Centinaio ci spiega cosa possono fare insieme Salvini e Renzi
Spiragli tra i due Mattei. "No alla giustizia ad orologeria: io non ho alcun imbarazzo a dialogare con il leader di Italia viva né credo che lui ne abbia nel dialogare con la Lega", dice il sottosegretario all'Agricoltura
“Non voglio pensare che ci sia accanimento nei confronti di Matteo Renzi. Sono un romantico e continuo a illudermi che la separazione dei poteri esista davvero”, il sottosegretario all’Agricoltura Gianmarco Centinaio è in vena di romanticherie, soprattutto in questi giorni di preparativi nuziali. Sabato infatti, in terra veneta, il leghista convolerà a nozze con la sua Silvia dopo due anni fidanzamento. Tornando alla politica e ai guai giudiziari dell’ex premier, Centinaio dice al Foglio: “Se i poteri dello stato sono separati, la politica non deve farsi condizionare dalle inchieste. Io non ho alcun imbarazzo a dialogare con Renzi né credo che Renzi provi imbarazzo nel dialogare con la Lega. I partiti sono fatti di persone, non solo di ideologie. Le persone possono sbagliare, anche i magistrati sbagliano. All’esito del procedimento, vedremo se nella vicenda di Renzi la magistratura ha avuto ragione o ha sbagliato. Nel secondo caso, sarebbe bello se qualcuno avesse l’onestà intellettuale di ammettere: ho sbagliato. E’ troppo facile indagare su un personaggio pubblico, darlo in pasto alla stampa e poi riportare la notizia dell’assoluzione a pagina cinquanta, magari accanto agli annunci funebri”.
L’inchiesta per finanziamento illecito è stata resa nota nei giorni in cui si decidono le nomine Rai che potrebbero coinvolgere anche Marinella Soldi, ex top manager di Discovery Italia. Coincidenze? “Ripeto: sono un romantico, e non posso credere alla giustizia ad orologeria. I poteri sono separati, i giudici svolgono il proprio lavoro senza cedere ad influenze esterne”. Intanto, dal ddl Zan ai referendum giustizia, la sintonia tra Lega e Italia viva cresce ogni giorno. “Troviamo convergenze su temi specifici, al di là degli schieramenti. Questo è un fatto nuovo, positivo, abbiamo un approccio pragmatico sulle cose da fare. Sul ddl Zan hanno ragione Matteo Salvini e Matteo Renzi: o si modifica il testo o questo testo, così com’è, non passa. Sulla giustizia spero che Renzi firmi i nostri referendum, dice che medita di farlo e che considera la presenza dei Radicali una garanzia per una battaglia di civiltà”.
Il prossimo anno Italia viva lancerà un referendum per abolire il reddito di cittadinanza: e voi? “Se lo fanno, Renzi può star certo che avrà la firma di Gianmarco Centinaio. E’ vero, al governo con i 5 Stelle noi lo votammo ma pensavamo che avrebbe aiutato gli italiani, in un certo senso fu merce di scambio con i grillini, oggi invece è diventato un fardello per le imprese italiane alla disperata ricerca di manodopera. Dalla ristorazione all’agricoltura, il reddito di cittadinanza crea solo problemi”. Sui sei referendum giustizia riuscirete a raggiungere le firme necessarie? “L’obiettivo è a portata di mano. Anche Forza Italia, con Antonio Tajani, ci sta dando una mano. Le persone vengono ai banchetti e dicono: non votiamo Lega ma vogliamo sostenervi perché su questa battaglia siamo d’accordo con voi”. Che succede sul Green pass? “Ci siamo opposti alle limitazioni arbitrarie della libertà di movimento delle persone ai tempi di Conte premier, e continueremo a opporci adesso con il presidente Draghi. Dobbiamo perseguire la via della persuasione senza imporre obblighi. La mia proposta è la seguente: sosteniamo con misure ad hoc tutti gli esercizi commerciali che promuovano iniziative in favore della campagna vaccinale”.
In Europa sono i giorni del pacchetto “Fit for 55” per la neutralità climatica entro il 2050: l’agricoltura italiana è pronta per un’economia a zero emissioni? “Siamo all’avanguardia nell’innovazione applicata in ambito agrario. Dall’economia circolare al risparmio energetico, siamo tra i primi in Europa. Quello che non va bene è il taglio delle risorse destinate alla Pac: non si può chiedere agli agricoltori di aumentare gli investimenti riducendo i contributi. La mia impressione è che alla presidente von der Leyen il settore agricolo interessi poco”.