Svolta del M5s
“Via della Seta? Non è immutabile. E gli uiguri...”. Parla Castaldo
Il vice presidente grillino del Parlamento europeo spiega la maturazione del Movimento in politica estera: "Noi fedeli all'Alleanza atlantica. Nei rapporti con la Cina ripartiremo dalla tutela dei diritti fondamentali"
Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente grillino del Parlamento europeo, è un fiume di parole quando si tratta di spiegare la maturazione del M5s in politica estera. Nel suo eloquio non si percepisce nemmeno più il portato rivoluzionario che poteva avere una volta l’abbattimento del tabù terzomondista, euroscettico e antiamericano di certo grillismo delle origini e non. Così Castaldo plana con disinvoltura tra europeismo, “fedeltà all’Alleanza atlantica”, dialogo e interlocuzioni, soprattutto nell’ottica di un “rilancio del multilateralismo grazie al decisivo cambio di passo dell’amministrazione Biden, una postura ben diversa dall’approccio conflittuale di Trump”.
Partiamo dall'attualità. La visita di cortesia del Garante Beppe Grillo all’ambasciatore cinese a Roma Li Junhua, con l’assenza di Giuseppe Conte, che in extremis ha declinato l’invito. Nessun caso diplomatico. Lo ribadisce più volte Castaldo parlando con Il Foglio. “Onestamente faccio fatica a capire perché fare polemica su un incontro tra un esponente politico e un ambasciatore di un altro Paese in Italia” spiega il parlamentare europeo. Che pennella il ritratto di un M5s “aperto alla difesa del multilateralismo, del dialogo e del confronto”. Dove la risoluzione dei problemi “deve passare per delle interlocuzioni, per cercare di comprendere le situazioni nella loro complessità ma sempre restando fedeli alla difesa dello Stato di diritto e dei diritti umani”. E quindi la polemica è “strumentale”, “cavalcata dai media” e dagli avversari come Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Loro sì, ambigui con la Russia di Vladimir Putin. Ed ecco il consiglio ai sovranisti. “Sarebbe meglio se guardassero la trave in casa in propria piuttosto che la pagliuzza nella casa altrui”, dice il pentastellato. Senza dimenticare il ruolo dell'ex sottosegretario al Mise, vicino alla Lega, Michele Geraci nel tessere la tela con il Dragone durante il governo gialloverde. L’europarlamentare del M5s lo sottolinea più volte: “Penso che non sia giusto imporre a Beppe chi incontrare, e poi non assocerei il suo ruolo al G7, perché Grillo non ha ruoli di governo e non è nemmeno parlamentare”, continua.
Castaldo a Bruxelles ha la delega alla difesa dei diritti umani e della democrazia. Sul tema propone di “applicare lo stesso metodo per tutti, senza doppi standard”. Rivendica di aver sempre sollevato “critiche con lo stesso metro nei confronti di tutti, tanto all’Arabia Saudita quanto all’Iran e alla Turchia, o ancora alla Russia e alla Cina per quanto riguarda gli uiguri”. Sugli uiguri, minoranza musulmana perseguitata da Pechino, si accende la lampadina del cronista. Difficile dimenticare l’articolo pubblicato il 31 marzo scorso sul Blog di Beppe Grillo. Un testo in cui, tra le altre cose, si tendevano a negare le violenze e le privazioni subite dagli uiguri nella regione cinese dello Xinjiang. “Ma se non sbaglio - obietta l’europarlamentare - quell'articolo non era a firma di Grillo, ma di un professore che lavora a Pechino”. Il docente è Fabio Parenti, insegna Economia Politica Internazionale a Pechino. Castaldo smorza. Spiega che “è anche giusto che Beppe ospiti sul suo Blog opinioni, diverse e scomode, anche provocatorie, io però per quanto è il mio lavoro so che quel tema è estremamente delicato e importante, non a caso il World Uyghur Congress e il Parlamento Tibetano in esilio mi hanno anche consegnato dei riconoscimenti per il mio lavoro”.
Sbandate a parte, “il M5s 2.0 partirà dalla promozione di un nuovo umanesimo e dalla tutela dei diritti fondamentali”. Lo ha ribadito il rifondatore Giuseppe Conte. Lo stesso Conte che non ha timbrato il cartellino venerdì a Via Bruxelles, sede dell'ambasciata cinese a Roma. “Io parlo anche con ambasciatori di paesi cui avanzo critiche, è l’unica strada per provare a risolvere i problemi e non solo a denunciarli”, sottolinea. Ci tiene a dire che “quando si parla degli interessi dell’Italia tutti dovrebbero indossare la maglia della nazionale, dato che siamo in tema di europei di calcio”. Tra gli interessi nazionali c’è anche “il mantenimento dei rapporti commerciali con la Cina”.
Ma Castaldo apre alle modifiche, ipotizzate da Draghi, al memorandum su Belt and Road initiative. “Nessun accordo è immutabile, vediamo cosa non ha funzionato, sono benvenute le modifiche per renderlo più performante, efficace e trasparente, ferma restando la necessità di difendere la nostra sovranità tecnologica e le infrastrutture critiche per la nostra sicurezza”, conclude. Benvenuti nella nuova era del M5s.