Letta e Conte scelgono Maria Ventura: è lei la candidata del centrosinistra in Calabria

La presidente regionale dell'Unicef guiderà la coalizione rossogialla. L'annuncio dato da una nota congiunta dei due ex premier insieme a Speranza. Il campo largo benedetto dal Nazareno produce una candidatura civica e al femminile

Il travaglio è stato lungo, e neppure loro lo negano. Ma alla fine, l'estenuante lavoro di cucitura e mediazione, non senza baruffe e zuffe annesse, ha portato a un risultato unitario. Diffuso con un comunicato congiunto, condiviso con perfetta sincronia, da parte dei due leader. Eccoli, allora, Giuseppe Conte ed Enrico Letta, che annunciano: “Dopo settimane di intenso e serio confronto con tutte le forze politiche e civiche del territorio che si riconoscono nella coalizione tra il centrosinistra unito e il M5S, annunciamo la candidatura di Maria Ventura alla presidenza della Regione Calabria", in vista delle elezioni dell'autunno prossimo.

 

Una donna, dunque, come s'era detto più volte. Preciso volere del segretario de Pd, che sulla questione di genere molto aveva insistito al suo arrivo al Nazareno salvo poi impantanarsi nelle dispute correntizie (e non solo) che avevano portato a candidare quasi ovunque tuti e soli uomini. Si è scelta lei, Maria Antonietta Ventura, classe '68, che dallo scorso febbraio guida il comitato regionale dell'Unicef, ma anche responsabile dell'azienda famigliare impegnata nel settore dell'armamento ferroviario. Un piccolo impero tutto calabrese, com'è pure la vita della Ventura, nata e cresciuta a San Lucido, in provincia di Cosenza. 

 

"La nostra proposta guarda alla Calabria che lavora e che lotta, che innova e costruisce un riscatto vero, oltre ogni retorica", dicono Letta e Conte, che condividono il loro annuncio con Roberto Speranza. "Maria Ventura unisce il centrosinistra, il Movimento 5 Stelle e tutto il civismo che si ritrova nei valori della giustizia sociale, dello sviluppo sostenibile, del contrasto alla 'ndrangheta, della sanità di eccellenza per tutti, dell’istruzione e della ricerca come priorità assolute. Valori che uniscono progressisti e riformisti", si legge ancora nel comunicato. "La Calabria che si rialza dopo il Covid riparte da una candidatura unitaria di PD, M5S, Leu, Psi e Liste Civiche. Riparte dalla forza e dalla tenacia di una donna che mette la sua storia e le sue competenze al servizio della propria terra”.

 

E' questo, dunque, il campo largo di cui tanto parla Letta. Ed è questa la piattaforma unitaria a cui ha più volte fatto riferimento Conte. Un progetto che ha ovviamente preteso anche i suoi sacrifici. Uno, in particolare. E cioè la candidatura di Nicola Irto, prescelto dal Pd calabrese prima che intorno a lui si consumasse una baruffa scomposta fatta di veline e di ripicche, finché non è stato lui stesso a tirarsi fuori dalla contesa. Ora dunque la sfida si delinea chiara: e, a differenza di quanto avvenne un anno fa, quando a vincere fu Jole Santelli, stavolta è una sfida che si gioca in uno schema bipolare. Da un alto il centrosinistra a trazione demogrillina con la Ventura. Dall'altro il centrodestra guidato dal forzista Roberto Occhiuto, già capogruppo di FI alla Camera ed esponente dell'ala antisovranista nella truppa del Cav., in ticket con Nino Spirlì, già vice della Santelli e diventato poi reggente, rappresentante della Lega.