Stefano Caldoro (foto Ansa)

l'intervista

Caldoro: "Maresca è più ambiguo di de Magistris. Così a Napoli il centrodestra perde tempo"

Luca Roberto

Il candidato imbizzarrito. "Il rischio per il magistrato è votarsi al trasformismo e riciclare uomini del sindaco uscente". La lotta tra Salvini e Meloni: "Rastrelli? Sarebbe un ottimo candidato, un'alternativa politica". Parla l'ex presidente della regione

La butta lì, en passant, quasi fosse un paradosso, ma poi a ben vedere mica tanto. “In fin dei conti de Magistris è stato più chiaro di Maresca. Ha detto sin dall'inizio che non voleva avere nulla a che fare con i partiti, che gli erano solo d'intralcio. Mentre lui è più ambiguo, elude la questione. Così a Napoli rischiamo di perdere tempo prezioso”. Stefano Caldoro è stato il presidente della Campania dal 2010 al 2015, quota Forza Italia. Poi per due volte lo sfidante sconfitto da Vincenzo De Luca. L'ultima, nel settembre 2020, fu scelto dalla coalizione nonostante l'ostracismo di Salvini. Adesso che nel centrodestra a Napoli si sono accordati sul nome del magistrato, è quest'ultimo che nicchia: “Dei partiti me ne fotto”. “Chi vorrà mi sosterrà”. In pratica agogna i voti ma non l'ingombro dei simboli. E' il leader che un po' si vergogna di chi lo sostiene. Vorrebbe rimanesse sottaciuto, nell'ombra.

 

“In ogni accordo che si rispetti, alla base ci deve essere il riconoscimento della pari dignità dei contraenti. Noi siamo stati rispettosissimi della scelta civica di Maresca, l'abbiamo sostenuta, abbiamo chiarito che non ci sarebbero state ingerenze”, riflette in questo colloquio con il Foglio Caldoro. “Ma non si può chiedere al centrodestra napoletano, con la sua storia, le sue idee, di nascondersi. Possiamo fare un passo di lato, non indietro. Così non si va avanti”. Il punto di partenza, all'origine del sostegno, era stata l'esplicita auto collocazione di Maresca nel campo avverso al centrosinistra, in antitesi all'eredità di dieci anni di de Magistris. Nelle ultime ore però hanno annunciato l'adesione al progetto del pm antimafia anche diversi esponenti dell'amministrazione uscente, come il presidente della seconda municipalità Francesco Chirico. Il segnale di una “distanza sempre più incolmabile”, secondo i forzisti locali.

 

E' evidente che il principale rischio per Maresca diventa il trasformismo. Non puoi criticare de Magistris e però al contempo prenderti uomini che hanno ricoperto incarichi di responsabilità, valorizzare le esperienze fallimentari della vecchia amministrazione”, è la lettura di Caldoro. Che agli strappi irreversibili oppone il metodo del rammendo sartoriale, con ago e filo: “Resto convinto che una soluzione di compromesso, la stipula di un accordo in cui a ognuno sia riconosciuta la propria identità, rimanga percorribile. Il centrodestra ha l'obbligo di rimanere unito anche a Napoli”. Se però non dovesse essere possibile, un'alternativa dovrà essere avanzata per tempo. E del resto la Meloni ha già chiesto a Sergio Rastrelli di scaldarsi a bordo campo nell'eventualità di una chiamata improvvisa. Sarebbe la sconfessione del metodo del civico praticata a Roma e Torino. Forza Italia lo sosterrebbe? “Ritengo sia una personalità di assoluto livello, anche perché una soluzione politica andrà trovata nel caso in cui Maresca non cambiasse rotta accettando il contributo essenziale delle forze politiche. Lo abbiamo dimostrato anche a Caserta, con la candidatura di Marco Zinti, della Lega: abbiamo tutte le carte per restare uniti e vincere”. Sarà.

 

In realtà le amministrative sembrano sempre un esercizio di logoramento tra Salvini e Meloni per la leadership del centrodestra. “Ma una competizione, anche muscolare, è alla base di qualsiasi coalizione”, sostiene ancora l'ex presidente. “Io rilancio e dico che questo è il momento giusto per mettere le basi di un partito unico. Qualsiasi risultato intermedio è ben accetto, ma è chiaro che l'obiettivo finale deve essere quello di coinvolgere anche la Meloni. Senno che centrodestra sarebbe?”. Cosa vi aspettate, infine, da Maresca per scongiurare la separazione consensuale? “Che dica parole chiare. Il tempo è poco, ma abbastanza per proseguire”.

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