturi, anche nella coscienza dell’opinione pubblica, per mettere mano a un settore vitale per la nostra democrazia e che non può più andare avanti come se nulla fosse. Tra il caso Palamara, le dichiarazioni di Amara e il correntismo esasperato, i cittadini sono frastornati e nutrono sfiducia nei confronti dei magistrati. Per chi subisce un processo (o è destinatario di una sentenza di condanna) è al contrario essenziale non avere nessun dubbio sull’indipendenza di chi giudica. Propongo a Di Maio un impegno per sostenere i referendum che la Lega e il Partito radicale stanno preparando: mirano prima di tutto a restituire ai magistrati indipendenza. L’obiettivo non è indebolire il governo, come ha erroneamente detto qualcuno dalle parti del Pd, ma rafforzarlo. Offrendo il sostegno popolare per alcune riforme che il solo Parlamento potrebbe faticare a concretizzare. Sarebbe un passo verso un’Italia più civile e democratica, dove tutti i cittadini sono davvero uguali davanti alla legge.

 

Prevediamo, per esempio, l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati che sbagliano: è dal 1987 che gli italiani lo chiedono – votarono un referendum – ma poi la loro volontà fu tradita dal Parlamento. Siamo sicuri che ora andrebbe diversamente. Non si può scherzare sulla libertà delle persone, e sono sicuro che i temi che stiamo sollevando possano suscitare un’attenzione trasversale: le statistiche dicono che ogni giorno ci sono tre arresti che poi si rivelano privi di fondamento. In un anno, più di mille cittadini privati ingiustamente della libertà. Peraltro, la Lega conosce fin troppo bene cosa significhino i processi finiti nel nulla o celebrati sulle pagine dei giornali. L’ultimo è quello che mi ha coinvolto direttamente sui voli di stato, quando ero ministro: dopo due anni anche la procura ha confermato che erano pienamente legittimi, eppure mi sono costati il linciaggio mediatico. Mi preme ribadire che i referendum non sono “contro” qualcuno ma sono “per” una giustizia efficace: molti magistrati, avvocati e uomini di legge ci hanno aiutato nella stesura dei quesiti e saranno fra i primi a firmare. L’Italia della ricostruzione post Covid ha bisogno di una giustizia efficiente e davvero indipendente, di una macchina pubblica giovane e innovativa, di un fisco amico di cittadini e imprese.
È ora di cambiare. La Lega e il Partito radicale ci sono. Ampie fette di centrodestra, idem. Mi piacerebbe avere anche il sostegno di Di Maio.