Sestino Giacomoni

L'INTERVISTA

Partito unico a destra? I convinti e i perplessi. Parla Giacomoni

Come i Repubblicani negli Usa, verso il 2023. Ma Salvini e Meloni nicchiano

Marianna Rizzini

"Sbocco naturale di un percorso politico di coerenza", dice Giacomoni. E Salvini? "Le sue perplessità riguardano, se ho ben capito, i tempi di realizzazione. Ma, come ha detto Berlusconi, c'è tempo da qui al 2023 per far maturare il progetto"

Il partito unico del centrodestra evocato dal Cav. e l’accoglienza tiepida degli alleati, con Matteo Salvini che dice “no ai giochini politici” e Giorgia Meloni che si sfila al grido di “più rischi che vantaggi”. E’ un nuovo predellino? “In realtà il partito unico del centrodestra è il sogno, è la luna che il saggio indica come punto di arrivo di un percorso lungo ventisette anni”, dice Sestino Giacomoni, deputato, presidente della commissione di vigilanza su Cdp, coordinatore dei coordinatori regionali di Forza Italia e storico collaboratore di Silvio Berlusconi.

 

Giacomoni parla di “un obiettivo da raggiungere nel 2023” (come ha detto il Cav.), “lo sbocco naturale di un percorso politico di coerenza. Nel centrodestra esistono tre proposte complementari che provengono da tre identità diverse e si rivolgono a un vasto ma ben definito elettorato, che noi crediamo costituisca la maggioranza degli italiani e che merita di avere una casa comune nella quale riconoscersi. Se questo è il traguardo finale condiviso, occorre iniziare a parlarne”. Ma è davvero condiviso, è il passato che ritorna o il segno dei tempi? “Il predellino del 2007 fu la pennellata del genio politico di Berlusconi, ma al quadro mancava l’adesione della Lega. Il partito unico del centrodestra, con il coinvolgimento di Lega e di FdI, rappresenterebbe l’opera compiuta, per dare al nostro paese una democrazia moderna sul modello americano, con un partito repubblicano di centrodestra che si contrappone a un partito democratico di sinistra”.

 

Un partito “figlio delle esperienze di FI, Lega e FdI e delle altre forze politiche del centro moderato. E dovrebbe guardare al futuro, alle nuove generazioni, fortemente ancorato ai valori della libertà, del garantismo, dell’europeismo e del sentimento nazionale. Una forza politica plurale al suo interno, ma coerente e aperta alle esperienze migliori della società civile. Non un fortino inespugnabile, ma una roccaforte repubblicana nella quale gli incarichi di vertice siano scelti dalla base. Con una precisa scelta del campo da gioco: dalla parte opposta rispetto alla sinistra e ai suoi programmi statalisti e assistenziali”. Salvini è parso scettico: “Le sue perplessità riguardano, se ho ben compreso, i tempi di realizzazione. Certo, un progetto così strutturato non può nascere dalla sera alla mattina, ed quello che ha detto Berlusconi: c’è tutto il tempo da qui al 2023 per farlo maturare sul piano culturale, politico e programmatico. La certezza è che la sua nascita farebbe compiere al sistema politico italiano un notevole salto in avanti, costringendo gli altri a un’aggregazione simile. Con una decisiva differenza: noi siamo complementari, governiamo già bene insieme da ventisette anni numerose città e la maggioranza delle Regioni. Loro sono accomunati più dalle differenze che dalle convergenze”.

 

Una semplice federazione non basta? “La federazione dei gruppi parlamentari di centrodestra che sostengono il governo Draghi è utile e necessaria se intesa come forte coordinamento sui grandi temi. Proprio ieri in commissione Finanze di Camera e Senato lo abbiamo attuato di fatto, preannunciando che, in merito alla riforma fiscale, FI e Lega presenteranno un documento comune con i punti per noi imprescindibili. Dobbiamo affrontare sfide decisive: una ‘struttura’ di coordinamento nei due rami del Parlamento e in Europa ridurrebbe al minimo certi arabeschi che spesso rallentano l’iter dei provvedimenti. Ma centrodestra unito non significa un rompete le righe all’interno di FI, anzi: oggi più che mai dobbiamo dimostrare che FI c’è. Per questo, appena è stato possibile, siamo tornati sul territorio. Dallo scorso weekend, il coordinatore nazionale Antonio Tajani ed io abbiamo dato vita alla raccolta di firme sulla riforma fiscale lanciata da Berlusconi. E nei gazebo organizzati dai nostri coordinatori e dai nostri militanti c’era la fila per firmare. Vedrete: il centrodestra unito, prima o poi, nascerà”. C’è chi dubita. Giacomoni cita Wolfgang Goethe: ” ‘Nel regno delle idee tutto dipende dall’entusiasmo, nel mondo reale tutto si basa sulla perseveranza’. Nel caso di Berlusconi c’è sia l’entusiasmo sia la determinazione”. 
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.