Virginia Raggi e Enrico Stefano, uno dei quattro grillini che ha lasciato il gruppo in Assemblea capitolina (FotoLaPresse)

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La guerra M5s arriva in Campidoglio: quattro grillini fuori dalla maggioranza

La Lega: "Presenteremo una mozione di sfiducia urgente"

Gianluca De Rosa

Quattro consiglieri abbandonano il gruppo del Movimento 5 stelle in Assemblea Capitolina in dissenso con la ricandidatura di Virginia Raggi. I grillini in Aula ora sono solo 19 (su 49)

Puntuali arrivano i primi effetti della quasi scissione del M5s sul Campidoglio grillino. Donatella Iorio, Enrico Stefàno, Angelo Sturni e Marco Terranova – i quattro consiglieri “dissidenti” contrari a una ricandidatura della prima cittadina e sostenitori di un’alleanza con il centrosinistra anche nella Capitale su modello del governo Conte 2 – abbandonano il M5s e, di conseguenza, anche il gruppo grillino in Assemblea capitolina. Il M5s avrà quindi solo 19 consiglieri (sindaca compresa) su 49. Intanto Virginia Raggi tace nella speranza di una miracolosa ricucitura tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte.


Le ragioni dell’addio le ha spiegate Donatella Iorio, prima dei quattro a intervenire in Aula Giulio Cesare. Un mix di delusioni locali e nazionali. La goccia che ha fatto traboccare il vaso: il licenziamento di Giuseppe Conte. Ha spiegato Iorio: “Abbiamo protocollato la richiesta di uscire dal M5s e contestualmente ci siamo disiscritti, nasce in Aula un nuovo gruppo consiliare che si chiamerà il Piano di Roma. Negli ultimi mesi la nostra posizione è stata fortemente critica nei confronti di una candidatura, quella della sindaca Raggi, non condivisa. La delusione è stata tanta, ma non ci siamo tirati indietro. Adesso serviva autocritica e mettersi al tavolo con le altre forze politiche progressiste senza personalismi”.

 

La critica più dura alla sindaca è arrivata da Stefàno: "Anche io comunico il mio addio al M5S e lo faccio senza nessun rammarico. Mi ha dato molto fastidio la deriva dei vertici del M5s di questa città nell'ultimo periodo. Questa retorica del 'va sempre tutto bene' e se no è sempre colpa di qualcun altro. Chi assume alcune posizioni dovrebbe assumersi delle responsabilità, alimentare un sano dibattito con la maggioranza, gli assessori, i municipi. Ciò non è avvenuto: penso alle modalità con cui la sindaca si è riproposta. Purtroppo si è deciso di dar precedenza ai like, ai social, anziché alle competenze e alla politica. Il nostro ruolo, come consiglieri, di essere stati dei passacarte si sente tutto nella protesta che c'è qui sotto (il presidio in Campidoglio dei lavoratori di Roma Metropolitane, ndr.)".

 

Intanto, si svegliano anche le opposizioni che si preparano a presentare una mozione di sfiducia alla sindaca."Con l'ufficializzazione dell'uscita di altri 4 consiglieri dal M5s - ha spiegato il capogruppo della Lega Maurizio Politi - si certifica il fallimento di Virginia Raggi. Per dignità prenda atto della situazione e rassegni le dimissioni. In caso contrario, con gli altri gruppi di opposizione, provvederemo a presentare un'urgente mozione di sfiducia".

 

Per presentare la mozione di sfiducia – ai sensi del regolamento dell’Assemblea capitolina – serve la firma di due quinti dei componenti dell’Aula, quindi di 19 consiglieri. Numeri che non dovrebbero mancare. Più difficile che la mozione possa davvero passare. Molto dipende da cosa decideranno di fare i consiglieri che hanno annunciato oggi l’addio al M5s.
Prima dei quattro del “Piano di Roma” dal gruppo grillino, dal 2016 in poi, erano fuoriusciti già altri sei consiglieri: Cristina Grancio passata al Psi, Monica Montella, Gemma Guerrini e Maria Agnese Catini ora iscritte al gruppo Misto, Simona Ficcardi che ha creato in seno all’Assemblea capitolina il gruppo dei Verdi e, soprattutto, il presidente dell’Aula, Marcello De Vito, che ha aderito a Forza Italia. Le tre consigliere del Misto hanno già fatto sapere alle opposizioni che non voteranno la mozione di sfiducia. Lo stesso farà Marcello De Vito (anche se nel centrodestra sono al lavoro per fargli cambiare idea). Mentre Cristina Grancio e Simona Ficcardi sono pronte a sfiduciare la sindaca. Numeri alla mano dunque, se i quattro consiglieri che hanno abbandonato oggi il gruppo grillino decidessero di sottoscrivere la mozione, si aggiungerebbero ai 21 consiglieri delle opposizioni. E con 25 voti ci sarebbero i numeri per far cadere la giunta.

 

Anche il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri intanto si schiera a favore della sfiducia alla Raggi. Parlando a margine di un appuntamento elettorale ha dichiarato: “Oggi la sindaca non ha la maggioranza, è bene che si dimetta. Noi glielo chiederemo e siamo pronti alla sfiducia". Il candidato del centrosinistra ha poi lodato di quattro fuori usciti: “ Apprezzo la loro coerenza". 

 

Contrario alla sfiducia invece un altro candidato, Carlo Calenda che ha margine di un evento ha esplicitato un dubbio venuto a tanti in queste ore  in virtù della vicinanza tra i quattro fuori usciti e Giuseppe Conte. “Ho sempre pensato che Raggi vada sconfitta alle elezioni. Invece vogliono buttarla giù con manovre di palazzo perché' Conte litiga con Grillo che vuole bene a Zingaretti e che sta simpatico a Letta, questo non è il modo giusto", ha concluso il leader di Azione.

 

 

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