Modesta proposta
Ddl mancanti: offesa al codice morale a mezzo di moralismo
Lipperini ha circonfuso la stüpidada di una teoria di accenti insinuanti
Fahrenheit e un’imbarazzante maratona su Genova 2001 di sorella Lipperini. Se ddl Zan sarà, occorre una sanzione giudiziaria contro le menzogne della coscienza morale
Ascolto la radio, in tempi di ddl Zan, e mi viene in mente che Loredana Lipperini dovrebbe essere arrestata e processata per abuso di coscienza morale. Gli abusi sono abusi. Se non mi puoi scatenare gli ormoni dell’omotransfobia impunemente, nemmeno i cromosomi dell’intelligenza immoralista possono essere così benevolmene e subdolamente sfidati da una suadente suorina dell’indottrinamento al bene comune, sempre e comunque.
Con tanti libri a disposizione, sorella Lipperini dovrebbe leggere il primo della stupenda collana del Foglio, e scoprirebbe che Huckleberry Finn aveva già capito quanto sia ingombrante e menzognera la coscienza morale nella seconda metà dell’Ottocento, quanto grave ne sia l’abuso moralistico, lui che è un concentrato di avventuroso, positivo e fulgido immoralismo per il bene particolare di uno schiavo negro fuggitivo.
Pietro Del Soldà ha smesso di dire a ogni passo “davvero”, deve averlo finalmente trovato untuoso anche lui, questo “indeed” della maranella, lui che si sforza di resistere ai suoi demoni bonaioli nella rubrica sulla città che tutta ne parla, e quanto parla. Ma anche a Fahrenheit, dove si tratta di libri a schiovere, dove sorella Lipperini abilita per il paradiso sciocchino della nuvoletta ideologica le sue performance, c’è un Tommaso Giartosio che è professore di magnifico italiano, di logica, di restraint in ogni espressione del mezzo radiofonico caldo, si capisce che ha le sue idee ma non le ostenta con bonaria goffaggine a favore di microfono, è troppo impegnato a capire e a far capire autori che spesso per quanto banali sta a lui accrescere in interesse e smalto. Un genio della comunicazione, Giartosio, e del militantismo non appiccicoso. Il migliore senz’altro.
Una legge apposita dovrebbe prevedere, anche a sano bilanciamento dello Zan, l’offesa abusiva al codice morale a mezzo di moralismo. Venerdì Lipperini, reduce da una maratona settimanale su Genova 2001 che non ho ascoltato eppure mamma mia, chissà cosa deve essere stata, ne domanderò conto a Salvatore Merlo, ha dato voce a un comitatino di signorine e signorini della normale di Pisa, ma di quelli con il cerchietto unisex, che protestavano contro la scuola di classe.
Un documento di una sconcertante banalità egualitaria, tutto all’insegna della vergogna personale per un privilegio, quello di studiare, e foriero della certezza che lo sforzo individuale è nullo, come per gli ordini del giorno d’assemblea tutto all’università e nella ricerca è collettivo, e gli accademici balordi non colgono il punto quando si ostinano a premiare il merito, passero solitario. Lipperini ha circonfuso la stüpidada di una teoria di accenti insinuanti, dolcemente insinuanti, solidali sempre, e ha spronato gli incauti assembleari a essere anche più scipiti, se necessario, sulla via del banale morale.
La glicemia mi ha fatto un balzo pericoloso dentro le orecchie. Non ne potevo più. Mi sentivo violentato e bullizzato dal bene, che è una sensazione meritevole di sanzione giudiziaria, almeno quanto l’altra prevista dal famoso ddl.