Tribunale Roma, operazioni di smaltimento di vecchi fascicoli giudiziari (foto Mauro Scrobogna /LaPresse) 

Perché dire sì ai referendum sulla giustizia dei radicali (anche se c'è la Lega)

Roberto Giachetti

Una giustizia giusta ed efficiente rappresenta il cuore di un’autentica politica riformista. È ora di una svolta. Ci scrive Giachetti

È da molto tempo che penso che una giustizia giusta ed efficiente rappresenti il cuore di un’autentica politica riformista, la sfida per una classe dirigente politica che voglia assumersi in pieno le proprie responsabilità, archiviando definitivamente il processo di abdicazione ai propri compiti verso la magistratura. Tutti sanno che se è vero, come è vero, che vi è uno squilibrio di forza tra politica e magistratura, a favore di quest’ultima, la responsabilità è innanzitutto della politica che ormai da più di 30 anni rinuncia alla propria azione, non di rado delegando alla giustizia di intervenire in sua surroga.

  
La mia formazione e la mia militanza radicale mi hanno portato più volte a partecipare attivamente alla raccolta firme su quesiti referendari sui temi della giustizia, da ultimo anche sulla proposta di legge di iniziativa popolare proposta dalle Camere penali. I temi, alla fine, sono sempre gli stessi: dalla separazione delle carriere alla responsabilità civile dei magistrati, dalla limitazione della custodia cautelare alla riforma dell’elezione del CSM.

  
Ancora una volta bisogna ringraziare l’azione e la determinazione del Partito Radicale su temi così importanti e decisivi per consentire al popolo italiano di potersi pronunciare dando cosi un chiaro indirizzo al Parlamento su quale linea orientare le riforme. È un’altra straordinaria occasione, un’occasione da non perdere. Vedo che fa molto rumore l’adesione all’iniziativa della Lega di Matteo Salvini, accusato di voler in questo modo rendere difficile il tentativo di riforma della Ministra Cartabia e tacciato di scarsa credibilità a causa del suo repentino passaggio dal giustizialismo al garantismo, giudizio rivolto anche nei confronti di Luigi Di Maio per la sua recente lettera di scuse verso Uggetti (che in realtà, a mio avviso, rappresenta una sostanza politica che va ben oltre le scuse formali). Io dico molto francamente che chi ha un approccio laico alla politica non perde tempo per valutare se le intenzioni di chi sceglie la “nostra” strada sono buone o cattive. Se l’obiettivo è “il nostro”, se l’obiettivo è riuscire a fare esprimere il popolo su temi cosi attuali e, al contempo, cosi antichi e irrisolti dalla politica, ben venga qualunque compagno di viaggio. Il problema di spiegare perché si è cambiata posizione non è mio, sfruttare qualsiasi possibile contributo invece deve esserlo non solo per me ma per tutti coloro che da anni lottano per garantire al paese intero una “giustizia giusta”. Caso mai mi riesce davvero difficile capire con che logica i riformisti, o quelli che si dichiarano tali (a cominciare da tanti amici e colleghi che militano nel Pd), manchino ancora una volta l’opportunità di aderire convintamente a questa battaglia, assumerne la leadership ed evitare che sia solo Salvini a poterne domani rivendicare il traguardo.


Io personalmente, e politicamente più convinto che mai, ovviamente ci sarò. Sarò a disposizione del comitato promotore anche per la realizzazione di banchetti e l’autenticazione delle firme oltre che, come ovvio, per una determinata campagna a favore del sì quando, come mi auguro, l’obiettivo delle sottoscrizioni sarà raggiunto.
 

Roberto Giachetti
deputato di Italia viva

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