(foto Ansa)

l'intervista

Sorpresa! Per Salini (FI) "la carta dei valori dei sovranisti è un passo verso il Ppe"

Luca Roberto

"Il percorso europeo intrapreso da Lega e Fratelli d'Italia è coerente con la federazione nazionale di centrodestra. Orbán? Non è un modello ma un pungolo per il Ppe". Parla l'europarlamentare di Forza Italia

"Chi leggesse la Carta dei valori presentata oggi da alcuni partiti della destra europea, non potrebbe non considerarla uno sforzo di moderazione. Sancisce un significativo avvicinamento delle forze sovraniste a un crescente, seppur ancora timido, europeismo". Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia, vuole dirci che quella sottoscritta oggi da forze come il Pis polacco, il Vox spagnolo, il partito di Orban, la Lega e Fratelli d'Italia non è l'ennesimo tentativo della destra sovranista per strappare con Bruxelles, rinfocolare un euroscetticismo calante ma mai del tutto assopito, arroccarsi nelle identità nazionali? "Vengono ribaditi alcuni principi come quello della massima sussidiarietà. Chiesto il riconoscimento delle sovranità nazionali, che per altro non sono mai state messe a repentaglio dai trattati europei. E però allo stesso tempo si ribadisce la collocazione atlantica dell'Unione europea, il suo pieno riconoscimento storico e internazionale. Mostra, a mio avviso, una grande disponibilità a sedersi ai tavoli per discutere del futuro dell'Unione".

 

E però è anche il documento in cui si ripete che “il diritto alla supremazia nazionale è un diritto fondamentale della democrazia". Oppure in cui si accusa la Conferenza sul futuro dell'Europa perché mirerebbe a "centralizzare e realizzare una rivoluzione culturale che è quella di distruggere le strutture sociali esistenti”. Non toni conciliantissimi. Al netto di uno schiacciamento nei confronti della linea Orbán, fortemente criticata per le discriminazioni in Ungheria e però difesa dalla destra sovranista in nome, per l'appunto, di una supremazia nazionale. Cos'è, adesso è Orban il modello da inseguire? "Un modello sicuramente no. Ma ricordiamoci che Fidesz è ancora formalmente nel Ppe, per cui può rappresentare un pungolo, al netto delle provocazioni che lasciano il tempo che trovano", dice Salini.

Eppure Meloni ha già raccolto il rimbalzo offerto dalla cronaca di oggi per smashare in faccia agli europeisti duri e puri, perché l'Appello è nato "per dar voce a chi non si riconosce nel pensiero unico centralista". Lo stesso Salvini, che agognava la federazione di centrodestra, adesso è sembrato più rientrare nell'alveo dell'estrema destra che non appropinquarsi al Partito popolare europeo. Col rischio di fare e disfare una linea politica in viaggio tra Roma e Bruxelles. "Ma in realtà il documento di oggi è coerente con l'idea di Berlusconi di creare una federazione", aggiunge ancora l'europarlamentare forzista. "L'incoerenza tra quanto si professa a livello nazionale e quanto si sposa a livello comunitario fa sorridere, ma vale anche per la sinistra. Una risposta moderata da parte di tutte le forze sovraniste è però un grande passo in avanti. Io alla fine alla Lega nel Ppe non ci ho mai creduto". 

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