La rabbia del M5s: "La sospensione del cashback è un'umiliazione"

Valerio Valentini

I parlamentari grillini pronti a denunciare pubblicamente lo "scalpo". Il capo delegazione Patuanelli sul banco degli imputati: "Perché non hai fatto nulla?". Lui: "Ero solo". E dal Lussemburgo dice "Abolirlo è un errore". Le ragioni del blitz di Draghi e Franco nella cabina di regia

"Uno scalpo". Di più: "Un'umiliazione". Questi sono i commenti dei parlamentari del M5s all'alba del giorno che ha visto liquidare una delle misure a loro più care: il cashback. Una sospensione di sei mesi, annunciata da Mario Draghi nel corso della cabina di regia di ieri pomeriggio, che sa però di bocciatura. Il premier, in effetti, ha spiegato che lo stop, che partirà dal primo luglio e seguirà, servirà per correggere alcune delle storture presenti nel funzionamento del cashback. Il che, contestualmente, consentirà al governo di utilizzare in maniera più efficiente i circa 3 miliardi che verranno risparmiati. Ma per lo stato maggiore grillino si tratta di una disfatta, di un'onta.


Il modo, soprattutto, offende. Perché la decisione di Draghi e del suo fidato ministro dell'Economia, Daniele Franco, è arrivata senza che prima ci fosse stato alcun annuncio preventivo, né tantomeno un confronto di merito. "Un blitz, insomma", secondo la narrazione a cinquestelle. Un blitz messo in atto, peraltro, con un tempismo forse involontario, ma comunque simbolico: perché la bocciatura di quella misura mille volte rivendicata con orgoglio da Giuseppe Conte ("Una rivoluzione che darà grossi risultati sul lungo periodo"), è arrivata negli stessi minuti in cui il fu avvocato del popolo teneva la sua requisitoria contro Beppe Grillo, al culmine della baruffa sul futuro del M5s. 


E così, puntuale, stamattina è arrivato lo psicodramma. I parlamentari delle commissioni Finanze di Camera e Senato sono pronti a pubblicare una nota di protesta formale. Da ore contattano la sottosegretaria Laura Castelli, che fa quel che può per spiegare che neppure lei ne sapeva nulla. E alla fine le rimostranze si riversano su Stefano Patuanelli, il capo delegazione che ieri ha partecipato alla cabina di regia in videocollegamento da Strasburgo, dov'era impegnato in un Consiglio europeo dell'Agricoltura. E però anche lui ha le sue ragione da rivendicare: e dice, cioè, che a difendere la misura del cashback s'è ritrovato solo, senza il supporto sperato da parte degli altri ministri rossogialli presenti, come Andrea Orlando e Roberto Speranza. “La sospensione del cashback è un errore, l’ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione”, ha detto martedì a margine del Consiglio europeo in Lussemburgo. Ma, alla fine, Patuanelli non potuto far altro che capitolare. Finendo, forse malgré soi, a fornire nuovo propellente nel motore del risentimento contiano. 

 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.