Sull'obbligo vaccinale nelle scuole l'ago della bilancia è il M5s
"In questo momento non è necessario l'obbligo. Ma la didattica in presenza deve esserci senza se e senza ma", dicono i grillini al Foglio. Intanto Figliuolo chiede alle regioni di comunicare le mancate adesioni entro il 20 agosto
Il commissario Francesco Paolo Figliuolo, ha inoltrato mercoledì nuove disposizioni per la prosecuzione della campagna vaccinale alle regioni in vista dell’apertura del nuovo anno scolastico affinché “provvedano a porre in essere le azioni necessarie a dare priorità alle somministrazioni nei confronti degli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni”. Ma c’è di più. Nel documento, ribadendo la necessità di conseguire “la massima copertura vaccinale del personale scolastico”, si chiede alle regioni di quantificare e comunicare le mancate adesioni entro il prossimo 20 agosto. La procedura e la tempistica sembrano avere un obiettivo ben preciso: raccogliere informazioni per valutare l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico.
A sgombrare il campo da ogni dubbio è il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “Il ritorno a scuola in presenza è una priorità per il governo Draghi. Non possiamo più pensare di far ripartire il prossimo anno scolastico senza i nostri studenti in classe. Per fare ciò il personale docente e non docente deve essere vaccinato. Così come i nostri giovani. Davanti a noi – spiega sempre Costa – abbiamo un mese per convincere gli scettici dell’intera comunità scolastica a vaccinarsi e ci auguriamo di poterlo fare attraverso una forte e persuasiva opera di sensibilizzazione. Qualora, però, entro il 20 agosto il problema dovesse persistere, credo opportuno valutare l’ipotesi dell'obbligo vaccinale”. La strada per il ministero della Salute è già tracciata. Ma come risponderà il Parlamento a un’eventualità di questo tipo?
Di sicuro l’obbligo vaccinale non è un problema per Forza Italia, che ha già depositato al Senato un disegno di legge a prima firma Licia Ronzulli per introdurlo. Il meccanismo previsto dalla proposta è tra l’altro molto simile a quello richiamato dalla disposizioni di Figliuolo, si chiede quindi un “censimento” del personale non vaccinato per poi arrivare alla sospensione dal lavoro, senza retribuzione, per chi non adempirà all’obbligo.
Anche il Pd sembra propenso a seguire questa via. La responsabile Sanità Sandra Zampa ha sul punto idee molto chiare: “Il personale che lavora a contatto con gli studenti deve essere vaccinato. In caso contrario devono essere trasferiti ad altre mansioni”, dice al Foglio. Sulla stessa lunghezza d’onda la dem Beatrice Lorenzin: l’obbligo può essere una scelta “giusta per riaprire a settembre le scuole in sicurezza”. Pochi dubbi per Italia Viva. La linea è sintetizzata da Maria Elena Boschi: “Senza vaccini, torna la Dad ma i nostri ragazzi meritano di tornare a scuola, non di continuare con la Dad”.
Con l’ormai nota contrarietà di Lega e Fratelli d’Italia, resta il solo M5s a fare da ago della bilancia. E qui la situazione si complica visto il forte scetticismo del movimento rispetto all’obbligo vaccinale. Nei giorni scorsi la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia aveva frenato dicendosi convinta che sarebbe stata sufficiente un’opera di convincimento da portare avanti in questi mesi per far recuperare il gap esistente tra le regioni. Una linea che trova conferma tra i parlamentari delle Commissioni Affari Sociali e Sanità di Camera e Senato pronti a dire sì alla didattica in presenza ma no all’obbligo: “Per noi è fondamentale che con il nuovo anno scolastico ai nostri studenti siano garantite le lezioni in presenza nel rispetto della massima sicurezza – dicono al Foglio –. Per far sì che ciò si realizzi stiamo lavorando in sinergia con il governo e secondo le indicazioni del Cts. E’ sicuramente necessario in questi mesi estivi promuovere e intensificare il piano di vaccinazione degli insegnanti e del personale scolastico, che ha già raggiunto una percentuale molto alta di adesione. Pertanto, non riteniamo che sia necessario in questo momento un obbligo vaccinale per questa categoria, né per quella degli studenti, che è notoriamente meno a rischio. La didattica in presenza, comunque, deve essere garantita senza se e senza ma. Tra l’altro, da mesi abbiamo previsto una serie di misure e ingenti finanziamenti per aumentare ancora la sicurezza negli ambienti scolastici; ulteriori misure dovranno riguardare il trasporto locale”.
Potrebbe quindi non essere così semplice trovare i numeri per approvare una legge che introduca l’obbligo vaccinale per il personale scolastico a poche settimane dalla riapertura delle scuole. La strategia attendista rischia di rivelarsi un azzardo.