Il caso
Un altro Uggetti. L'ex sindaco di Ischia parla della sua assoluzione
Oggi Giosi Ferrandino esprime sollievo per la conclusione della sua vicenda. Ma non dimentica "il trauma che io e la mia famiglia ci porteremo sempre dietro"
“Sono stati anni di sofferenza, per me e per la mia famiglia. Sono stato vittima di un accanimento giudiziario e mediatico ingiustificato. All’epoca la notizia dell’indagine finì in televisione e sulle prime pagine dei giornali. Ora che la giustizia ha ristabilito la verità non ne parla nessuno”, dichiara al Foglio Giosi Ferrandino, ex sindaco di Ischia, oggi europarlamentare del Pd, assolto definitivamente nei giorni scorsi nel processo Cpl Concordia, relativo agli appalti per la metanizzazione dell’isola di Ischia.
L’inchiesta venne avviata nel marzo 2015 dai pm napoletani Henry John Woodcock, Celestina Carrano e Giuseppina Loreto, con il supporto dei carabinieri del Noe (Sergio De Caprio e Gianpaolo Scafarto). Ferrandino venne arrestato con l’accusa di corruzione: secondo i pm aveva asservito la sua funzione ai voleri del presidente della cooperativa emiliana, Roberto Casari, in cambio di vantaggi economici. Passò ventidue giorni in carcere e tre mesi ai domiciliari. La vicenda finì sulle prime pagine dei giornali (all’epoca si era in piena campagna elettorale per le regionali), anche in virtù delle accuse di collusione con la camorra mosse in contemporanea dal pm Catello Maresca, in un altra inchiesta contro i vertici della cooperativa. A distanza di anni, dello scandalo non rimane più nulla. Nel processo per camorra Casari e la Cpl Concordia sono stati assolti in via definitiva. Pochi giorni fa è diventata definitiva anche la sentenza di assoluzione ottenuta da Ferrandino nel processo relativo alle presunte tangenti per la metanizzazione dell’isola. L’ex sindaco era stato assolto sia in primo grado che in appello con formula piena “perché il fatto non sussiste” (i pm avevano chiesto sei anni e quattro mesi di carcere). Dopo sei anni l’accusa si è arresa e non ha presentato ricorso con la sentenza, che è definitivamente passata in giudicato. Per i giudici non vi è stata nessuna tangente né anomalia nella fase di aggiudicazione dei lavori di metanizzazione da parte della Cpl e nella fase successiva dei lavori. Più che uno scandalo corruttivo, uno scandalo giudiziario. “Basti pensare – ricorda Ferrandino – che l’appalto finito al centro delle accuse non fu affidato dal sottoscritto, ma venne vinto dalla società ben tre anni prima della mia elezione, con un altro sindaco”.
Oggi l’ex sindaco di Ischia esprime “sollievo” per la conclusione della vicenda, ma non dimentica “il trauma che io e la mia famiglia ci porteremo sempre dietro. Bisognerebbe rendersi conto di cosa significa privare della libertà una persona. Quell’anno mio figlio, ancora minorenne, non continuò gli studi, si rifiutò di andare in classe e di affrontare i propri compagni. Bisognerebbe tener conto degli effetti collaterali della carcerazione preventiva”. Per Ferrandino si è di fronte a un problema molto più generale, che riguarda il funzionamento stesso del processo in Italia: “Nella fase cautelare c’è uno squilibrio enorme tra accusa e difesa. Non c’è modo di difendersi né di far valere le proprie ragioni mentre è in corso un processo mediatico. Nella fase dibattimentale invece mi sono sentito garantito, lì ho tirato un sospiro di sollievo perché ho capito che la giustizia funziona”.
Quello di Ferrandino è l’ennesimo caso di un sindaco travolto da un’inchiesta giudiziaria poi finita nel nulla. Pochi giorni fa i sindaci sono di nuovo scesi in piazza per chiedere a governo e Parlamento più tutele di fronte all’offensiva giudiziaria. “Se il sindaco non fa nulla viene condannato dal punto di vista politico, se invece si dà da fare si ritrova con la spada di Damocle della magistratura sulla testa”, spiega Ferrandino, che nella sua carriera politica ha fatto il sindaco per ben quindici anni. “Bisognerebbe tutelare maggiormente gli amministratori locali, altrimenti succede quello che sta accadendo in queste elezioni amministrative, dove non c’è personale politico che abbia voglia di dedicarsi al governo del proprio territorio. Attenzione: in ballo c’è il futuro del nostro paese. I sindaci sono i terminali della spesa pubblica. Se i comuni si bloccano per paura della magistratura, si bloccano anche le risorse messe a disposizione dall’Unione europea per la ripresa. E l’Italia non può permetterselo”.
Sei anni fa, i partiti parteciparono alla gogna mediatico-giudiziaria contro Ferrandino. Il leader del M5s Luigi Di Maio si scatenò sui social contro l’’“arrestato del giorno”. Per certi versi un’anticipazione del “caso Uggetti”, che sarebbe avvenuto un anno dopo. Di recente, con una lettera al Foglio, il ministro Di Maio ha chiesto scusa per la gogna grillina contro l’ex sindaco di Lodi. “Ho accolto con molto favore le scuse di Di Maio nei confronti di Uggetti – afferma Ferrandino –. In politica, come nella vita, si può sempre cambiare idea. Oggi che hanno un terzo dei parlamentari e tante responsabilità di governo forse hanno capito che, finita l’era della propaganda e del populismo, inizia quella della concretezza per la nazione che si governa. Spero che il M5s abbia realmente vissuto questa transizione e che a questo cambiamento faccia seguito un impegno effettivo nella modifica della riforma della giustizia”.