Il caso
"Due domande uguali", annullato il concorsone di Roma: prova da ripetere
Guai in vista per il Campidoglio in piena campagna elettorale: pronta la pioggia di ricorsi
Caos alla Nuova Fiera di Roma: in 4.500 devono ritornarsene a casa. Il test potrebbe essere recuperato il 5 luglio, ma c'è un altro concorso
In cauda venenum. E proprio alla fine, nell’ultima giornata delle prove per funzionari amministrativi del concorsone di Roma Capitale accade l’irreparabile.
Irreparabile, ma non imprevedibile visto il caos serpeggiante tra i concorsisti già nei giorni precedenti.
Mentre la Fiera di Roma è stipata di altre 4500 persone, tutte sedute alle loro postazioni e già pronte per cimentarsi con le sessanta domande a risposta multipla, ci si accorge che uno dei quesiti somministrati dopo l’estrazione del questionario ha due risposte tra loro perfettamente identiche.
Comprensibile sconcerto, per un concorso che già nei giorni precedenti aveva fatto emergere significativi errori nella valutazione dei quiz: ad esempio, in una domanda sul reato di peculato d’uso sono state considerate errate le risposte giuste e sbagliate quelle corrette.
Non il miglior viatico per garantirsi la fiducia e l’affidamento di migliaia di persone sciamate, spesso in condizioni climaticamente proibitive, verso la Nuova Fiera di Roma.
La Presidente di Commissione, in evidente difficoltà, ha tentato un nuovo sorteggio della batteria di quiz, mentre il nervosismo iniziava a farsi via via crescente tra gli infuocati padiglioni, tanto più perché i concorsisti erano perfettamente consapevoli dei problemi registrati nelle giornate precedenti: molti tra quelli che hanno sostenuto le prove nei giorni scorsi stanno ora iniziando infatti a chiedere rettifica della prova, ripetizione, o annullamento dell’intera tornata concorsuale, rivolgendosi ad avvocati e sensibilizzando i sindacati.
Il nuovo sorteggio invocato dalla Presidente di commissione, magnifico paradosso per concorsi annunciati trionfalmente come sempre più smart e digitalizzati, sarebbe stato nei fatti reso impossibile dalle caratteristiche del software. Un aspetto questo su cui il Ministro Renato Brunetta dovrebbe interrogarsi, visto che il concorso è organizzato e logisticamente tenuto da Roma Capitale con la indispensabile collaborazione di Ripam-Formez.
Così dopo ore, la decisione inevitabile: tutti i 4500 concorsisti a casa, nonostante viaggi, spese, ore trascorse da prigionieri, seduti alle postazioni assegnate, nei padiglioni in attesa di comunicazioni, tamponi anti-covid e una rabbia montante. Tracimante dal limitato perimetro della via Portuense e che già invade i social.
La decisione di rinviare a data da destinarsi la prova odierna fa esplodere infatti l’indignazione, sia dei presenti sia di chi ha sostenuto la prova nei giorni precedenti, e non più solo per gli altri errori già riscontrati: ora aumenta la disparità di trattamento perché gli ultimi concorsisti, chiamati a ripetere le prove, avranno decisamente più tempo per studiare e prepararsi rispetto ai loro colleghi, visto che fonti di Roma Capitale darebbero come data per il recupero il 5 luglio, data che però vede già in calendario altro concorso alla Fiera di Roma.
La vicenda, in piena campagna elettorale per Roma Capitale, assume poi sempre più sfumature politiche. Nei giorni scorsi la Lega ha presentato un esposto rivolto ad Anac, Prefetto, Funzione pubblica e alla stessa Sindaca per le asserite irregolarità riscontrate nella prova da dirigenti. E c’è da giurarci che questo ulteriore episodio finirà per rinvigorire la polemica, anche politica.
Non si esclude, arrivati a questo punto, che possa chiudersi tutto con l’annullamento della procedura.