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Renzi più vicino a Salvini che a Letta? Lui dice di no, ma attacca il Pd
Il leader di Iv firma il referendum di Radicali e Lega sulla giustizia. "Il Salvini del Papeete l'ho mandato a casa io", dice. Però poi tutte le stoccate le riserva ai dem. E sul ddl Zan: "Grandi passi in avanti del Carroccio. È il Pd che non vuole la legge"
Largo di Torre Argentina, al gazebo dei Radicali arriva anche Matteo Renzi. L'ex premier ha firmato per i 6 referendum sulla giustizia promossi dal Partito Radicale e dalla Lega. "In questo momento i referendum dei Radicali sono l'unica vera forma di pressione sul Parlamento per poter fare una legge ulteriore, rispetto alla riforma Cartabia, che vada nella direzione della giustizia giusta", dice il leader di Italia Viva. "La spallata contro la giustizia l'ha provata Conte con dj Foffo Bonafede ma sono andati a sbattere contro un muro. Io oggi voto pensando a Enzo Tortora, non a Pierluigi Bersani. E questo mi fa stare meglio", aggiunge.
Insomma, anche queste firme possono essere lette come parte dell'avvicinamento tra i due Matteo? Renzi, cioè, sarebbe più vicino a Salvini che a Letta? Lui dice di no, le distanze rimangono su immigrazione, green pass e vaccini. "Il Salvini del Papeete l'ho mandato a casa io e c'è una profonda divergenza tra noi e la Lega". E però poi tutte le stoccate le riserva ai dem, trovando invece che il Carroccio si stia comportando con buon senso su diversi temi. Sul ddl Zan, per esempio, "la Lega ha fatto un grande passo in avanti passando dall'ostruzionismo al dare la disponibilità, tutta da verificare, sia chiaro, a votare quei due o tre emendamenti decisivi se si cambiano gli articoli su identità di genere, libertà di opinione e scuola. Dire di no a questa proposta è ideologia. Io un accordo così lo chiuderei domani mattina. In questo momento chi non vuole la legge è il Pd, che sta rinviando una decisione che è possibile con la riformulazione del testo".
E ancora, anche sul reddito di cittadinanza, Renzi ci tiene a smarcarsi da Salvini, che "l'ha voluto insieme ai 5 stelle", ma non rinuncia a criticare il Pd: "La cosa strana è che ora lo vogliano anche loro".