Da Roma a Bologna
La caduta dei padri nobili del Pd
Nessuno più sta zitto a sinistra, alla vigilia delle primarie
Da Prodi a Bettini, quando i numi tutelari della sinistra vengono spodestati. A Bologna, la candidata alle primarie Isabella Conti, a Roma, Enrico Sabri. "Sangue"; "sono offesa"; "mi hai scocciato". Ecco il lessico
Roma. Città sotto primarie che vai, mito della sinistra che cade. Un tempo c'erano i padri nobili; ora ci sono, a Bologna come a Roma, padri con diversi gradi di nobiltà che precipitano in un baleno giù da piedistalli ufficiali e ufficiosi. E insomma, nel panorama già di per sé non sereno di consultazioni interne che rischiano in alcuni casi di fare flop e in altri di non raccogliere le folle di una volta, ci si mette anche la caduta degli idoli. E così succede che a Bologna Romano Prodi, ex premier e genius loci del centrosinistra, se ne esca con una frase di cinematografico impatto: “Sono primarie, deve scorrere il sangue, l'aggressività, a patto che poi si abbia il tempo per lasciar guarire le ferite e per lavorare insieme”. E magari in un altro momento tutti i candidati si sarebbero inchinati alle parole del professore e padre dell'Ulivo. E invece. Invece Isabella Conti, candidata indipendente e sindaco di San Lazzaro di Italia Viva, si è sentita, così ha detto: “Offesa”. “Meravigliata”. “Devo dire la verità”, ha detto Conti, abbastanza ferita. Perché quella del centrosinistra è stata la mia casa per tutta la vita, è la mia comunità, una parte di loro sono la mia famiglia”. E Prodi, che a Bologna è schierato con l'altro candidato Matteo Lepore, è sceso sua sponte da quel che restava dell'Olimpo per rispondere senza la tipica flemma degli Déi: “Sono assolutamente sorpreso e dispiaciuto che si sia voluto, e sottolineo voluto, creare un incidente da una mia frase così scontata che si trova in tutti i manuali di Scienza della politica”. Non contenta, la Conti ha cercato l'ultima parola: “Frase scontata, non ho sentito nessun politologo parlare di primarie sanguinarie”. Scontato? Prodi?
A Roma invece è stato metaforicamente disarcionato proprio e direttamente Goffredo Bettini, il plenipotenziario occulto di tante battaglie per la Capitale e non solo (vedi alleanza Pd-Cinque stelle nel governo rossogiallo). E' accaduto infatti che Enrico Sabri, segretario pd XIV Municipio, si sia messo a dire pubblicamente parole contro colui che fino a poco tempo fa veniva considerato intoccabile (anche quando invisibile): “Penso sia una delle pochissime volte che utilizzo il mio incarico qui, dove secondo me non è proprio. Ma te lo devo proprio dire da segretario municipale del Pd di Roma, arrogandomi il diritto di parlare anche a nome dei poveri compagni delle altre città. Goffredo Bettini, mi hai un pochino scocciato”, ha scritto Sabri, inizialmente più colorito nei termini (frase edulcorata successivamente), beccandosi trenta giorni di anacronistica sospensione dal Pd a opera di una commissione di garanzia dello stesso partito, e la storia si ripete, ché a Bologna i “ribelli” pd intenzionati a votare Isabella Conti si sono trovati deferiti a un simile organismo locale, con minaccia di far piombare il dossier sul Nazareno. Tuttavia Bettini resiste nel cuore dei proseliti: Massimiliano Smeriglio, già vice di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio, ora europarlamentare, lo difende a spada tratta: “Goffredo ha dato moltissimo a Roma, più di ognuno di noi messo insieme, ricevendo indietro pochissima gloria. Lo prendete come bersaglio prediletto”, dice Smeriglio, contro coloro per i quali “Bettini è una risorsa a cui attingere quando serve, nel riserbo più totale s'intende…Basta denigrare”. E insomma nulla è tranquillo sotto il cielo delle primarie, tantomeno i numi tutelari.