Mentre Draghi incontra Biden, il M5s s'allinea a Xi
Conte smentisce l'incontro con l'ambasciatore cinese. A parteciparvi solo Grillo, nel giorno del G7 in Cornovaglia
Luigi Di Maio, che pure le sbandate sulla Via della Seta le benedì per primo, in epoca grilloleghista, con tanto di firma dell’MoU, appena ha letto la notizia, lui che aveva da poco terminato un intervento tutto filoatlantico al forum franco-italiano, s’è subito detto “esterrefatto”. Lia Quartapelle, responsabile Esteri del Pd, stava concludendo un webinar sulle minacce asiatiche nel campo della cybersecurity, quando è stata raggiunta dall’indiscrezione, e quasi non voleva crederci: “Se è così, è gravissimo”, le hanno sentito sbuffare.
E insomma è vero che certi amori non finiscono: e però quello di Beppe Grillo verso la Cina ha scelto il momento peggiore per concludere il suo giro immenso e tornare. Perché la visita romana all’ambasciatore Li Junhua avviene in un giorno particolare. “E cioè nel giorno in cui inizia il G7 - sbotta Enrico Borghi, membro del Copasir e della segreteria di Letta -, con Mario Draghi che rafforza la cooperazione transatlantica e si pone come interlocutore di primo livello di Biden per tutta la Ue. Segno che non possono esserci spazi per ambiguità con Cina e Russia. La giustizia sociale, la lotta per il clima e per i diritti si effettuano con le armi delle democrazie, non degli stati autoritari”.
L’incidente, a dire il vero, per qualche ora è sembrato perfino clamoroso. Perché per tutto il pomeriggio fonti parlamentari del M5s avevano lasciato intendere che all’incontro all’ambasciata, Grillo si fosse portato anche Giuseppe Conte. “Grillo è andato a far benedire il nuovo capo del M5s dalla Cina”, tuona la leader di FdI. E in effetti, se il comico è un habitué dell’ambasciata di Pechino a Roma, e se il suo ardore per il regime di “Mr. Ping” lo dimostra ormai da anni sul suo blog con post che esaltano la grandeur di Xi e oscurano la strage degli uiguri, la presenza di Conte, con un tempismo così significativo, avrebbe avuto un che di inquietante.
E invece a ora di cena è arrivata la precisazione: “Per impegni e motivi personali, non ho potuto essere presente all'incontro con l’ambasciatore cinese”, ha precisato Conte, che ci ha tenuto a far sapere di avere “incontrato già nelle scorse settimane vari ambasciatori e leader politici stranieri. L’ho fatto quale ex-presidente del consiglio e leader in pectore del M5s”. Quindi, la frecciata: “Le polemiche sollevate in queste ore sono del tutto pretestuose”. Resta però la profonda ambiguità in cui Grillo, coi suoi salamelecchi a Pechino, trascina tutto il M5s.