La mediazione di Conte fallisce già: il M5s presenta mille emendamenti alla riforma della giustizia
Le parole distensive dell'ex premier dopo l'incontro con Draghi non sono valse a granché. Anzi, hanno fomentato gli animi degli oltranzisti grillini, che depositano una valanga di emendamenti al disegno della Cartabia. Il Pd ne presenta 15, e sbotta: "Se vogliono fare il Vietnam, noi non li seguiamo"
La voce del deputato grillino è uno sbuffo di scoramento: "Circa mille". Tanti, al momento, sono gli emendamenti che il M5s intende presentare alla riforma della giustizia proposta da Marta Cartabia. Un chiaro atto di ostilità nei confronti della Guardasigilli che però di fatto finisce col delegittimare anche il tentativo di mediazione attuato da Giuseppe Conte. Perché se è la somma che fa il totale, allora è evidente che quel migliaio di emendamenti sta lì a testimoniare come gli oltranzisti della commissione Giustizia della Camera, guidati da Alfonso Bonafede, non hanno recepito, o comunque non hanno gradito, il messaggio distensivo che il fu avvocato del popolo ha provato a lanciare ieri, dopo l'incontro avuto a Palazzo Chigi con Mario Draghi. "Saremo vigili ma costruttivi", aveva garantito Conte. Le cui parole concilianti avevano indispettito non poco la frangia barricadera dei parlamentari grillini. Che ora, infatti, rispondono così: con "circa mille emendamenti".
Per avere il numero esatto bisognerà attendere ancora qualche ora. Una prima scadenza per il deposito delle proposte correttive a Montecitorio arriverà in mattinata. Poi, alle 18, il termine definitivo. Ma certo la proporzione di grandezza è eloquente: all'inizio delle trattative sul disegno di legge per la riforma del processo penale, gli emendamenti complessivi presentati da tutte le forze politiche furono 700. Trecento dei quali, peraltro, poi decaduti in quanto ricompresi nelle proposte arrivate da Via Arenula e vagliate in Cdm col consenso unanime di tutti i ministri. Ora, arrivati al dunque, Azione presenta trenta emendamenti; Lega e Forza Italia una decina ciascuno, il Pd 15. Il M5s circa mille. "E' chiaro che sulla via del Vietnam non li seguiremo", precisa Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in commissione Giustizia. "Noi abbiamo provato a indicare una via percorribile verso alcuni precisi miglioramenti, sapendo che un M5s in fibrillazione rischia di aumentare il peso negoziale di Salvini nel governo. Ma se la decisione del M5s è quella di scatenare la guerriglia, resteranno soli".