M5s, c'è l'intesa. Conte: "Adesso Draghi dovrà parlare con me". Ecco cosa ha ottenuto Grillo

Simone Canettieri

Annunciato ai parlamentari l'accordo tra l'ex premier e il comico che rimane "il Garante dei valori politici e l'interprete insindacabile dello statuto". Il voto si svolgerà sulla piattaforma Sky Vote e non su Rousseau

"Adesso Draghi dovrà parlare con me e non più con Beppe". Giuseppe Conte porta a casa l'accordo sul nuovo statuto del M5s e spera così di cancellare l'anomalia vissuta negli ultimi mesi ed esplosa giovedì scorso in Cdm con il via libera dei ministri pentastellati alla riforma Cartabia.

 

L'accordo annunciato oggi durante l'assemblea congiunta dei parlamentari segna un sostanziale pareggio tra l'ex premier e il comico.

A Grillo, secondo quanto risulta a Il Foglio, restano inalterate le prerogative di Garante: rimarrà "il custode dei valori politici dell'Associazione" e sempre lui avrà l'ultimo parola sull' "interpretazione insindacabile dello statuto".

Conte, in quanto presidente del M5s, sarà il titolare della linea politica e avrà mano libera sulla nomina degli organismi interni e della comunicazione.

  

  

Il testo sarà votato sulla piattaforma Sky Vote e non su Rousseau, esponendolo così al ricorso degli iscritti. L'accordo viene salutato dai sette saggi con parole di giubilo e c'è anche chi, come Danilo Toninelli, chiede che adesso gli espulsi per non aver votato la fiducia al governo Draghi vengano riammessi nel M5s. Una volta dato l'ok allo statuto si procederà con l'elezione per acclamazione di Conte. Spetterà all'avvocato di Volturara Appula dettare i tempi al M5s, a partire dalla permanenza nell'esecutivo Draghi.

 

Più che un accordo è una tregua basata sulla debolezza di entrambi i protagonisti: Conte non se l'è sentita di strappare e fondare un nuovo partito, Grillo non ha mai avuto un vero e proprio piano B. Statuto a parte la diarchia continua. Ma almeno oggi i parlamentari hanno evitato di infierire sulla delegazione di governo dopo il crash sulla giustizia. Luigi Di Maio assicura che ci sarà tempo in Parlamento per modificare la riforma del processo penale. Tutto passa in questa domenica.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.