Gualtieri: "Al ballottaggio mi auguro il sostegno di Conte". Sull'Imu alla Chiesa non risponde
La presentazione del candidato del centrosinistra a Roma a due giorni dalla vittoria delle primarie: niente simboli del Pd e diplomazia
Della presentazione a Roma del candidato sindaco del centrosinistra Roberto Gualtieri, fresco di vittoria alle primarie, rimarrà senz’altro il caldo insopportabile. Sotto il grande tendone di gomma nera (effetto serra purissimo), nel bel mezzo dei giardini Brancaccio all’Esquilino, l’aria fa fatica ad entrare. Eppure sono tutti (o quasi) qui.
In prima fila, sorridenti e sudati ci sono gli altri candidati: Stefano Fassina, Imma Battaglia, Tobia Zevi. Con loro anche la candidata presidente in I municipio, Lorenza Bonaccorsi, e quella al IX, Titti Di Salvo. Seduto dietro, defilato rispetto agli altri, il polemico Giovanni Caudo, arrivato secondo con il 15 per cento delle preferenze. Ieri con il supporto dell’ex sindaco Ignazio Marino ha attaccato su numeri gonfiati, bangla con il santino in mano e altre amenità da primarie. Oggi è venuto ad ascoltare.
“Qualcuno ha detto che le primarie sono state un flop, invece è stata una giornata bellissima che dà forza alla mia candidatura e alla coalizione”, dice allusivo Gualtieri nel corso della presentazione. Sparsi qui e lì in platea poi ci sono alcuni big regionali (Micaela Di Biase, Eugenio Patanè e Marta Leonori), l’ex ministro Marianna Madia, il segretario romano Andrea Casu e il capogruppo dem in Campidoglio Giulio Pelonzi. Con loro anche tutti consiglieri capitolini del Pd e i candidati presidente nei diversi municipi. Magliette viola (in pendant con la mascherina) anche i ragazzi di Volt, che alle primarie sostenevano Caudo.
I terreni del nuovo comitato green e molto esquilino (dunque ceto medio riflessivo) scelti da Gualtieri sono di proprietà della famiglia Brancaccio. Un tempo location per feste private e matrimoni, adesso quartier generale dell’ex ministro dell’Economia per la campagna elettorale. Sui manifesti non appare il logo del Pd, ma solo la grande scritta “Gualtieri sindaco”.
Una scelta ben meditata. “La mia – ha detto Gualtieri – sarà una candidatura plurale, sarò il candidato di tutto il centrosinistra e questo non sarà il mio comitato, ma il comitato di una squadra amplia in cui tutti avranno un ruolo”.
Gualtieri comunque non è certo un fertile generatore di notizie. Al termine della lunga presentazione del programma e dopo le tante domande dei cronisti, appagate dall’ex ministro battendo il piede al ritmo della voce – Gualtieri è musicista appassionato –, rimane giusto un titolo degno di questo nome. Chiederà il sostegno di Conte al ballottaggio? “Al ballotaggio chiederemo il sostegno agli elettori di Raggi e Calenda e mi auguro che anche il nuovo leader in pectore del M5s sceglierà di sostenere la nostra candidatura”, concede il candidato del Pd.
Per il resto le domande dei giornalisti in sala raccolgono solo un lungo inventario di garbate non risposte. Nel giorno in cui il Vaticano chiede ufficialmente al Parlamento di modificare il Ddl Zan che violerebbe il Concordato, l’ex titolare delle finanze dello Stato non risponde sull’Imu agli innumervoli immobili della Chiesa nella Capitale che ancora non sono tassati. “È una vexata quaestio, darò una risposta quando ce ne sarà una adeguata”, nicchia Gualtieri. E se sulla squadra per adesso non ci sono nomi (anche se il candidato del centrosinistra conferma l’intenzione di scegliere una donna per la poltrona di vicesindaco), la non risposta più clamorosa arriva sui rifiuti. Ironia della sorte, proprio nel momento in cui in sala fa il suo ingresso Massimiliano Valeriani, assessore regionale che da anni fa a metaforici cazzotti con il Campidoglio nel tentativo di convincere i grillini a costruire una nuova discarica per la Capitale. La farà Gualtieri? Boh. “Non ci sottraremo neanche a questa domanda”, la paradossale risposta.
“Il primo provvedimento che la mia giunta varerà – ha poi annunciato – sarà sui municipi che sono gli avamposti del comune sui territori e per questo dovranno avere risorse e funzione adeguate”. La seconda è invece è un gol a porta vuota. La domanda perfetta per gli aspiranti candidati sindaci del centrosinistra. E con Casa Pound? “Deve essere sgomberato, da ministro ho già deliberato e da sindaco rimedierò a questo problema che si trascina già da troppo tempo”.
Restano infine le dichiarazioni d’intenti, riassumibili in uno slogan: ora o mai più. “Siamo di fronte a un bivio oggi Roma può arrendersi al declino oppure o costruire la sua rinascita in questa nuova fase post pandemia”, ha detto Gualtieri prima di presentarsi in contrapposizione a Virginia Raggi come il candidato del dialogo. “L’errore capitale di questi anni – ha proseguito – è stato non aver fatto nulla per non fare errori, aver trasformato il Campidoglio in un bunker di cemento chiuso al dialogo con chiunque”.
Gualtieri invece promette di trasformare palazzo Senatorio in una “casa di vetro”. “Progetteremo le nostre politiche parlando con le imprese, con il governo, con la Regione perché a Roma non vogliamo garantire solo una buona amministrazione, ma anche una visione e una politica industriale e di sviluppo”. Tra due settimane, intanto, il primo pezzo dettagliato di programma. Si parte con la mobilità.