la corsa di Enrico
Il Palio di Letta a Siena. "Un cavallo bizzarro", dice il vignettista Giannelli
"Se perdo a Siena lascio", ha detto Letta, mostrandosi determinato. Ma la partenza è in salita. "Scelta sbagliata, il segretario rischia di essere ridimensionato". Parla la storica matita del Corriere
Siena, croce e delizia. Ora ci prova il segretario pd Enrico Letta, a candidarsi alle suppletive nella città del Palio, al grido di “voglio vivere questa esperienza con un’attenzione profonda”. Già è successo all’ex premier Giuseppe Conte, all’inizio di febbraio, di inciampare in Siena, come mera ipotesi, oltretutto: quando si è provato a dire “candidiamolo”, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha esclamato: “Vedevo meglio la sua candidatura a Roma”. E l’allora segretario pd Nicola Zingaretti si è mostrato evasivo: “Rispetteremo l’autonomia dei territori”. Per non dire della capogruppo alla Camera di Italia Viva Maria Elena Boschi, per la quale era “prematuro parlarne”, dell’idea (anche lei alludeva all’urgenza di consultare i rappresentanti locali). E ora Letta, al primo passo in zona, si è trovato davanti la reazione per così dire assertiva del plenipotenziario renziano in città Stefano Scaramelli (che, dopo aver ricevuto la chiamata del segretario pd, ha detto al Corriere: “Non si costruisce un’alleanza con una telefonata”. E ieri Scaramelli rincarava: “Poi Letta non si è fatto più vivo”).
E insomma chi tocca Siena rischia di bruciarsi, dice il vignettista senese e matita del Corriere Emilio Giannelli, che del luogo conosce segreti e bugie: “Trovo tutto molto scontato. E’ scontato che in questa fase Iv si sarebbe messa di traverso, ed è scontata la reazione di una parte del centrosinistra locale. Per dirla in altro modo: questa è pur sempre una scelta sbagliata. Il segretario rischia di essere ridimensionato” (tanto più che ha detto: “Se perdo a Siena lascio”). E il ridimensionamento ha a che fare, per Giannelli, con il carattere e lo spirito locale: “Non conosce i senesi, Letta, pisano. Le cose non sono mai facili, a Siena. Esiste infatti nell’animo del senese un certo divertimento del dispetto”.
Sgambetto? “Proprio sgambetto non credo, ma un’opera di delimitazione sì”. Dovesse disegnare il palio di Enrico, Giannelli disegnerebbe Letta come “un cavallo bizzarro che dà problemi non soltanto alla partenza ma anche nelle curve”. Sia come sia, partendo da Montalcino, il segretario Pd ha ribadito che la sua battaglia “sarà condotta con grande determinazione”, ma che lui “è abituato a essere di parola”, visto che esistono i “sì” e i “no”: “Già una volta ho tratto conseguenze” da una sconfitta, ha detto. Messo così, il palio di Letta si configura intanto con una salita iniziale. Ecco l’ex sindaco di Siena Bruno Valentini, a colloquio con la Nazione: “L’elezione del prossimo parlamentare senese sta per diventare l’appuntamento politico principale del prossimo autunno”, è stata la profezia non di sventura ma quantomeno di lotta dura: “I partiti nazionali vedono in questa sfida la legittimazione – o il suo contrario – del nuovo leader dell’unica forza che può impedire la presa del potere da parte della coppia (che fa finta di litigare) Salvini-Meloni”. E Nicola Danti, europarlamentare toscano di Iv, ha fatto capire che, se non ci sarà accordo, i renziani si presenteranno con una propria candidata. Letta intanto coltiva l’immagine di papa mezzo straniero: “E’ un tale privilegio tentare di rappresentare questa terra, c’è voglia di rendere il Pd e il centrosinistra più forte, c’è voglia di battere la destra che in Toscana ha preso troppo piede. Mi ci impegno, un grande impegno nazionale”. Auguri, sembra dirgli al momento la terra rossa, non accogliente come si sperava.